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Conflitti universitari: quando la convivenza diventa una battaglia campale

Siamo tutti stati lì: la gioia di essere finalmente indipendenti dai genitori, la libertà di vivere la propria vita universitaria come si vuole, ma anche la scoperta che condividere un appartamento con altri studenti non è sempre una passeggiata.

Ci sono quelli che lasciano i piatti in giro per giorni, quelli che non pagano mai il loro contributo per le bollette, quelli che organizzano feste ogni notte e quelli che si alzano alle 5 del mattino per fare jogging (e non importa se gli altri stanno ancora dormendo).

E poi ci sono i conflitti più seri, come quelli legati al rumore e alla privacy. C’è sempre qualcuno che vuole fare musica ad alto volume mentre gli altri stanno studiando per un esame, o qualcuno che invita amici a casa senza avvisare gli altri coinquilini.

Ma non disperate, ci sono alcuni trucchi per evitare questi conflitti e vivere in pace con i propri coinquilini.

Innanzitutto, è importante stabilire delle regole chiare fin dall’inizio. Queste dovrebbero includere le responsabilità per la pulizia e il pagamento delle bollette, ma anche le regole per il rumore e la privacy. È importante che tutti i coinquilini siano d’accordo su queste regole e che ci si impegni a rispettarle.

In secondo luogo, è importante comunicare. Se avete un problema con un coinquilino, è meglio parlarne subito invece di accumulare risentimento. Chiarire i problemi e trovare una soluzione insieme è sempre meglio che lasciare che le cose peggiorino.

Infine, è importante saper ridere di se stessi e della situazione. Condividere un appartamento con altri studenti può essere stressante, ma può anche essere divertente e pieno di avventure. Cercate di vedere il lato divertente dei conflitti e godetevi la vostra vita universitaria.

In sintesi, la convivenza universitaria può essere un’esperienza emozionante e divertente, ma può anche essere fonte di conflitto. Con un po’ di comunicazione, regole chiare e un po’ di buon senso, si può evitare che la convivenza diventi una battaglia campale e godersi la vita universitaria al massimo.

Tutti dovrebbero avere dei coinquilini, almeno una volta nella vita. È un’avventura tosta, ma che ti insegna a stare al mondo. Se ti accingi ad affrontarla, ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarti a godertela (o almeno a uscirne vivi).

Coinquilini: 4 consigli per la convivenza

Questa casa non è un albergo, ovvero: stabilire i turni delle pulizie.

Se sei abituat* alla mamma che ti rifa il letto tutte le mattine, ho delle cattive notizie per te: quando vai ad abitare da sol*, ti tocca pulire. La faccenda si complica quando condividi l’appartamento con altre persone e ci sono degli spazi comuni che sono responsabilità di tutti. In questi casi, c’è un’unica soluzione: mettersi d’accordo sui turni delle pulizie. Potrebbe sembrarti banale, ma è fondamentale per evitare che tra te e tuoi coinquilini finisca a mani in faccia. Si, perché persino un monaco zen darebbe di matto se tornasse a casa dopo una lunga, estenuante giornata e trovasse una pila di piatti sporchi nel lavandino o il sacchetto dell’umido pronto a esplodere.

Bitch better have my money, ovvero: organizzare un fondocassa.

Per quanto tu e i tuoi coinquilini possiate essere diversi, c’è qualcosa che vi accomuna, anche se forse non ci hai mai riflettuto: le pezze al culo. Chi, potendoselo permettere, preferirebbe abitare con dei perfetti sconosciuti invece che per i fatti propri? Appunto, nessuno. L’unico vero motivo per cui qualcuno decide di – o si rassegna a – vivere con dei coinquilini è la prospettiva di risparmiare. In nome della miseria che vi unisce, proponi un fondocassa per le inevitabili spese comuni, così che nessuno sia costretto a pagare di tasca propria la bolletta del gas o la carta igienica, e tendere delle imboscate per riavere indietro i soldi che gli spettano.

Esperienza ai limiti della morte, ovvero: sopravvivere al bagno in comune.

Condividere il bagno con i coinquilini è al primo posto della mia personale classifica Cose Che Non Mi Mancano Affatto. Eppure, basterebbe davvero poco per rendere meno traumatico questo aspetto della convivenza: aprire la finestra dopo aver fatto la doccia, non lasciare mazzi di capelli in giro, cambiare il rotolo di carta igienica quando finisce, pulire le macchie di dentifricio dal lavandino e non collezionare flaconi vuoti di shampoo sul bordo della vasca. E ovviamente non occupare il bagno per ore, senza curarsi minimamente delle vesciche degli altri abitanti della casa. Non è complicato, giuro: solo semplice buonsenso.

Alla scoperta di un’arte dimenticata, ovvero: non rompere i coglioni.

Non importa se vi odiate, se vi volete bene, se vi limitate a tollerarvi civilmente, se siete diventati amici, se vi incontrate una volta alla settimana o se passate molto tempo insieme: ci saranno volte in cui tu e i tuoi coinquilini vi darete sui nervi a vicenda e la voglia di lanciarvi i coltelli prenderà il sopravvento. Cosa fare in questi casi? Non ho nessuna formula magica ma, in tanti anni di coinquilinaggio, una cosa l’ho capita: ogni tanto, l’unico modo per vivere serenamente sotto lo stesso tetto è lasciarsi reciprocamente in pace per un po’. E, su questo punto, non penso servano ulteriori spiegazioni.

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