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“Non leggo un libro da tre anni”, adesso è sottosegretaria alla cultura

Da poche ore sono usciti i nomi dei sottosegratari del Governo guidato da Mario Draghi. Il consiglio dei ministri ha designato Lucia Borgonzoni come sottosegretaria ai Beni e attività culturali. Lo rende noto palazzo Chigi.

La nomina ai Beni Culturali promette di alimentare qualche polemica visto che di Lucia Borgonzoni si ricorda, tra le tente dichiarazioni fatte nella sua lunga carriera con la Lega, una celebre frase: “Leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa. Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro”, disse a Un Giorno da Pecora, su Radio 1 con Geppi Cucciari, quando già ricopriva lo stesso incarico di sottosegretaria nel Governo Conte I, ovvero quasi due anni fa. E già allora la sua uscita non mancò di alimentare qualche ironia.

Michela Murgia attacca la sottosegretaria alla cultura

A smuoversi contro questa candidatura molti intelettuali e scrittori, in primis Michela Murgia. L’attivista e scrittrice da anni è celebre per le sue lotte femministe e per alcuni suoi libri diventati celebri.

Su questa candidatura e sulla frase, che pronunciò la Borgonzoni tre anni fa, dichiara: “Ciascuno del suo tempo fa quel che gli pare”.

Anche se sottolinea: “Ma trovo significativo che la massima carica dello stato chiamata a occuparsi della cultura pensi che la lettura sia una cosa che si fa quando non si ha nient’altro da fare”, ha scritto Michela Murgia sul suo profilo Facebook.

Per poi sottolineare: “Per fortuna, sebbene meno dello sperabile, in Italia molti leggono ancora e pensano che la lettura non sia un hobby per oziosi, ma un esercizio indispensabile a mantenere l’anima tonica, l’intelligenza scomoda e il cuore pronto allo slancio. Gente che, per dirla con Allen, legge per legittima difesa“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”