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Nuovi Concorsi e riforma Brunetta, perché i giovani rischiano di essere tagliati fuori

Tanto attesa quanto discussa. La riforma Brunetta, ovvero l’articolo 10 del decreto Covid (D.L. 44/2021) per l’accesso ai Concorsi pubblici, continua a sollevare aspre critiche e forti perplessità.

Il Concorsone per il Mezzogiorno: le critiche

I primi risultati della riforma sono già presenti nel bando per l’assunzione di 2.800 tecnici specializzati nelle amministrazioni del Sud. Fortemente voluto dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna, la selezione dei tecnici (amministrativi giuridici e progettisti) a tempo determinato (per un massimo di 36 mesi), avverrà in base non soltanto ai titoli di studio ma anche in base a quelli professionali, legati all’esperienza lavorativa.

«Così lasciamo indietro i giovani»

Dalla parte dei milioni di concorsisti si schiera l’avvocato Francesco Leone: «Si tratta di una delle peggiori sciagure che si stanno abbattendo su una generazione di italiani. Questo decreto non solo dà un calcio nel sedere ai giovani ma finisce anche per assumere solo adulti, da 35 a 40 anni, con esperienze, che non è detto che siano più preparati dei 28enni che, anche a causa della depressione del mercato del lavoro, hanno pochissime esperienze maturate». Questa la sua dura dichiarazione rilasciata alla rivista Open.  «Il claim di questo governo è “corriamo” ma così lasciano indietro i giovani e promuovono un concorso per vecchi. Un dramma» conclude l’avvocato.


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Riforma Brunetta: dubbi di incostituzionalità

A preoccupare l’avvocato Leone, il fatto che la riforma possa violare la Costituzione. «La giurisprudenza dice chiaramente che, per selezionare il merito, bisogna sottoporre alle prove più persone possibili. Più esamini, più trovi il merito. Il rischio, infine, è che venga data troppa discrezionalità alle amministrazioni che potrebbero bandire persino concorsi confezionati su misura», citando l’articolo 51 l’articolo 97 della Carta Costituzionale, secondo cui: “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge”; “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi previsti dalla legge”.

«Tagliati fuori i giovani neolaureati»

Aspre critiche sollevate anche da Luigi Iovino, deputato del Movimento Cinque Stelle: «Non c’è espediente migliore, per dare un ulteriore stimolo alla fuga a gambe levate dei nostri giovani talenti, che una selezione per titoli ed esperienze professionali che ragazzi appena laureati non potranno mai aver maturato. Introdurre questo requisito equivale a tagliare fuori una fetta consistente di giovani neolaureati», evidenziando come la disoccupazione giovanile sia una dei principali problemi del Mezzogiorno.

La rabbia dei giovani concorsisti

Tanti i tweet di dissenso ed indignazione da parte dei giovani in seguito alla pubblicazione del bando. A diffondersi, l’hashtag #ugualiallapartenza. “ Il D.L. Brunetta è palesemente incostituzionale”, “Il decreto Brunetta sui concorsi pubblici è uno schiaffo in faccia ed è una barriera d’accesso ai più giovani. Basta così. #ugualiallapartenza #noriformabrunetta” e ancora “Con la riforma della p.a. introdotta da Brunetta il ricambio generazionale sarà reso ancor più difficile e le reali capacità e competenze dei concorrenti non saranno testate adeguatamente. No alla preselettiva, no sbarramento post-valutazione per titoli #ugualiallapartenza”.

Quali i possibili scenari?

Cosa potrebbe accadere adesso? Innanzitutto, c’è il concreto rischio di impugnazione della norma davanti alla Corte Costituzionale. Potrebbe succedere che, nei singoli bandi di concorso, la scelta di certi titoli a discapito di altri, possa moltiplicare le impugnazioni, finendo per compromettere e rallentare lo svolgimento dei concorsi. Il pericolo è che questa norma penalizzi proprio i giovani alla ricerca di occupazione, avendo esattamente l’effetto contrario rispetto all’intento della riforma.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.

1 risposta

  1. Emanuele C.

    Il futuro di noi giovani è così incerto…ed il periodo storico che staimo affrontando di certo non viene in nostro aiuto….speriamo solo in bene.