Sicilia – E’ stato appena approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana il provvedimento che sancisce la nascita di un nuovo comune dell’isola. Il suo nome sarà Misiliscemi. Il nome deriva dall’arabo “Masil Escemmu”, che indica “torrente o luogo elevato ove scorre l’acqua”.
Mentre in alcune regioni italiane si procede all’accorpamento di diversi comuni, nella periferia di Trapani è in corso il distacco di otto frazioni per formare il nuovo Comune.
Nel bel mezzo della pandemia e della conseguente emergenza sanitaria, mentre gli ospedali sono al collasso e l’economia siciliana crolla, fa sorridere vedere in cima alla scala di priorità questo “importantissimo” provvedimento….forse non arriveremo a Natale schiacciati dai positivi e dalla povertà galoppante ma…almeno avremo in Sicilia il nuovo comune di Misiliscemi!
L’iter è iniziato due anni fa con un referendum. Al referendum del 28 maggio 2018 gli abitanti residenti in altre zone della città disertarono le urne, mentre nelle frazioni si raggiunse il 52,04%, centrando il quorum. La ragione dei residenti risiede dal senso di abbandono delle contrade agricole. Infatti, da anni gli abitanti delle frazioni denunciano l’assenza dei servizi primari, oltre che la mancanza di investimenti in opere e infrastrutture, tantomeno la presenza di uffici comunali, a fronte di un regolare pagamento delle tasse al comune di Trapani. L’ier dovrebbe quindi concludersi oggi in aula.
Si tratta di Fontanasalsa, Guarrato, Locogrande, Marausa, Palma, Pietretagliate, Rilievo e Salinagrande. Proprio da quest’ultima contrada negli anni scorsi arrivò uno dei primi segnali, con proteste piccate sulla presenza di un centro di accoglienza per richiedenti asilo, da tutti conosciuto come il Cara di Salinagrande.
Le polemiche si concentrarono sui rifiuti presenti e sul lungo via vai di migranti che raggiungevano il centro della città, percorrendo quasi cinque chilometri a piedi. Inoltre la protesta proseguì contro quelli che viaggiavano a bordo dell’unico autobus urbano che raggiungeva la zona.
Si incrementerà, quindi, il già lungo elenco delle 7904 amministrazioni sparse nelle varie regioni italiane. Il territorio di Misiliscemi è grande circa 93 km quadrati e conta 8669 residenti. Si estende nella zona meridionale dell’attuale città, da tempo meta estiva dei trapanesi.
Dall’associazione Misiliscemi, che si batte per l’obiettivo dal 2005, tengono a sottolineare che “non è una secessione, ma l’inizio di un nuovo cammino”.
Adesso bisognerà definire i dettagli di questa autonomia, dalla sede del palazzo del nuovo comune ai rapporti con l’amministrazione originaria, con particolare riguardo ai dipendenti che dovrebbero transitare da un ente all’altro. Un iter tuttora indefinito. Poi sarà il momento delle prime elezioni e Misiliscemi avrà il suo sindaco.
La Regione Siciliana è quindi impegnata in queste ore a vagliare l’opportunità di creare il nuovo ente. La creazione di Misiliscemi costerà e non poco. Il miglioramento dei servizi necessari agli abitanti delle borgate periferiche dell’istituendo ente potrebbero essere risolti in altro modo e non mediante questa soluzione che alla lunga potrebbe rivelarsi fallimentare. Inoltre, la fornitura dei servizi essenziali richiederà un’adeguata copertura finanziaria. Come si otterranno i nuovi fondi? Inasprendo le entrate tributarie locali, attraverso la richiesta di sostentamenti nazionali e regionali o facendo ricordo all’indebitamento?
Ci chiediamo se ne vale veramente la pena, in un momento come questo in cui la priorità dovrebbe essere quella di potenziare i servizi degli enti locali già esistenti. E non è di poco conto lo sforzo che attualmente le istituzioni stanno facendo.
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