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Classifica de Il Sole 24 Ore, Unipa penultima: ma è davvero così?

Sessanta su sessantuno. Questa è la posizione dell’Università degli Studi di Palermo nella classifica degli Atenei italiani rilasciata da “Il Sole 24 Ore”, basata su dodici indicatori di qualità (nove attinenti alla sfera della didattica e tre a quella della ricerca).

In pratica, secondo l’elaborazione dell’autorevole quotidiano economico, Unipa sarebbe al penultimo posto della graduatoria generale delle università statali con 29 punti, mentre è 54ª nella classifica della ricerca e 52ª in quella della didattica.

Un giudizio senza dubbio negativo e duro, soprattutto alla luce delle prossime immatricolazioni.

Ma Unipa, secondo voi, è davvero così scadente come “sostiene” la classifica oppure la posizione è esageratemente pessimista?

Dite la vostra.

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A proposito dell'autore

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45 Risposte

  1. Arianna

    Si che lo è.
    E’ inconcepibile conoscere le date degli esami una settimana prima degli stessi, è altrettanto inconcepibile che le date cambino anche dopo la prenotazione e senza che nessuno ti avvisi! E’ vergognoso arrivare in viale delle scienze venti minuti prima dell’esame e “L”esame è stato appena sposato all’albergo delle povere” ed io sono super-woman e ci arrivo volando. E’ assurdo fare un esame scritto a primo appello e conoscere l’esito il giorno del secondo appello stesso, quando ormai è troppo tardi per ripresentarsi all’esame. E’ nauseante sentire dire ad un docente “non rispondo alle e.mail perchè me ne mandate troppe!” e mi fermo perché la lista potrebbe andare avanti per ore ed ore e se voglio scappare da qui devo studiare e sbrigarmi!

  2. Sofia

    È anche peggio. La facoltà di architettura è insostenibile sia dal punto di vista strutturale (bagni schifosi, spesso chiusi, buchi neicontrosoffitti con l’acqua che filtra e cade dentro, muffa nelle aulee, un assurdo “prato” di pietroni, giusto nell’ipotesi in cui ci fosse restata un minimo di voglia di vivere), sia dal punto di vista della didattica, i professori sembrano pensare a se stessi, al proprio tornaconto, ci fanno gli esami come se fossero un favore…

  3. Antonella

    Io mi sono immatricolata quest’anno in lettere classiche e devo dire che l’unipa ancora di strada ne deve fare… SOLO alla fine dell’anno accademico hanno capito che è stata un’assurdita darci iniziare a novembre facendo slittare gli esami di mezzo mese, SOLO ORA hanno capito che i corsi ofa non sono per niente utili in quanto non si puo acquisire competenze di greco in 50 ore… SOLO ora hanno capito che ci sono molti fuoricorso in lettere classiche perchè l’unipa non offre corsi per consolidare le conoscenze di grammatica (corsi,aggiungo, realizzati come si deve SOLO quest’anno), ANCORA NON HANNO CAPITO che non si può stare una eternità per prendersi una laurea perchè per prepararsi latino e greco c vuole un’intero semstre….AGGIUNGETE LE PROVE IN ITINERE SPEZZANDO IL PROGRAMMA…ANCORA NON HANNO CAPITO che le date degli esami non possono essere caricati un mese prima della stesso perchè impediscono agli studenti di potersi organizzare di conseguenza…..DEVO CONTINUARE?????

  4. Sialia

    Si fa veramente schifo, nell era della globalizzazione è impossibile reperire notizie online, anche contattare i docenti, per non parlare di alcune discipline totalmente inutili e gestite malissimo!!!

    • Emanuele

      Sono onestamente sorpreso che sia riuscita ad entrare in classifica. Ecco cosa penso di questa fantomatica unipa
      1) BurocraZia più lenta di una lumaca, per avere attivato un tirocinio ci vogliono settimane
      2) le date degli esami spesso e volentieri si conoscono 1 settimana prima dell’inizio della sezione , escludendo il tempo necessario per poter vedere gli appelli caricati sul portale studenti per la prenotazione .
      3) professori vecchi , svogliati a cui secca persino fare lezione , per non parlare degli esami che è come se stessero sprecando inutile tempo che invece avrebbero potuto investire in cose ben ‘più importanti’.
      4) la sporcizia regna sovrana , non capisco se la ditta delle pulizie faccia finta di pulire o no.
      5) macchinette del caffè / climatizzatori spesso e volentieri rotti o non presenti

      Non me la sento di continuare ; non so se poi qualcuno legga questi commenti , ma spero di sì, perché l’ateneo fa veramente pena sotto ogni aspetto possibile.

