Palermo, corteo studentesco per Paolo Taormina: “Non vogliamo più contare i morti”
Venerdì 17 ottobre gli studenti delle scuole e dell’università di Palermo scenderanno in piazza per ricordare Paolo Taormina e dire basta alla violenza, trasformando il dolore in un grido collettivo di speranza e responsabilità.

Alle tante manifestazioni di dolore e solidarietà che in questi giorni stanno attraversando Palermo, si aggiunge anche la voce degli studenti. Venerdì 17 ottobre, alle ore 9:00, partirà da Piazza Verdi un corteo studentesco promosso dagli studenti delle scuole e dell’università di Palermo per ricordare Paolo Taormina, il giovane ucciso nella notte di sabato. La manifestazione attraverserà le vie della città per trasformare il dolore in una voce collettiva, forte e presente.
«Non vogliamo più contare i morti – afferma Vincenzo Preianò, rappresentante d’istituto del Nautico, tra gli organizzatori della manifestazione -. Non possiamo restare in silenzio di fronte all’ennesima giovane vita spezzata. Siamo vicini alla famiglia di Paolo e a tutte le famiglie che, in questi anni, hanno perso un figlio, un fratello, un amico, per colpa della violenza, dell’abbandono sociale, dell’indifferenza».
Il corteo non sarà solo un momento di memoria, ma una richiesta di ascolto da parte dei giovani. Secondo gli organizzatori, una città che vuole davvero essere viva deve saper proteggere i suoi giovani, investire nei quartieri, nella scuola, nelle famiglie, nella cultura e nella sicurezza vera, quella che nasce dalla comunità e dal senso di responsabilità reciproca.
«Ogni volta che un ragazzo muore, perdiamo tutti – afferma Fabrizio Calderone, studente universitario -. È ora di dire basta, il valore della vita è sacro. Paolo poteva essere uno di noi. Quello che è successo è l’ennesimo grido che non possiamo più ignorare. Serve una risposta collettiva, serve esserci».
Il corteo è aperto a tutta la cittadinanza, alle scuole, alle associazioni, ai comitati e a chiunque voglia unirsi per dire che non ci si rassegna alla violenza.

