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Approccio all’Unipa, momenti di vita vissuta

Dovendo scrivere su un sito appena inaugurato, non posso che riportare alla mente il mio primo contatto con l’“Uni” di Palermo da studente fuori sede, rivolgendomi soprattutto alle matricole (poveri ragazzi, non me la sento di infierire, cercherò di limitarmi, promesso).

Sicuramente la mia generazione, quella dei post-venticinquenni per intenderci, tartassati dalla laurea imminente, dall’incipiente calvizie e la nascita del dente del giudizio, converrà, almeno in parte, con quanto scriverò in questo post, magari riconoscendosi (o magari no, il mondo è bello perché è vario).

Le prime impressioni sono state di confusione totale. Come prima cosa, le aule. Non so le altre, ma le aule di Lettere sembrano omologate per i pigmei. Almeno io, che sono 1,75 cm, mica Bao Xishun, avevo sempre le gambe gnutticate a mo di sardina e l’ orrore si materializzava quando ero costretto ad alzarmi per far passare i colleghi, dovendo ritrovare la posizione corretta e gnutticarmi di nuovo le gambe. Per non parlare delle tanto famose aule di Gregotti (le “aule di fisica” per intenderci).Sembrava di stare in un carcere. E l’audio era pessimo pi ghiunta.

Ma comunque, sorvolando sulle aule, che alla fine uno pensa che è solo il male minore, arriviamo al primo esame. E qui viene il bello. Uno non è che è preparato tanto per passare l’ esame, la prima volta, ma si è studiato pure l’indice, la prefazione e il codice ISBN del libro. Tutto contento, e un poco, scantato, mi appresto a consegnare lo statino che, per inciso, ai miei tempi (eh sì, ai miei tempi!) era una sorta di schedina di totocalcio, che si doveva compilare a mano casella per casella (e guai ad annerire quella sbagliata!).

Consegnato lo statino spunta fuori la famosa, temuta o agognata calendarizzazione. Ma no una normale, una sorta di lista di proscrizione in cui i duecentocinquanta di studenti che arrivavano fino alla lettera L (per esempio) erano “calendarizzati” fino a metà marzo (l’appello era a febbraio), mentre tutti gli altri sarebbero stati esaminati a luglio. Luglio?!? Parola d’onore. Luglio. Poi non lo so come è finita per gli altri perché io, per ovvie ragioni, rientravo tra quelli di fine febbraio. Sto a posto, ho pensato. Ma quando mai.

Il prof la mattina dell’esame spunta, e bel bello dice: «Ragazzi, sto andando in Libia, chi vuole fare esami oggi lo fa con la prof taldeitali, chi lo vuole fare con me lo fa a marzo».

Così, tranquillo. Bonasira! Figuratevi noi, al primo esame, se avevamo intenzione di sederci con un’ altra prof, che manco conoscevamo…e se era una pazza scatenata? O se era una sciarriata ca cuntintizza? (ce ne sono, tranquilli).

Io personalmente ho deciso per la seconda opzione e ho sostenuto il mio primo esame a metà marzo, praticamente a ridosso del secondo semestre. Andò bene,e voglio pure credere, ho studiato le stesse cose per tre mesi.

Altro trauma infantile furono le code in segreteria. Code? Ottimisti. Lì si parlava di intasamenti autostradali. Intere giornate per presentare domande varie, per accertarsi che l’iscrizione fosse stata eseguita, la materia fosse stata caricata e bla bla bla, perché se non li tartassi non è che è sicuro che le materie te le caricano eh!Troppo assai ci vuole…è un lavoraccio!A momenti ci andavamo col plaid e la caffettiera pronta, tanto valeva fare na rurmuta e svegliarsi al grido di “39”!, per esempio.

Ce ne sarebbero di cose da raccontare, in sette anni l’esperienza fa maestri in conoscenza della disorganizzazione applicata. Ma comunque ora si stanno attrezzando. Qualcuno si è svegliato e ha deciso che dobbiamo entrare nell’ era della modernità. Per cui statini telematici, avvisi, iscrizioni online (le aule sono sempre quelle, ma bisogna sapersi accontentare), calendarizzazioni preventive (seee, ancora un sogno!), appelli comunicati con largo anticipo (ci si può ancora lavorare).

