5 Giugno 2025

Università italiane: perché ci si laurea tardi e quanto costa alle famiglie il ritardo | I dati

In Italia all’università ci si laurea sempre più tardi: ecco perché i tempi si allungano, quanto costano alle famiglie e cosa si può fare per cambiare.

Tempi università
Tempi università – fonte: Web

In Italia ci si laurea sempre più tardi. I dati del rapporto Almalaurea 2023 lo confermano: solo il 46,6% dei laureati triennali ha meno di 23 anni, mentre quasi il 12% ha 27 anni o più. Per chi prosegue con una magistrale, la situazione si complica ulteriormente: oltre il 31% dei laureati ha più di 27 anni al momento della discussione della tesi.

Questo prolungamento dei tempi universitari rispetto alla durata “ufficiale” dei corsi di studio comporta un aumento dei costi, sia diretti che indiretti, per le famiglie italiane. Ritardare il conseguimento del titolo significa, di fatto, ritardare l’ingresso nel mercato del lavoro e prolungare la dipendenza economica dagli adulti.


Le cifre del ritardo: Italia tra gli ultimi in Europa

Un confronto internazionale mette in evidenza l’anomalia italiana. Nella fascia d’età 25-29 anni, ben il 28,7% dei giovani italiani laureati è ancora in formazione, contro una media OCSE del 18,9%. Non solo: solo l’8,8% di questi giovani ha un’occupazione, mentre il 18,8% è fuori dalla forza lavoro.

I numeri sono ancora più netti se confrontati con paesi come:

  • Germania: solo il 5,4% è fuori dalla forza lavoro e il 19,4% lavora già
  • Francia: solo il 2,3% è fuori dalla forza lavoro e l’8,7% è occupato
  • Italia: 18,8% fuori dalla forza lavoro, un dato allarmante

Tardi alla laurea, tardi al lavoro

Il ritardo nella laurea si riflette anche nei dati sull’occupazione dei giovani laureati:

  • Nella fascia 25-34 anni, in Italia lavora il 74% dei laureati
  • In Francia l’87,6%, in Germania l’88,9%, media OCSE: 86,6%

È solo tra i 35 e i 44 anni che i laureati italiani raggiungono tassi di occupazione paragonabili a quelli europei (88,9% in Italia contro il 90,2% della media OCSE).

Perché si allungano i tempi di laurea?

Le cause sono molteplici e complesse. Tra le principali:

  • Struttura dei corsi poco flessibile
  • Carichi didattici mal distribuiti
  • Poca attenzione all’orientamento iniziale
  • Limitata possibilità di conciliare studio e lavoro
  • Difficoltà economiche o familiari

Il Ministero dell’Università, con il ministro Bernini, ha istituito un gruppo di lavoro per ripensare le regole di reclutamento e la qualità dell’offerta formativa, mirando anche a riformare la Legge Gelmini del 2010. L’obiettivo è modernizzare l’università italiana, rendendola più efficace e aderente alle esigenze degli studenti e del mondo del lavoro.

La proposta: corsi calibrati e più mirati

Dal 2012 al 2022 c’è stata una crescita notevole dell’offerta universitaria, in particolare nelle lauree magistrali, spesso con obiettivi molto specifici. Una delle possibili soluzioni al problema dei tempi lunghi è calibrare meglio i contenuti dei corsi, in relazione ai diversi obiettivi formativi: generalisti o professionalizzanti.

Non si tratta di limitare la libertà d’insegnamento, ma di promuovere una maggiore coerenza tra programmi, obiettivi e tempi, in modo collegiale e condiviso tra i docenti. Questo potrebbe rafforzare la struttura dei percorsi di studio e aiutare gli studenti a laurearsi nei tempi previsti, senza sacrificare la qualità dell’apprendimento.

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