  5. Andrea Giammanco

    Dire che fa schifo, scusatemi, ma è un eufemismo. E sono solo al primo anno… Al di là delle vicissitudini particolari che vuoi o non vuoi, in qualsiasi università del mondo alcuni professori fanno passare ai propri alunni, qui a Palermo si ha la sensazione che le cose vaghino per aria… Un giorno una cosa è blu, l’indomani può essere marrone. E non ho scelto un colore a caso. Studiare non è un diritto, è un privilegio per chi ha i soldi. E il sole 24 ore lo sa bene.

  6. Unipamihairotto

    Io sconsiglierei vivamente a chiunque l’iscrizione a Palermo. Sono fuori corso, mi rompo il c*** dalla mattina alla sera, studiando, per cosa? per essere rimandata perchè il professore di turno non deve fare passare nessuno, non avere un ben che minimo servizio ad esempio: la carta igienica in bagno o il bagno pulito, essere fermi al paleolitico e studiare libri di 10 anni fa scritti da professori incapaci che della materia in questione non conoscono niente, etc etc! Per non parlare delle TASSE ALTISSIME, ma per cosa??? pagare per trovare sempre le aule sporchissime, i dipendenti che non sanno cosa significa essere educati e sono sempre scocciati dal loro lavoro, professori che non avvisano se non vengono a lezione o spostano esami senza di dire niente???
    trovatemi qualcuno che dice il contrario e fatemi sapere. il mio maggior rimpianto è questo: essere rimasta qui a palermo, sperando che le voci sull’università non erano vere. Il penultimo posto se lo merita tutto, io gli avrei dato anche l’ultimo!

  7. Andrea

    Una penultima posizione perfettamente meritata.
    Una cittadella universitaria che di per sé può dare tanto ma che purtroppo non viene per nulla curata.
    In tutti gli ambiti, dall’istruzione vera e propria alla semplice gestione di edifici pubblici, fino alle più semplici procedure burocratiche.
    Riporto giusto alcuni esempi, per dare spessore ad una critica altrimenti poco concreta.
    Il plesso di Architettura, uno dei più recenti, è a dir poco fatiscente. Come già accennato in un commento precedente a questo, i bagni sono spesso inagibili e i soffitti pieni di buchi (lascio all’immaginazione del lettore il risultato di un acquazzone). L’aria condizionata risulta essere in riparazione da anni, le aule rimangono spesso sporche. Molte sono le prese elettriche non funzionanti e il wifi (e molte altre volte anche la linea telefonica) non ha una sufficiente copertura, rendendo di fatto impossibili alcuni tipi di attività.
    La verbalizzazione online, grande rivoluzione dell’anno accademico in corso, è gestita in maniera parecchio superficiale; a molti è capitato di ritrovarsi qualche materia in meno senza preavviso sul piano di studi pur avendo dato correttamente l’esame.
    Non credo ci sia neanche bisogno di accennare alla carenza di mezzi quali computer e tavoli da disegno.
    Piuttosto, merita una una piccola parentesi la questione docenti.
    I professori si comportano come vogliono, nella totale libertà di decidere come e quando lavorare. Molti di essi non sanno cosa sia una mail e i pochi che hanno le competenze appena necessarie a scriverne una si guardano bene dal comunicare agli alunni per tempo cambi nell’orario delle lezioni o nei giorni di esame.
    Veramente poche le eccezioni.

    E questi sono solo gli aspetti che mi sono venuti in mente sul momento!
    La lista è abbastanza lunga.

  8. rossella

    penultimo posto? io darei anche l’ultimo! L’universitâ di Palermo è semplicemente una vergogna. Questa è l’unica veritá da accettare.

  9. stella

    penultimo posto meritatissimo sotto ogni punto di vista, per fortuna, finalmente, sto finendo…. e scapperò immediatamente a fare la specialistica fuori. mai più palermo!

