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Recovery, Draghi presenta la bozza del Pnrr al Cdm: 318 pagine per cambiare l’Italia

“Consegneremo alle prossime generazioni un Paese più moderno“. È questo l’impegno assunto da Mario Draghi per cambiare l’Italia nei prossimi anni. Il premier Draghi presenta al CdM le 318 pagine del Piano di Ripresa e Resilienza dove emergono sei missioni, quattro grandi riforme, tre priorità trasversali di sostegno a giovani, donne, Sud.

Come spiega l’Ansa, nella bozza del Pnrr sono previste 30 grandi infrastrutture di ricerca e uno di eccellenza per le epidemie. La stima del suo impatto sul Pil “sarà nel 2026 di almeno 3,6% più alto”. Chiaramente sono subito emerse le prime resistenze politiche su alcuni punti, in primis sullo stop a quota 100 e il mancato rinnovo del Superbonus per il 2023. Ma nel piano è anche prevista la creazione di 228mila nuovi posti per gli asili, oltre ad un accesso snello, semplificazione e digitale per la P.A. E la laurea varrà già come esame di Stato. E poi, più gare nei servizi pubblici, 25 miliardi per i treni veloci.


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L’invio del piano all’Europa è previsto per il 30 aprile. La bozza prevede che il 40% delle risorse vadano al Sud, il 38% a progetti “Verdi” e il 25% a progetti digitali. Il piano è composto da 6 missioni e 4 riforme della Pubblica amministrazione, della giustizia, per la concorrenza e le semplificazioni.

Dopo la presentazione del piano, il governo varerò tre decreti e leggi delega come quella prevista a luglio per la concorrenza:

  • Un decreto servirà a snellire le norme (con la nascita di un apposito ufficio a Palazzo Chigi), con misure come una speciale “VIA statale” per rendere più rapide le autorizzazioni del Pnrr;
  • Il secondo decreto servirà per le assunzioni nella P.a. che rafforzeranno l’attuazione del Recovery;
  • Il terzo per definire la governance del piano: la cabina di regia a Palazzo Chigi (con rafforzamento degli uffici della presidenza del Consiglio) dovrebbe coinvolgere le amministrazioni coinvolte, gli enti locali, le parti sociali.

Tra le numerose misure, 6,7 miliardi sono destinati a rinnovabili, internet veloce a 8 milioni di famiglie e 9mila scuole. Quindi 25 miliardi per la rete ferroviaria veloce. Sparisce dal piano il cashback, anche se resterà momentaneamente in vigore.

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