Unipa produrrà le mascherine “Accura”

Nella zona artigianale di Misilmeri, l'università di Palermo, insieme ad alcune aziende produrrà...

Nella zona artigianale di Misilmeri, l‘università di Palermo, insieme ad alcune aziende produrrà mascherine chirurgiche “Accura” destinate alla protezione civile. 

L’iniziativa è coordinata da Gioacchino Fazio del Dipartimento di Economia e Gennara Cavallaro del Dipartimento di Tecnologie Biologiche, Chimiche e Farmaceutica ed ha ottenuto il parere favorevole dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’idea è nata da una telefonata domenicale tra i colleghi universitari. La ditta Infantino srl ha accolto l’idea. Il progetto è stato realizzato in 3 settimane. I due dipartimenti dell’Università di Palermo si sono occupati sia dell’organizzazione della filiera produttiva, che dei test di conformità tecnica ai sensi della normativa vigente.

Il progetto è stato realizzato in 3 settimane. I due dipartimenti dell’Università di Palermo si sono occupati sia dell’organizzazione della filiera produttiva che dei test di conformità tecnica. Questo è stato possibile grazie al contributo gratuito dei laboratori di Polimeri Biocompatibili, di Biochimica del professore Giulio Ghersi e di Artea srl e alla ditta Infantino srl. Il nome del dispositivo, “Accura”, è un appello a porre “attenzione”, ma anche un invito ad avere “cura” dei propri comportamenti. In fase di start up si produrranno produrre circa 25.000 mascherine chirurgiche a settimana, ma il progetto prevede a breve un ulteriore possibile sviluppo ed un incremento della capacità produttiva fino a 150.000 mascherine al giorno. Si sta attivando un processo per la produzione di dispositivi FFP2 e di mascherine chirurgiche biodegradabili a base di biopolimero.

Il progetto era stato sottoposto il 26 marzo ad Invitalia, nell’ambito dell’iniziativa di finanziamento di 50 milioni di euro denominata #CuraItalia Incentivi.

Il 30 marzo la domanda è stata rigettata in quanto non è stata giudicata realizzabile. La fase produttiva è stata invece avviata meno di 10 giorni dopo, grazie al lavoro in sinergia tra i dipartimenti universitari e il contributo di privati, ma senza nessun supporto del governo nazionale.

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