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Produce cannabis in casa per curare la sua malattia, assolto: “È ora di legalizzarla”

“Siamo molto soddisfatti dell’assoluzione perché il fatto non sussiste. È la soluzione auspicata perché da tempo avevamo chiesto l’archiviazione. De Benedetto non ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti”. L’avvocato Lorenzo Simonetti commenta così la sentenza del tribunale di Arezzo che ha assolto Walter De Benedetto, un paziente di artrite reumatoide imputato in un processo perché in casa coltivava cannabis che lui ha sempre sostenuto di usare a scopo terapeutico. “Solo per questo la adoperava – spiega ancora il legale – per il dolore che l’artrite reumatoide di cui soffre gli provocava”.

“Le dosi fornite dalla Asl – ha spiegato ancora l’avvocato Simonetti – non bastavano alla sua cura“. Soddisfazione è stata espressa anche dall’ex presidente del Corecom toscano Enzo Brogi che per primo aveva sollevato il caso. Soddisfazione è stata espressa anche dai parlamentari Caterina Licatini del Movimento 5 Stelle e Riccardo Magi di +Europa, quest’ultimo protagonista nei mesi scorsi di una protesta eclatante: portò della cannabis a Walter De Benedetto, nella sua casa a Ripa di Olmo, nei pressi di Arezzo, e poi si autodenunciò a Roma.


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“Sono soddisfatto, non solo per me ma anche per tutti coloro che vivono nelle mie stesse difficoltà proprio perché è stato affermato il principio del diritto di cura con la cannabis a solo scopo terapeutico. Ringrazio chi mi ha sostenuto e la mobilitazione che si è creata intorno a me. Da questa sentenza possiamo partire per portare avanti la nostra lotta”, ha commentato De Benedetto che stamani non era in aula perché ieri sera non è stato bene, ma, raggiunto al telefono, ha commentato la sentenza.

“Mi sento molto sollevato dalla decisione del tribunale”, ha anche detto. A pesare sull’orientamento assolutorio della sentenza proprio il fatto, come ha sottolineato il suo legale, che De Benedetto, 48 anni, ex dipendente comunale, non ha mai fatto uso di droga e ha usato cannabis solo per usi esclusivamente terapeutici. “Grazie a te questa sentenza vola più in alto”, ha pure commentato l’avvocato Lorenzo Simonetti, uno dei legali, informando Walter De Benedetto dell’assoluzione.

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