  10. Aldo

    Ne vogliamo parlare dell’ex facoltà di Economia?? è uno schifo! Professori che si inventano materie incomprensibili, inutili e insignificanti per la propria gloria, professori che insegnano materie statistiche che non sanno svolgere delle divisioni o che scrivono ripetutamente alla lavagna qual’è invece di qual è! professori che si svegliano un giorno e dicono che per un appello si sarebbero dovuti svolgere 3 colloqui al posto di due per una materia di 6 cfu! professori che non si presentano ai ricevimenti senza avvisare! professori che entrano in aula dopo 30/40 minuti l’orario di inizio delle lezioni! Professori che si occupano delle mete erasmus e non capiscono una parola di inglese!

  11. Mario Rossi

    Martedi: “Ragazzi i compiti verranno corretti entro venerdi e riceverete una mail. in caso di mancata ricezione ci vediamo venerdi mattina alle 11”
    Mercoledi: Nessuna mail
    Giovedi: Nessuna mail
    Venerdi: alle ore 10:45 arriva la mail “non sono riuscito a correggere i compiti, riceverete i risultati via mail comunque oggi pomeriggio o domani mattina”
    Venerdi pomeriggio: Nessuna mail
    Sabato: Nessuna mail
    Domenica : Nessuna mail
    Lunedi pomeriggio pensando che aveva corretto nei 7 giorni precedenti 30 compiti, non ne aveva corretto nemmeno uno !!!!!!!!
    Indovinate quando li ha corretti? 20 minuti prima che ce li consegnasse.
    Risultati ? 25 bocciati con voti “ad muzzum”

    GRAZIE DI ESISTERE PROF E UNIPA
    SE I PROF AD UNIPA NON AVESSERO TUTTO QUESTO POTERE SCRIVEREI QUESTO ARTICOLO PERSONALMENTE

  12. Andrea

    Organizzazione 0! In segreteria “Dovrei farmi scrivere nel libretto l’Inglese che ho già caricato nel portale e che ho passato durante i test di ingegneria” risposta “Si un attimo” 5-10-15-20-30 minuti ad aspettare poi la risposta “BOH non so cosa devi fare chiedi a qualche mio collega” si guarda attorno e conclude ” Non lo sanno manco loro mi sa” e ride….E io pago sta gente con le tasse NO COMMENT…Ci fate valutare i professori e queste valutazioni dove vanno? Nel server “Non freca in ca**o a nessuno” VERGOGNA

  13. Guseppe

    Mi unisco al coro. Posizione strameritata.

    Uno studente che si laurea qui dovrebbe ricevere come minimo la menzione alla PAZIENZA, alla PERSEVERANZA e al CORAGGIO, oltre che una medaglia al valore civile.

    E’ snervante, estenuante, logorante, frustrante oltre che deleterio per la propria carriera ed il proprio futuro, studiare in questa università.

    Se sei fortunato, le date degli appelli te le fanno sapere con uno stacco di 15-20 giorni, altrimenti le pubblicano una settimana prima. Sempre se sei fortunato, mettono anche l’aula e l’orario, altrimenti ti tocca arrivare in facoltà con qualche ora di anticipo e informarti (dove per “informarti” intendo girare aula per aula in cerca di “segni” identificatori di una possibile seduta d’esami, dato che ogni volta nessuno sa niente). Sempre se sei fortunato, quel giorno, quell’ora e quell’aula corrispondo al vero, altrimenti trovi dei post-it quasi illeggibili dove si avvisano gli studenti che han fatto il viaggio a vuoto, perchè sua signoria il prof aveva cose più importanti da sbrigare… o peggio, non trovi neanche il post-it e dopo aver girato a vuoto per ore ed atteso invano con la tipica ansia pre-esame, deduci che l’esame non si farà. Ovviamente l’unico che sa qualcosa è il prof in questione, quindi se sei fortunato risponderà ad uno dei recapiti, altrimenti non ti resta che affidarti a Dio (e se sei ateo manco questo).

    Ma ancora, se sei fortunato o hai una bella scollatura, il prof sarà pacato, accomodante e gentile, altrimenti (specie se non sei fortunato, cioè spesso) subirai un terrorismo psicologico spietato, atteggiamenti di sufficienza/arroganza e sguardi persi nel vuoto o peggio, potrai assistere ad una partitella a 2048 live, mentre tu te la canti e te la suoni.

