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Toilette senza genere all’Università, la battaglia di prof e studenti: “Un bagno neutro”

Un bagno neutro nelle Università italiane, è questa la battaglia che un gruppo di ragazzi, insieme a un professore, sta cercando di portare a termine nel proprio ateneo, l’Università di Pisa, e poi a macchia d’olio in altri atenei. Un lavoro che nasce dalla mappatura di tutti gli edifici dell’ateneo toscano.

Una ricognizione che si è conclusa in questi giorni, proprio mentre su alcune porte dei wc sparse nei vari dipartimenti universitari comparivano i volantini degli studenti per spingere sull’acceleratore. Ma l’obiettivo dichiarato dell’ateneo pisano è comunque chiaro: un bagno genderless in ogni struttura.

“Se non ci fosse stata la lunga parentesi Covid, che ha fatto slittare tutto di un anno, l’operazione sarebbe già oggi a regime”, conferma il professor Arturo Marzano, delegato per “Gender studies and equal opportunities”. In questi giorni nella struttura pisana i volantini firmati dalla lista “Sinistra Per” (“Questo è un bagno neutro. A casa tua i bagni sono divisi per genere?” la domanda provocatoria) sono andati a coprire le classiche icone femminili e maschili davanti alle toilette.


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Toilette senza genere all’Università, la battaglia di prof e studenti

“Abbiamo mappato sia i bagni singoli che quelli collettivi. Per i singoli la scelta può essere quella di eliminare qualsiasi etichetta. Così si mantiene solo quella generica che indichi la presenza del wc. Per quelli collettivi l’opzione è togliere ogni simbolo oppure lasciare tra le varie cabine almeno una porta ‘neutra’”. Queste sono le parole del professor Arturo Marzano alla Nazione

Esiste, però, anche il fronte del no tra gli studenti pisani: “Anziché preoccuparsi delle strutture carenti, della rimozione di ogni spazio studentesco condiviso e della difficile situazione di un’Università che non riesce a gestire la pandemia in modo coerente, l’ateneo pisano preferisce abbandonarsi alla deriva della società aperta e del modernismo desertificante”. Così criticano la proposta gli studenti di Azione Universitaria.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”