Sessismo a Unipa, Midiri ai docenti: “Dovevate informarmi subito”

Il rettore di Unipa, Massimo Midiri, condanna gli episodi di sessismo divenuti ormai un tema...

Il rettore di Unipa, Massimo Midiri, condanna gli episodi di sessismo divenuti ormai un tema caldissimo grazie al coraggio di alcuni studenti e di alcune studentesse che hanno deciso di denunciare. A contempo, però, il Magnifico bacchetta il suo corpo docenti reo, a suo dire, di non averlo informato tempestivamente. Di seguito ecco la nota ufficiale:

Care Stu­den­tes­se, cari Stu­den­ti, il gra­ve epi­so­dio di mo­le­stie ses­sua­li da par­te di un Dot­to­ran­do del­l’U­ni­ver­si­tà di Pa­ler­mo nei con­fron­ti di al­cu­ne Col­le­ghe dot­to­ran­de, re­cen­te­men­te emer­so, ci ri­cor­da an­co­ra una vol­ta che l’at­ten­zio­ne su un tema così ri­le­van­te e de­li­ca­to non è mai suf­fi­cien­te e che non si deve mai ab­bas­sa­re la guar­dia ri­spet­to alla de­nun­cia e alla fer­ma con­dan­na del­la cul­tu­ra ses­si­sta sot­te­sa a tali epi­so­di.

Come è or­mai noto, un Dot­to­ran­do del Di­par­ti­men­to SEAS, nel feb­bra­io scor­so, ha pub­bli­ca­to, su una chat pri­va­ta, una igno­bi­le “clas­si­fi­ca” del­le qua­li­tà fi­si­che del­le sue Col­le­ghe dot­to­ran­de. La li­sta, a quan­to ab­bia­mo po­tu­to ap­pu­ra­re, è sta­ta ra­pi­da­men­te can­cel­la­ta e l’au­to­re del­la mo­le­stia, su se­gna­la­zio­ne di una del­le Dot­to­ran­de che si è su­bi­to ri­vol­ta al suo Tu­tor, è sta­to con­vo­ca­to e du­ra­men­te re­dar­gui­to dal Di­ret­to­re del Di­par­ti­men­to SEAS e del Coor­di­na­to­re del Dot­to­ra­to. In se­gui­to a que­sto im­me­dia­to in­ter­ven­to, il Dot­to­ran­do ha quin­di in­via­to una let­te­ra di scu­se alle Col­le­ghe dot­to­ran­de le qua­li, a quan­to ci ri­sul­ta, han­no pre­fe­ri­to non dare ul­te­rio­re ri­sal­to alla vi­cen­da.

Il pri­mo aspet­to da evi­den­zia­re è che i Do­cen­ti del­l’A­te­neo a co­no­scen­za del­l’e­pi­so­dio (dal Tu­tor in­for­ma­to dal­la Dot­to­ran­da, al Coor­di­na­to­re del Dot­to­ra­to, al Di­ret­to­re del Di­par­ti­men­to) sono im­me­dia­ta­men­te in­ter­ve­nu­ti, pri­ma di tut­to nei con­fron­ti del­l’au­to­re del ge­sto, ma an­che sta­bi­len­do, con le Dot­to­ran­de coin­vol­te, un rap­por­to im­pron­ta­to alla vi­ci­nan­za e al ri­spet­to non­ché con­cor­dan­do in­sie­me a loro gli in­ter­ven­ti da rea­liz­za­re. Pro­prio il cli­ma di fi­du­cia e dia­lo­go che si è stret­to tra le di­ret­te in­te­res­sa­te e i loro Do­cen­ti di ri­fe­ri­men­to ha fat­to sì che que­sti non ri­te­nes­se­ro ne­ces­sa­rio, al mo­men­to dei fat­ti, in­for­mar­mi. Ca­pi­sco che ciò sia sta­to do­vu­to alla vo­lon­tà di non espor­re an­co­ra di più le Dot­to­ran­de, ma da Ret­to­re devo ri­ba­di­re con for­za che, in casi come que­sti, sia as­so­lu­ta­men­te im­por­tan­te che il ver­ti­ce del­l’A­te­neo ven­ga in­for­ma­to, pro­prio per po­ter met­te­re in atto in modo tem­pe­sti­vo le azio­ni di­sci­pli­na­ri di com­pe­ten­za.

Nel caso spe­ci­fi­co, l’a­zio­ne è sta­ta av­via­ta, quin­di, sol­tan­to ades­so, a con­clu­sio­ne di una bre­ve in­da­gi­ne in­ter­na ne­ces­sa­ria per de­fi­ni­re gli esat­ti con­tor­ni del­la vi­cen­da, e l’au­to­re del ge­sto sarà san­zio­na­to nel­le for­me pre­vi­ste dal no­stro Re­go­la­men­to di Ate­neo.

