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Sciopero generale Cgil e Uil, anche Udu e Link scendono in piazza

Pubblichiamo un comunicato dell’Udu sulla sua adesione alla sciopero nazionale siglato da Cgil e Uil. Al corteo prenderà parte anche il Coordinamento universitario Link:

«L’Udu Palermo – Unione degli universitari scende in piazza a fianco dei lavoratori nella Giornata europea della Mobilitazione Studentesca. Il 15 Novembre saremo per strada, in corteo per chiedere un cambio di rotta al sistema dell’istruzione pubblica in Italia e in tutta Europa.

Il corteo, che partirà alle 10:30 da piazza Verdi, vedrà la partecipazione di CGIL e UIL, oltre che ovviamente quella degli studenti universitari dell’UDU, studenti e lavoratori insieme in piazza per difendere gli stessi diritti.

La manifestazione dei lavoratori concentra la sua attenzione sulle modifiche che è necessario applicare alla legge di stabilità recentemente approvata che rischia, con il testo attuale, di aggiungere criticità allo scenario del lavoro nazionale e far sprofondare nel baratro a cui si affacciano tante questioni locali che pendono sulla testa delle migliaia di lavoratori dipendenti siciliani.

La legge di stabilità stessa interviene anche sul comparto dell’istruzione e della formazione, apportando un ulteriore taglio di 300 mln di euro al settore della scuola, e dimostrando di prevedere solo interventi tampone e di breve termine nei confronti di tutto il sistema di accesso al sapere.

Viviamo in un periodo storico di crisi economica che comporta rivalutazioni nei capitoli di spesa di tutti gli stati europei. Il rischio, che è già in alcuni casi diventato realtà, è che si tagli al sistema dell’istruzione e della formazione universitaria e che, nel perseguire politiche di austerity economica e sociale, si taglino così le gambe a quello che siamo convinti dovrebbe essere il trampolino di lancio del tanto auspicato ritorno alla “crescita”.

In Europa l’Ateneo del Peloponneso ad Atene è costretto a chiudere non riuscendo più a far fronte ai problemi economici che lo attanagliano; in Italia i dati delle ultime borse di studio erogate dicono che il 53% del Diritto allo Studio in Italia è finanziato dalla tassazione studentesca. Alla contribuzione partecipano per una parte sostanziosa tutti gli studenti che, pur risultando idonei per criteri di reddito e merito al recepimento della borsa di studio, non l’avranno di fatto mai erogata perché bloccati nel “limbo”, tutto italiano, degli idonei non vincitori di borsa di studio.

Il Fondo per il Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università è in continua diminuzione sin dal 2009, con un taglio annuo intorno al 6,7%. La spending review attuata dal governo Monti ha previsto un’ ulteriore diminuzione di 200 milioni di euro al FFO.

A fronte di una tassa regionale per il Diritto all Studio che è quasi raddoppiata negli ultimi due anni, i servizi di mensa e alloggio stentano a risultare di qualità, soprattutto nelle regioni meridionali e in un grande Ateneo come quello palermitano.

In una Regione in cui l’abbandono degli studi dopo le Scuole Superiori cresce di anno in anno, non è possibile consentire che ci siano studenti a cui è precluso il diritto di intraprendere la proprio carriera universitaria per mancanza di mezzi economici e sociali.

Appare chiaro come si necessiti di un segnale forte da parte del Governo, che dichiari l’intenzione ferma dello stesso perché il sistema scolastico e universitario non si pieghi alle logiche di un regolamento dei conti che si persegue ormai da anni.

Un esecutivo che dimostra così poca dimestichezza negli interventi relativi al numero chiuso e al bonus maturità, siamo sicuri, deve ulteriormente riflettere sul ruolo che l’istruzione deve avere nel nostro Paese e su quali siano le giuste azioni da predisporre per garantire un sistema di formazione scolastica ed universitaria all’altezza degli altri Stati europei e della tradizione culturale che vanta il nostro paese.

Siamo convinti che il sistema vada ripensato dalle fondamenta, e che noi studenti possiamo essere interlocutori meritevoli e preparati per la sua ricostruzione. È per tutti questi motivi che da piazza Verdi a tutte le piazze d’Europa saremo uniti attorno allo slogan Change The Way, per ricordare a tutti che la direzione non è ancora quella giusta, che la rotta non deve essere quella delle manovre tampone, e che l’unica strada da intraprendere è quella al fianco degli studenti, nel riconoscimento del loro diritto ad una formazione libera e di qualità che diventi reale trampolino di lancio per un crescita che sia culturale ancora prima che economica».

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