    Non parliamo dei servizi igienici, e soprattutto dell’igiene in se. Basti pensare che ad Ingegneria lasciano cani randagi girare per i corridoi e le aule. Una volta uno di loro ha allegramente defecato in aula. Era estate. Fate 2 + 2.
    Vogliamo parlare di alcune rampe di scale dell’edificio 9 ? Ci sono più “cagate d’uccello” (passatemi il francesismo) su quei pianerottoli, che sulle auto di tutta Palermo. A occhio e croce non puliscono da quando è stato inaugurato, cioè decine di anni fa. Per non parlare dell’olezzo nauseabondo che proviene dai bagni.

    E potrei ancora elencare cose, ma quasi tutte cominciano per “se sei fortunato”. In ogni caso, quand’anche lo fossi, non ti aspettare chissà quale formazione. La teoria predomina incontrastata, ma l’applicazione pratica te la sogni la notte, per cui tutto ciò che avrai è l’illusione di sapere, e soprattutto di saper fare. Questa è la triste realtà.
    Ancora più triste se l’associ alle tasse, paragonabili a quelle di una privata.

    E’ una vergogna.

    Il mio consiglio è di sbrigarvi, acchiappandovi pure un 18, e andare fuori.

  14. Davide

    Anzi come posizione in classifica secondo me doveva essere l’ultimo .. troppi disaggi e troppi professori che non vanno …. fanculo

  15. Claudio

    L’università degli studi di Palermo non è ultima solo perché l’ultima è davvero troppo ridicola per essere chiamata università (una certa università parthenope di Napoli). Sono al mio terzo anno e ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto io stia faticando, a causa di limiti imposti dall’inefficienza e dalla mala organizzazione, rispetto a persone più fortunate che hanno la disponibilità economica per studiare fuori Palermo. Siamo iscritti ad una università dove l’ente garante per il diritto allo studio universitario, che dovrebbe garantire borse di studio ai più meritevoli, è un ente fantasma; la segreteria è composta da persone incompetenti, incapaci di svolgere il compito più semplice (non parliamo di quando c’erano gli statini cartacei e si aspettava anche 1 anno per aver caricata una materia); le strutture sono ridicole, le biblioteche chiudono alle 5 e addirittura quella di facoltà ad economia il giovedì è chiusa di mattina. Questa università se lo merita questo posto, siamo troppo indietro per poter essere considerati una università alla pari delle altre.

  16. Midori

    Io ringrazio Dio ogni giorno di aver terminato la triennale! In ritardo… provate un po’ voi ad immaginare il perché!

  17. ilenia

    Meritatissimo!! Una vergogna gli insegnanti,uno schifo la gestione degli appelli,e’ impossibile parlare con un docente perche’ non ha tempo per i suoi studenti!! Esistono ancora docenti che bocciano agli scritti per antipatia,a me e’ successo per tre anni di fila con la stessa docente senza che nessuno facesse nulla e ho superato l’esame rispondendo a caso a tutte le domande(di proposito) durante l’unico appello in cui la docente titolare non presiedeva lo scritto!! Professori che ti fanno saltare l’intero appello,spostando di volta in volta l’esame…ecco palermo,poi certo che vai fuori corso!!! Dal preside ai docenti,ignoranti e totalmente fuoriluogo! Da figure cosi,che dovrebbero esserci d’esempio,c’e’ solo da imparare come NON diventare!!

  18. ALDO

    Ho letto ogni commento e penso che siano tutti negativi. Studio nella triennale di ingegneria chimica, personalmente consiglierei a chiunque di iscriversi in questa facoltà, che poi sia il sistema unipa a dar problemi questo lo sappiamo tutti:nulla è alla portata di mano di noi studenti.

  19. Ruggero

    we aldo,fila a studiare 😀

    scherzi a parte,vi siete dimenticati alcuni aspetti.

    Il portale unipa,non conosco siti fatti peggio…nello specifico

    1)ogni tanto le password cambiano random,circa una settimana fa hanno cambiato il login da codice fiscale a nickname…a me è cambiata pure la password senza motivo,anche se la scrivevo con il copia e incolla niente da fare.