Ciò che però mi sem­bra più im­por­tan­te ri­ba­di­re e as­si­cu­ra­re, ad ogni Don­na e ad ogni Uomo che fre­quen­ta l’A­te­neo, è che su que­sto tema l’at­ten­zio­ne è alta e che nes­su­no è mai sta­to né ver­rà mai la­scia­to solo da­van­ti alle vio­len­ze su­bi­te. L’e­pi­so­dio met­te in­fat­ti in evi­den­za, una vol­ta di più, la ne­ces­si­tà che chiun­que su­bi­sca o ven­ga a co­no­scen­za di atti di mo­le­stie in­for­mi im­me­dia­ta­men­te i ver­ti­ci del­l’A­te­neo, che, in que­sto modo, po­tran­no in­ter­ve­ni­re con la ne­ces­sa­ria fer­mez­za in tut­te le for­me ido­nee alla spe­ci­fi­ca gra­vi­tà del fat­to. Sono per­fet­ta­men­te con­sa­pe­vo­le del­la dif­fi­col­tà, an­che psi­co­lo­gi­ca, di de­nun­cia­re epi­so­di di mo­le­stia o di vio­len­za su­bi­ta e in­ten­dia­mo ri­spet­ta­re il di­rit­to di cia­scu­na don­na di de­ci­de­re se, come e quan­do pro­ce­de­re in tal sen­so. Al con­tem­po, devo però as­si­cu­ra­re a tut­te le Stu­den­tes­se e a tut­te le La­vo­ra­tri­ci del­l’A­te­neo che ogni de­nun­cia, in qua­lun­que for­ma pro­ven­ga al Ret­to­re, alla Pro­ret­tri­ce al­l’In­clu­sio­ne, Pari Op­por­tu­ni­tà e Po­li­ti­che di Ge­ne­re, o agli al­tri Or­ga­ni isti­tu­zio­na­li del­l’A­te­neo vie­ne ge­sti­ta e se­gui­ta con tut­ta la ne­ces­sa­ria at­ten­zio­ne e ri­spet­to.

In­for­mo pe­ral­tro che, nel re­cen­te pas­sa­to, per­si­no qual­che de­nun­cia ano­ni­ma per­ve­nu­ta allo scri­ven­te è sta­ta og­get­to di im­me­dia­ta se­gna­la­zio­ne alla Pro­cu­ra del­la Re­pub­bli­ca, af­fin­ché fos­se pos­si­bi­le alle for­ze del­l’or­di­ne ef­fet­tua­re le ne­ces­sa­rie ve­ri­fi­che e in­da­gi­ni. Per­tan­to, nes­su­na sot­to­va­lu­ta­zio­ne del pro­ble­ma è pre­sen­te in Ate­neo, né tan­to meno nes­su­na vo­lon­tà di na­scon­de­re gli even­ti.

Il sen­sa­zio­na­li­smo con cui una par­te del­la stam­pa sta se­guen­do la vi­cen­da mi pre­oc­cu­pa mol­tis­si­mo, pri­ma di tut­to per il cli­ma di pe­ri­co­lo­sa sfi­du­cia che può in­ge­ne­ra­re in chi su­bi­sca vio­len­ze o mo­le­stie, ren­den­do sem­pre più dif­fi­ci­le de­ci­de­re di de­nun­cia­re l’ac­ca­du­to alle Au­to­ri­tà ac­ca­de­mi­che. Ri­ten­go quin­di pre­ci­so do­ve­re isti­tu­zio­na­le di ogni com­po­nen­te del­la Co­mu­ni­tà ac­ca­de­mi­ca non ali­men­ta­re con di­chia­ra­zio­ni im­pro­prie e su­per­fi­cia­li un cli­ma di so­spet­to che crea solo no­cu­men­to alle vit­ti­me del­le vio­len­ze, ma ado­pe­rar­si a tut­ti i li­vel­li af­fin­ché, gra­zie an­che a tut­ti gli stru­men­ti a di­spo­si­zio­ne nel­la no­stra Co­mu­ni­tà ac­ca­de­mi­ca, ogni Don­na e ogni Uomo sap­pia che può de­nun­cia­re, sen­za ti­mo­re, qual­sia­si for­ma di mo­le­stia su­bi­ta.

In­fat­ti, l’U­ni­ver­si­tà di Pa­ler­mo, an­che su im­pul­so del­la co­stan­te at­ti­vi­tà del­la Pro­ret­tri­ce al­l’In­clu­sio­ne, alle Pari Op­por­tu­ni­tà e alle Po­li­ti­che di Ge­ne­re, prof.ssa Bea­tri­ce Pa­sciu­ta, sta svol­gen­do un in­ten­so la­vo­ro per pre­ve­ni­re e con­tra­sta­re i gra­vi fe­no­me­ni le­ga­ti alle mo­le­stie e alle vio­len­ze di ge­ne­re, sia con di­ver­si in­ter­ven­ti di ca­rat­te­re cul­tu­ra­le e for­ma­ti­vo sia con l’ap­pro­va­zio­ne del “Co­di­ce di con­dot­ta per la pre­ven­zio­ne del­le vio­len­ze, mo­le­stie e di­scri­mi­na­zio­ni nel con­te­sto uni­ver­si­ta­rio” e con la pub­bli­ca­zio­ne del ban­do per la no­mi­na del/​del­la Con­si­glie­re/​a di fi­du­cia. È an­che in di­rit­tu­ra d’ar­ri­vo la crea­zio­ne di uno spor­tel­lo anti vio­len­za, di­scri­mi­na­zio­ni e mo­le­stie, a cui tut­ta la Co­mu­ni­tà di UNI­PA – Stu­den­ti, Do­cen­ti e Per­so­na­le TAB – po­trà ri­vol­ger­si per un sup­por­to in caso di bi­so­gno.

Alla luce di tut­to que­sto, chie­do quin­di a tut­ta la Co­mu­ni­tà ac­ca­de­mi­ca pa­ler­mi­ta­na di ri­por­re con se­re­ni­tà tut­ta la pro­pria fi­du­cia nei con­fron­ti del­le Isti­tu­zio­ni uni­ver­si­ta­rie, per con­tra­sta­re tut­ti in­sie­me ogni seme di quel­la inac­cet­ta­bi­le cul­tu­ra del­la so­praf­fa­zio­ne e del pa­triar­ca­to che co­sti­tui­sce il pe­ri­co­lo­so sub­stra­to dei gra­vis­si­mi epi­so­di con cui si ma­ni­fe­sta la vio­len­za di ge­ne­re”.


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