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Sorpresa a Unipa, aumentano ancora gli iscritti: le facoltà più amate dalle matricole

L’effetto Covid non ha mietuto vittime a Unipa. Almeno così sembra dagli ultimi dati forniti dall’ateneo palermitano e dagli altri presenti in Sicilia. I primi tre atenei dell’isola mantengono il trend positivo con 27.650 nuove matricole e conservano il tesoro guadagnato, perdendo appena 450 iscritti.

Tra le scelte dei ragazzi si consolidano le professioni sanitarie. Ma non mancano sorprese come a Palermo, dove Lettere ha guadagnato qualche decina di iscritti e Ingegneria perde qualcosa. Mentre a Catania si consolidano Giurisprudenza, Economia, Informatica e Lingue. A Messina, invece, sono predilette le discipline scientifiche.

Nel boom dello scorso anno le matricole iscritte a Palermo sono cresciute solo del 6%. Un trend positivo iniziato nel 2015, quando gli immatricolati erano il 40% in meno. Adesso in viale delle Scienze si viaggia stabilmente sopra le 10mila matricole e a ridosso delle 11mila, che garantiscono una cittadella da 43mila studenti.


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Sorpresa a Unipa, aumentano ancora gli iscritti

Rispetto al 2019 c’è una ripresa per facoltà tradizionali come Giurisprudenza (569 iscritti), Economia (476) e Architettura e anche Lettere (410). Mentre il percorso più “popoloso” è scienze dell’Educazione, con poco più di 800 iscritti a cui si aggiungono i 100 di Agrigento. “Colpisce un po’ – osserva Mazzola – il lieve calo di Ingegneria, che si giustifica secondo noi con la ripresa della mobilità”.

La strategia l’ha delineata il rettore Massimo Midiri: “Recuperare l’ultimo miglio”, cioè gli iscritti alle magistrali. “La piccola diminuzione di iscritti è inferiore al calo nazionale – dice il rettore – per recuperare il gap di iscritti alle magistrali stiamo creando un sistema di tirocini pratici obbligatori e perfezionando accordi con associazioni di categoria da Sicindustria a Confcommercio e con aziende nazionali e internazionali”.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”