    2)Anche quando password e login sono esatti,per mesi non sono riuscito ad accedere cliccando su login unico,dovevo per forza andare su login studenti.

    3)Una volta che ho perso la password,non mi è arrivata la mail,sono dovuto andare al centro di calcolo per risolvere,stesso discorso una mia amica.

    4)Più una informazione è utile meglio è nascosta,capire dove caricare la tesi a quanto mi dicono è impossibile.

    Discorso biblioteca

    1)La famosa biblioteca di ingegneria,estensione di uomini e donne,quando è piena c’è una caciara degna di piazza ballarò e nessuno fa niente,ho provato a protestare con il direttore…in pratica ero trasparente.

    2)I prestiti durano(sempre alla biblioteca centrale di ingegneria)una settimana,ogni settimana uno deve avere il pensiero del rinnovo e il portale ti comincia a bombardare di mail 3 gg prima della scadenza…ho risolto andando a chiedere i libri in prestito a economia,stesso libro,stessa edizione,1 mese di prestito.

    3)Per esigenze lavorative mi serviva un testo avanzato sui condensatori…cerco come parola chiave condensatore,in italiano il libro più recente era dell’1987,in inglese del 2003…eh,però mica era lì,era da un’altra parte.
    Raggiungo la biblioteca dove il suddetto libro doveva essere ma non si trovava,dopo attenta ricerca è saltato fuori che l’aveva in prestito un professore…da 11 anni…dico,11 anni,sono passate 2 settimane ma ho perso le speranze.

    Discorso mensa

    In estate la sera sedersi su una panchina davanti l’ingresso della mensa,magari per flirtare con una bella ragazza straniera…manco a parlarne,tempo 10 min e si cominciano a notare gli scarafaggi che marcano il proprio territorio;
    Un mio conoscente ha fatto il tirocinio della scuola alberghiera proprio alla mensa di viale delle scienze,tranquilli,gli scarafaggi si concentrano soprattutto nelle cucine.

