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Umberto Eco contro le Università “popolate” e “online”

A pochi giorni di distanza dall’uscita radiofonica del sindaco di New York, Michael Bloomberg, nella quale – parlando ai giovani americani – ha consigliato di iscriversi ad una buona scuola professionale per idraulici piuttosto che all’università, sull’argomento ha voluto dire la sua anche Umberto Eco, semiologo e scrittore di fama internazionale.

Durante la lectio magistralis seguita alla consegna della laurea honoris causa in storia medievale da parte dell’Università di Burgos, l’autore de Il nome della rosa – e di tanti altri romanzi di successo – si è scagliato contro l’eccessivo numero di studenti nelle università e contro l’uso delle nuove tecnologie, il web in primis.

Eco, infatti, ha affermato che troppi universitari «bloccano l’attività accademica e spingono le università verso una profonda crisi».

Lo scrittore, inoltre, ha auspicato che l’università possa tornare «ad essere per una certa élite, proprio come accadeva nella sua migliore epoca».

Infine, l’intellettuale piemontese ha speso dure parole nei confronti dell’utilizzo di internet in ambito accademico in quanto «per via del web» si può accedere «a molte informazioni che in parte sostituiscono i lavori dei docenti», destabilizzando così il rapporto tra i professori e gli studenti universitari.

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1 risposta

  1. alvaro

    strano, ricordo eco quando sosteneva che l’accesso libero alle università non era un “danno” perché dalle università uscivano laureati che si facevano valere in tutto il mondo. e questa sua tesi era dimostrata dai laureati italiani che si facevano e fanno valere nel mondo scientifico internazionale. uno per tutti carlo rubbia. con la vecchiaia si diventa più conservatori ripristinare il rapporto tradizionale tra docenti e studenti è impossibile e qualora fosse possibile sarebbe una forzatura innaturale perché vi è anche una evoluzione naturale anche del rapporto tra professori e studenti dovuto alla tecnologia. è sorprendente che eco rimpianga le élite universitarie del bel tempo andato. a eco sfugge il fatto che tutto cambia e vi devono e saranno forme nuove di apprendimento. il fatto che possano accedere al sapere attraverso le nuove tecnologie tutti i cittadini è un progresso vero della società. eco non vorrà mica rendere il sapere elitario!?