Mi raccomando, matricole vogliose di imparare, sbrigatevi, i datori di lavoro vi aspettano a braccia aperte! Anche perché, non si sa mai, a qualche moderno seguace del progresso e della tecnologia potrebbe passare per la testa che siete ormai “obsoleti” e annullare il vostro piano di studi! Giuro! Sembra fantascienza ma è la realtà, come la disorganizzazione all’ Università di Palermo.

Ma noi confidiamo nel buon senso di chi opera per aiutarci a costruire il nostro futuro, e un’opportunità la vogliamo concedere, vero?

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A proposito dell'autore

Vito Cipolla Maiorana è nato a Erice il 9 marzo 1986, ed è cresciuto nella campagna trapanese tra ville, bagli, ulivi e vigneti. Dopo la maturità classica si è trasferito a Palermo per frequentare Lettere Moderne e dopo aver vinto la diffidenza, non avrebbe voluto più andarsene. A Palermo ha conosciuto l’ amore e tante altre cose importanti per la formazione di un uomo. Ha collaborato con alcune riviste universitarie della Sicilia e adora viaggiare anche se, causa tempo, non può farlo come vorrebbe. Adora anche la pizza, il gelato, il cocktail di gamberi, stare con gli amici, e fare progetti.

13 Risposte

  1. rina

    Ottimo post….descrive alla perfezione unipa vista da matricole!però in tutto questo c’è da considerare che all’ unipa nulla era dovuto allo studente. le cose,anche le più piccole, si dovevano conquistare….e dopo averle conquistate sentivi senso di soddisfazione unico!!!!!!l’unipa aiuta anche a crescere…..;-)

  2. Sabrina

    Complimenti, un post interessante ma soprattutto divertente! 😛

  3. Diana Purpi

    “SCIARRIATA CA CUNTINTIZZA” … Fenomenale questa!

  4. tonino

    Comunque sia, dico la mia caro Vito; sei dentro il sistema (o quasi) dell’unipa, pertanto voglio darti un consiglio, visto che anche tu sei uno studente come tutti noi, mi piacerebbe l’idea che tu continuassi a scrivere con il tuo stile, ironico e riflessivo nello stesso tempo, le nostre condizioni anomale e pietose. Rendici orgogliosi dei tuoi pensieri e per tante volte, sii coraggioso, cerca di descrivere le ingiustizie dell’università palermitana. Non nasconderti, descrivi la realtà quotidiana, cerca, scopri, osserva. Sappi che tanti studenti che leggeranno il blog, darai loro un sorriso e riceverai tante pacche sulle spalle, che di questi tempi servono molto. Ciao Vito, buon lavoro.

  5. VCM

    ciao tonino, il tuo commento è molto sentito e lo sento anche io, dà la misura di ciò che mi propongo di fare, qualora se ne presentino i motivi per farlo 😉

  6. Stefania R. Calandrino

    Realismo spavaldo e ritratto disincatato, non foderato dal prosciutto o dal rimacinato della carne avanzata dalle arancine di Santa Lucia (non le avrai mangiate tutte ieri per sfornare questo post, vero?) dipinto da un veterano-medio (non crederti poi tanto vecchio, ti conosco e ancora la “fulgida chioma” non ti ha abbandonato così come la voglia di continuare a “combattere”nonostante tutto… merito di UNIPA dai, ti esercita alla sopravvivenza!) pronto a ritrarre le crepe di un sistema che gli “antichi e saggi padri d’un tempo” han congegnato per “onorare” l’impegno delle giovani menti pronte all’attacco nello sfolgorante campo di battaglia del sapere univeritario!

    Il tuo post incoraggia a dare tanti colpi di scalpello per togliere via gli avanzi di un colosso, forse troppo ingombrante nei suoi cavilli burocratici pseudo-moderni, o nelle sue fondamenta un po’ fatiscenti ( sia in senso reale che figurato!) scolpito per una Palermo dei giovani che vuole invece un nuovo modello più adatto ai suoi bisogni (e che a livello nazionale lotta per assicurarsi il diritto allo studio) però “attenzione attenzione”, per ottenere ciò, per aspirarare ad un cambiamento-miglioramento, occorre che tutti noi studenti ( e come Vito concordo e prolungo da coro l’appello rivolto alle “piccole” matricole ) non ci consideriamo pedine impotenti di una scacchiera capitanata dall’alto, ma tanti regine, torri e alfieri capaci, uniti, di essere la forza costruttice del rinnovamento, senza arroccarci in critiche sterili e vuote di contenuto che alzano solo polvere su di un panorama che deve rimanere ben visibile! senza dividerci, senza offenderci l’un con l’altro, nel reciproco rispetto.