  20. Docente a contratto

    Voglio dare il mio punto di vista di docente a contratto un paio di anni fa all’UniPa. Come molti giovani studiosi che aspirano ad entrare nell’università senza far parte delle “cordate” giuste, si è disposti a lavorare pur di mantenere un contatto con l’accademia e la speranza che si possa aprire una qualche prospettiva in futuro. Ho accettato di tenere un corso di 3CFU (gratuitamente) di 20 ore complessive di docenza. Il preside dell’allora facoltà si era guardato bene dall’avvertirmi della situazione. Si trattava di un insegnamento obbligatorio del terzo anno di un corso di laurea triennale molto affollato e che l’anno precedente non si era tenuto per mancanza di docenti adatti ad insegnarlo. Il risultato? Dovevano sostenere l’esame 560 studenti, tutti con me. Il primo giorno è stato traumatico: mi sono ritrovata in una grandissima aula di quattrocento posti a sedere non sufficienti a contenere tutte le persone presenti…riuscivo a malapena a vedere i volti degli studenti delle prime 10-15 file…mi sono chiesta come avrei fatto a fare bene il mio lavoro, ad assicurare la qualità del mio insegnamento e a comunicare l’amore e la passione per la mia disciplina. Avevo preparato un power point dove avevo segnato le date delle lezioni, degli esami e le caratteristiche della prova d’esame, ma leggevo negli occhi di quei ragazzi tanta sfiducia…quasi che non credessero che quella tabella di marcia avrebbe trovato rispondenza nella realtà. Mi sono impegnata con tutta me stessa per trasferire agli studenti coerenza e rispetto delle regole…ma prima di tutto tenevo in gran conto le loro esigenze perché quei giovani senza sorriso avevano diritto ad avere un insegnamento di qualità…ricevevo non meno di 50 e-mail alla settimana alle quali rispondevo a tutte, un po’ stupita dalla gratitudine che gli studenti mi manifestavano. Ho assistito ad una vera e propria metamorfosi…nel giro di qualche lezione ho avvertito che quei ragazzi credevano in me! Il giorno del primo appello dell’esame scritto si sono presentati in 320!!! Erano seduti uno accanto all’altro stipati come le sardine…non ho nemmeno provato a dire di non copiare…tanto più che, come capitava spesso, il microfono, così come l’attrezzatura tecnica nell’immensa aula, non funzionava bene…Durante le vacanze di Natale ho corretto 30 compiti al giorno per riuscire a comunicare i risultati entro la data necessaria agli studenti a completare i loro studi. Durante le 5 o 6 ore quotidiane dedicate alla correzione mi sono chiesta tante volte se, data la stanchezza, avrei commesso errori di valutazione. Spero ancora oggi di non averne fatti, ma assicuro che non è semplice. Mi ha molto confortata, dopo ogni appello, ricevere messaggi di studenti (che ho il rammarico di non aver avuto possibilità di conoscere veramente e di non ricordare i loro cognomi…impresa impossibile), che mi ringraziavano tenendo a farmi sapere che mi avrebbero avuto come modello nella vita…anche questo mi stupiva…credevo di aver fatto soltanto il mio dovere di docente e di studiosa. Sono riuscita nell’arco di un anno a consentire a tutti gli studenti di completare il corso di studi bloccato da quella materia che alcuni ormai odiavano a morte. L’anno seguente il preside non mi riconfermato il contratto ovvero non mi ha neppure chiesto se intendevo riconfermare la mia presenza nel corso di laurea…ha preferito assegnare la materia ad un’altra docente “vicina” ad uno che “contava” nella facoltà ma con nessun titolo specifico per quell’insegnamento. Mi chiedo cosa possa aver insegnato…evidentemente questo non rientrava nelle preoccupazioni del preside. Non mi ha nemmeno ringraziata per la mole di lavoro (a conti fatti circa 350 ore tra lezioni, esami, correzioni, tempo per le email e per i ricevimenti) e…come dicono nella regione dove ho studiato e mi sono formata…per avergli tolto le castagne dal fuoco. Ma tant’è! Dopo altre esperienze didattiche in giro per l’Italia mi sono trasferita all’estero dove vivo e lavoro in un ambiente didattico che valorizza sia i docenti sia gli studenti considerati una risorsa su cui investire per il futuro. Tuttavia, l’esperienza nella sgangherata università di Palermo è stata per me molto formativa e ha assunto un grande valore umano e professionale perché non dimenticherò per tutta la vita gli sguardi di quegli studenti, di quei giovani che sembravano senza speranza ma che ho visto sorridere e manifestare una grandissima voglia di apprendere e di impegnarsi, che erano assetati di considerazione e di rispetto, quegli stessi studenti che alcuni docenti meno motivati nella didattica così come nella ricerca e nello studio (associati e ordinari manco a dirlo!) dello stesso corso di laurea chiamavano bestie, ignoranti, incompetenti…turpiloquio molto praticato dalla classe docente dell’UniPa nei confronti degli studenti…che sia un modo per esorcizzare le proprie frustrazioni scientifiche e fallimenti professionali? Ancora oggi mi chiedo come quei giovani possano avere fiducia in quei ciechi docenti dai quali ricevono solo disprezzo e mancanza di attenzione. E vi chiedete pure se il penultimo posto sia meritato? Forse gli studenti dell’UniPa meriterebbero di più e per prima cosa avrebbero bisogno di docenti migliori, preparati e attenti alla formazione delle giovani generazioni. Scommetto che in questo caso la valutazione sulla loro università sarebbe diversa. Una ex docente a contratto dell’UniPa

  21. Palermo's Parlour

    E’ vero!!! NON E’ SOLO L’ULTIMA IN ITALIA!, HA RAGIONE L’AUTORE DELL’ARTICOLO. L’UNIPA E’ ANCHE L’ULTIMA IN EUROPA… (ma questo non lo scrive perché non è a suo vantaggio….

