Sul dizionario, un fuorisede viene descritto come una “persona che studia o lavora e che vive in una località diversa da quella di residenza abituale”. Eppure, io che mi identifico da anni nella parola “fuorisede”, mi sento rappresentata soltanto in parte da questa definizione. Certo, è corretta da un punto di vista semantico, ma è davvero tutto qui? Per me, essere una fuorisede è soprattutto uno stato d’animo: abitare lontana da casa è solo il punto di partenza, ma le cose che mi fanno davvero sentire una fuorisede sono decisamente altre.
Se sei un fuorisede, sai bene che la vita universitaria non è sempre facile. Tra le lezioni, i compiti e la vita sociale, ci sono anche un sacco di problemi unici che solo i fuorisede possono capire. Ecco alcune cose che ti fanno capire che sei davvero un fuorisede:
Insomma, non sei davvero un fuorisede se…
Non hai perennemente il conto in rosso.
Tra l’affitto, l’abbonamento ai mezzi, la spesa, le bollette e la caldaia che decide di rompersi nel bel mezzo di gennaio, abitare da soli significa avere le pezze al culo, costantemente. Quel poco che riusciresti a risparmiare finisce sempre in pizza da asporto e aperitivi e, tutto sommato, va benissimo così.
Non hai la dispensa piena di tonno e pesto.
Affinché un alimento diventi parte della dieta di un fuorisede, deve costare poco e comportare zero sbattimento in cucina. Sia il tonno in scatola che i vasetti di pesto pronto rispettano questi due semplici requisiti: puoi schiaffare il primo in una ciotola con dell’insalata (quella in busta, lavata, tagliata e venduta alla modifica cifra di 0,99€) e usare il secondo per condire la pasta (quella del discount, solitamente).
Non passi i tuoi weekend a pulire.
Quando si è adolescenti e si fantastica sulla vita da adulti indipendenti, la si immagina come un parco divertimenti. Ovviamente, la realtà è molto, molto diversa: vivere da soli ha un sacco di lati positivi – questo è innegabile – ma comporta anche tante scocciature, come le faccende domestiche. E, tra il lavoro, lo studio e le altre incombenze quotidiane, il fine settimana è l’unico momento in cui puoi trasformarti in Cenerentola e dedicarti alle pulizie. La te di sedici anni ti guarda con disprezzo per la piega che ha preso la tua esistenza, ma il pavimento non si lava da solo.
Non hai dei coinquilini che non sopporti.
Quando si condividono con degli sconosciuti pochi metri quadrati, un bagno minuscolo e un unico forno, è facile trovare argomenti su cui discutere: i piatti nel lavello, i capelli che intasano la doccia, la musica a tutto volume mentre tu stai cercando di dormire. Quindi non preoccuparti se, di tanto in tanto, hai voglia di strangolare i tuoi coinquilini: è del tutto normale, nonché una specie di battesimo del fuoco che ti forgia e ti tempra.
Non hai nostalgia di casa.
Non importa se vivi lontano da casa da un mese o da un anno: ogni tanto sarà inevitabile sentirne le mancanza. Mentre aspetti il primo momento utile per comprare un biglietto per tornare dalla tua famiglia e dai tuoi amici, perché non farsi aiutare dalla tecnologia? Una video-chiamata non sostituirà mai un abbraccio, ma è pur sempre un modo per sentirti più vicino a chi vuoi bene.
Ma non preoccuparti, questi problemi fanno parte dell’esperienza di essere un fuorisede. Con il tempo, imparerai a navigare la tua nuova città e a costruire relazioni significative con i tuoi nuovi compagni di università. E alla fine, quando guarderai indietro sui tuoi anni universitari, questi problemi saranno solo un ricordo divertente della tua avventura da fuorisede.
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