    Ecco quindi che un articolo simile va incorraggiato! perchè spiana la strada su cui fare i nostri passi con spirito di conoscenza e quindi di non sopraffazione… oltre che di procurarci qualche sorriso, che di questi tempi non fa mai male…
    Siamo in un momento critico ed importante, non solo per l’università di Palermo, ma per l’intera istruzione italiana.

    Il tuo contributo, Vito, serva quindi sì, alla costruzione della consapevolezza delle difficoltà in atto, ma, proprio a partire da questa consapevolezza, alla possibilità di sollevarci e di gridare a voce alta che “Noi” valiamo … non piangiamoci addosso.

    Ironia, realismo, pragmatismo, chiarezza, speranza, combattività, sono le sensazioni che mi hanno suscitato le tue parole Vito.
    Continua così.

  7. VCM

    stefania!non sei cambiata per niente, da quel lontano 13/12/2012 in cui hai sostenuto l’ esame di letteratura italiana!sempre chiara e CONCISA!ahahahahah….come sempre, riesci a cogliere sfumature, intenti, punti di partenza e di arrivo.L’ Università di Palermo è un bene prezioso per tutti noi, per la città e per la Sicilia(e oltre, perchè no), quindi tutti insieme dobbiamo cooperare per migliorarla, studenti, impiegati e docenti..immobilizzarci con un sistema affannoso non è il modo migliore per riuscirci, e allo stesso tempo a noi spetta di cogliere quanto di buono, interessante e brillante offre anche questo polo Universitario, in un momento in cui tutti, chi per moda, chi per scelta ponderata, emigra verso lidi più sicuri.Ciao Stefania e in boccal lupo, sai a cosa mi riferisco! 😉

  8. Giovanni

    Dai….che ormai, da quando hanno informatizzato tutto (l’anno scorso) siamo apposto, l’UNIPA’ adesso sarà sicuramente a passo con tutti gli altri atenei d’Italia!
    Immagino solo le facce delle matricole quando per la prima volta valicheranno la soglia della facoltà di ingegneria per cominciare la prima sfida da universitario ufficiale:”la ricerca dell’aula”….sembra quasi una caccia al tesoro, e poco alla volta quando per i lunghi corridoi ti distrai dalle tante tabelle delle diverse aule, che guarda caso nessuna di esse è mai quella che cerchi, ti accorgi che il pavimento è di uno strano colore grigio scuro che da sul nero e ti chiedi, ma da quanti secoli ha che non lavano per terra?!?!? muah!!!! lo farò presente a chi di dovere! …salvo poi capire e rassegnarti quando ti ritrovi in aula dei cani decisi a seguire le lezioni insieme a te!
    Annullare il piano di studi?!?!?!!? niente di strano, se sono riusciti a perdere i verbali degli esami costringendo gli studenti a risostenere l’esame, potrebbero arrivare anche a quello! POVERE MATRICOLE….chissà quale paradiso terrestre avranno sognato prima di ritrovarsi davanti l’incubo della realtà!

  9. VCM

    Giovanni, per annullare il piano di studi mi riferivo alla tristissima “decadenza studenti”, che per ora sembra scongiurata.I cani sono un pezzo di storia dell’ Unipa(e di Lettere in particolare), fino a quando sono innocui…;)

  10. vale

    Ma allora non ho capito la “decadenza studenti” c’è o non c’è?? è stata tolta per tutti?? o solo per alcune facoltà? quanta confusione intorno a questo argomento!

  11. VCM

    la decadenza studenti è stata sospesa, ma non annullata.questo è quanto si sa ad oggi.se ci sono aggiornamenti in merito saremmo lieti di accogliere i commenti dei meglio informati

  12. giuseppe bianca

    ho passato da qualche tempo i giorni dell’Università, ma colgo l’occasione, da appassionato di citizen journalism per augurare a questo nuovo blog il massimo della fortuna e l’entusiasmo che sprizza anche da questo post. entusiasmo che oggi i giovani si concedono quasi come fosse un lusso. tra disincanto e speranza ricordo a chi lavora a questo blog l’insegnamento più importante, oggi più di ieri: memento audere semper, una frase per tutti e non di qualcuno. in bocca al lupo!