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“Prima troviamo il vincitore, poi apriamo il bando”: come funzionano i concorsi truccati all’Università

“Questi bandi qua sono nati male, finiranno peggio. Non si possono prima fare i bandi e poi cercare i vincitori, bisogna fare il contrario”. Ad affermarlo Pasquale Costanzo, professore emerito di Diritto Costituzionale all’Università di Genova, al telefono con Lara Trucco, prorettrice docente della stessa materia.

L’intercettazione fa parte dell’inchiesta che coinvolge oltre 20 tra docenti. Tutto è partito da un’indagine della Guardia di finanza che era partita dopo che il Tar, alla fine del 2020 aveva annullato, su ricorso di una candidata esclusa. Ovvero un concorso da ricercatore in diritto tributario che era stato vinto dal figlio dei uno dei docenti oggi indagati.

Nelle oltre duecento pagine che la Procura ha inviato al gip, nate dalla denuncia della tributarista Caterina Corrado Oliva, emergono mercanteggiamenti di ruoli e concorsi per 7 bandi. Per dirla ancora una volta con il prof Costanzo, che si rivolge a Daniele Granara in merito alla scelta della cattedra in Diritto costituzionale o Diritto pubblico comparato per il noto avvocato amministrativista, “è solo una tua preferenza soggettiva, se vuoi il bigné o la torta o il cannolo”.


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“Prima troviamo il vincitore, poi apriamo il bando”: i concorsi truccati all’Università

Però le loro conversazioni non trattavano di leccornie dolciarie, ma di persone. O meglio del loro presente e futuro accademico. Proprio l’autrice dell’esposto, Caterina Corrado Oliva, che concorre con il figlio del professor Costanzo e con un altro candidato per un assegno di ricerca in Diritto Tributario, è la destinataria di una mail del docente emerito.

In cui, con parole eleganti, Costanzo le propone di accettare una cattedra a Imperia pur di ritirarsi dalla corsa a Genova. Un “gentlemen agreement” che Costanzo nella mail spiega così: “Si chiederà perché mi prenda a cuore la questione. Ma l’intento è scoperto. Va oltre a quello di un collega di Victor (Uckmar, deceduto, nel cui noto studio lavora la Oliva, ndr) e di un docente dell’Università di Genova. Quello di un padre che ha la ventura di un figlio innamorato della materia dal momento della laurea in poi”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”