13 Maggio 2025

Pianificazione di Protezione civile assente: Sicilia maglia nera d’Italia

È un dato che grida vendetta: la Sicilia è l’ultima regione d’Italia per numero di Comuni dotati di un piano di protezione civile.

Solo il 63,94% dei Comuni dell’isola ha predisposto questo fondamentale strumento di prevenzione e risposta alle emergenze, a fronte di una media nazionale del 96%. Significa che oltre 140 Comuni siciliani sono totalmente scoperti, senza alcuna strategia ufficiale per fronteggiare terremoti, incendi, eruzioni vulcaniche o alluvioni. Una condizione scandalosa in un territorio che è, per caratteristiche geografiche e ambientali, tra i più esposti d’Europa a catastrofi naturali.

La politica siciliana ha fallito. E continua a far finta di niente.

Questa realtà non è frutto del caso. È il risultato di decenni di disinteresse, inefficienza e irresponsabilità da parte della classe dirigente siciliana, sia a livello regionale che comunale. Sindaci incapaci di adempiere ai propri doveri minimi, assessorati regionali che vivono di autoreferenzialità, una burocrazia lenta e scollegata dai bisogni reali dei cittadini.


La legge nazionale impone da tempo ai Comuni l’adozione di un piano di protezione civile. Eppure, in Sicilia, questo obbligo è stato sistematicamente ignorato o rimandato. Perché? Perché mancano visione, competenze e – soprattutto – volontà politica. È più semplice tagliare nastri a eventi pubblici che affrontare la complessità della prevenzione e della pianificazione territoriale.

Una Regione vulnerabile e tradita dai suoi stessi amministratori

Che proprio la Sicilia – con l’Etna, le isole Eolie, i continui fenomeni sismici e le tragedie idrogeologiche come quella di Casteldaccia – sia la regione meno preparata in termini di protezione civile è un atto d’accusa gravissimo verso chi la governa. È la prova plastica che, al di là dei proclami, la sicurezza dei cittadini non è mai stata una vera priorità.

Le altre regioni, incluse quelle del Sud come Calabria e Campania, sono riuscite a dotarsi quasi integralmente di piani comunali. In Sicilia no. E non perché manchino le risorse – spesso sprecate o restituite a Bruxelles – ma perché manca un sistema politico e amministrativo all’altezza delle sfide del territorio.

Quando la mancanza di prevenzione diventa colpa politica

Ogni volta che un’emergenza colpisce l’isola – un’alluvione, un incendio, un terremoto – assistiamo al solito copione: lacrime, dichiarazioni indignate, proclami postumi. Ma la verità è che questi disastri non sono solo eventi naturali: sono aggravati dall’incompetenza di chi avrebbe dovuto prevenirli. E quando mancano strumenti essenziali come i piani comunali di protezione civile, la responsabilità non è solo tecnica, è politica. È una colpa, non un incidente.

Basta alibi: la Sicilia merita di più

È tempo di dire le cose come stanno: la Sicilia non è ultima per caso, ma perché è stata abbandonata dai suoi rappresentanti. La Regione Siciliana deve smettere di fingere che tutto vada bene e avviare immediatamente un piano straordinario per l’obbligo di pianificazione in tutti i Comuni, con commissariamenti per chi non agisce. Il Governo nazionale deve intervenire, e i cittadini devono finalmente pretendere che la loro sicurezza venga trattata come una priorità – non come un optional da campagna elettorale. (fonte dati: Dipartimento Nazionale Protezione Civile)

Concorso all’ASL: Assunzioni per Collaboratori Amministrativi | I requisiti e come candidarsi

Concorso alla Camera di Commercio: Assunzioni con Diploma | Come candidarsi

Assunzioni in Ferrari: Posizioni aperte e opportunità per varie figure | Come candidarsi