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Le 5 domande pronunciate in ogni casa di fuorisede

Se siete dei fuorisede avrete sicuramente sentito queste 5 frasi, altrimenti le avrete pronunciate voi:

1. «Chi chiama il proprietario di casa?» 

Nelle case dei fuorisede c’è sempre qualcosa di rotto o che comunque non funziona come dovrebbe. Il rubinetto che perde, il forno che non si accende, i termosifoni che non scaldano o il freezer che non raffredda. E in questi casi che si fa? Si chiama il proprietario di casa per spiegargli la situazione e pregarlo (sì, è necessario pregarlo, nonostante i soldi dell’affitto che si intasca ogni mese) di risolvere. Ovviamente nessuno dei coinquilini ha voglia di affrontare questa telefonata, ma a qualcuno tocca. 

2. «Prepariamo un dolce?»

 Nei momenti di noia, in quelli di tristezza, oppure quando si cerca un modo qualsiasi per rimandare lo studio, la soluzione è sempre e soltanto una: mettersi il grembiule e preparare un dolce. In ogni casa di fuorisede, c’è sempre qualcuno che lo propone a cadenza regolare; e ovviamente non c’è mai nessuno che si tiri indietro. Immancabile è anche il coinquilino che non muove un dito ma non si esime dal mangiare una generosa fetta di torta.

3. «Qualcuno va a comprare la carta igienica?» 

Nelle case dei fuorisede si condividono molte cose, da quelle astratte come l’ansia pre-esame, a quelle concrete come la carta igienica. Che, puntualmente, finisce sempre e comunque nel momento del bisogno (più o meno letterale che sia) e che qualcuno deve scappare a comprare nel supermercato più vicino.

4. «Chi deve ancora darmi i soldi delle bollette?»

 Essere un fuorisede equivale a essere perennemente con le pezze al culo. Per questo, il malcapitato coinquilino a cui sono intestate le bollette sarà costretto a battere cassa ogni giorno, finché finalmente non riuscirà a riscuotere i soldi che gli spettano. Fino alla bolletta successiva.

5. «A chi tocca pulire il bagno?»

 L’unico modo per sopravvivere in una casa condivisa con altri coinquilini è organizzare i turni delle pulizie. Convivere con dei perfetti sconosciuti non è mai semplice, ma farlo in una casa sporca è difficilissimo, quindi meglio mettere nero su bianco alcune semplici regole. E nonostante il foglio con i turni campeggi sul frigo, tenuto fermo da una calamita, ci sarà sempre qualcuno che, un giovedì pomeriggio o una domenica mattina, totalmente random, si chiederà a chi tocchi pulire questa o quest’altra stanza.

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