  22. Studentessadelusa

    Questa università è ridicola:
    1) le borse di studio date solo a chi ha problemi economici (che poi magari alcuni lavorano in nero e c’hanno più soldi di chi paga tutte le tasse ma va bhe) e 0 per chi è meritevole, ma appunto perchè paga tutte le tasse da bravo cittadino se la prende nel di dietro.
    2) non parliamo della segreteria studenti, no comment…. una massa di incopetenti
    3) professori che decidono a random il tuo destino: mi stai simpatico passi non mi stai simpatico puoi dirmi tutto all’ave maria ma col piffero che ti faccio passare la materia.
    4) aule sporche, sono una studentessa di scienze della formazione primaria …. l’albergo delle povere potrebbe caderci in testa da un momento all’altro, ma chi se ne…..bagni sempre sporchi corridoi dove si scia per l’immenso accumulo di polvere , per non parlare dei bagni !le aule sono indecenti , sedie rotte , senza banchetti, funziona solo 1 proiettore su tutti quelli che ci sono …..
    4) Materie di ventordici cfu dove 9 libri su 10 sono dei profossori, perchè se non li compriamo noi non li compra nessuno …ovviamente
    5) nessun rispetto per studenti fuori sede, pendolari e/o lavoratori
    e tanto altro… questo è unipa
    UNIVERSITA’ E’ UN EUFEMISMO, SCHIFO E’ LA PAROLA GIUSTA

  23. Attilio

    Ragazzi, limito il mio commento ad un unico punto: LA PULIZIA. Di recente, ho creato un’organizzazione di studenti per sopperire al mancato servizio di pulizia delle aule, chiamato Puliziando. Esiste una pagina fb e un blog indicizzato. Al primo evento, di 69 partecipanti sono rimasto da solo. L’università fa pure schifo, chiediamoci però quanto dipende da noi e quanto no. In altri luoghi, questo non sarebbe accaduto
    AC

  24. ROSARIO

    SCUSATE TUTTI… MA A STO PUNTO INTERVENGO PURE IO…
    ANNO ACCADEMICO 1985/1986… MARCHESE CONSIGLIO ANNA MARIA… PROFESSORESSA DI SOCIOLOGIA NELL’ ALLORA MAGISTERO, POI DENOMINATO SCIENZE DELLA FORMAZIONE ED ORA TRANSITATO NELLA SCUOLA DELLE SCIENZE UMANE E DEL PATRIMONIO CULTURALE… alla fine di una delle sue lezioni, oramai diventati in ottimi rapporti, ci intratteniamo per altri trentacinque minuti circa nel corridoio del piano terra di via pascoli… lei insegnava li da tempo… io primo anno in corso… e mi fa un discorso che suonava cosi:
    “a rosa’, ma secondo te perche venite all’ universita? cosa vi interessa di imparare? e secondo te a noi insegnanti cosa interessa insegnare?”.
    il tono non era polemico ma indagatorio, con l’ aria di chi ti da risposte proprio attraverso le domande… non c’ era rimprovero, ma malinconia… ed il “VOI” non era un “TUTTI GLI STUDENTI”… ma un “LA CATEGORIA DEGLI STUDENTI”, ovviamente escludendo me e pochi altri che non accettavano di essere MASSA o CATEGORIA… il tono cambia bruscamente e diventa un’ invettiva… dolce e garbata ad un tempo come poche persone sanno essere… e continua:
    “a me non interessa nulla di insegnarti contenuti che possono essere disconfermati o smentiti dalle ricerche successive… a me interessa trasmettervi, attraverso lo stato attuale della materia, l’ interesse per continuare la coltivazione della stessa; e mi interessa insegnarvi l’ amore per la sociologia, e la capacita di sapervi trovare voi le fonti per fare le ricerche scientifiche!”
    la ricordo con tantissimo affetto non come una “proffa” ma come una formatrice… ma di tutto questo nei post sopra il mio non c’ e nulla… oggi…
    che e successo? che abbiamo fatto NOI studenti per farci rubare la didattica? che abbiamo permesso a docenti, tecnici, burocrati e politici?
    ma chi ha scritto prima di me parla di locali con controsoffitti bucati… non in medicina ma in architettura… cara SOFIA e caro ANDREA… ma un progetto di riqualificazione non potrebbe essere presentato come tesi di laurea? solo perche non ci pernotti quel “LUOGO” non e anche tuo? UNIPAMIHAIROTTO ed ATTILIO… la pulizia e l’ igiene sono una delle caratteristiche piu importanti per un locale, ma in un luogo promiscuo dove si sta per tanto tempo il materiale minimo per la pulizia personale dovrebbe essere portato con se da casa, proprio per non delegare ad altri il proprio stato di salute ed il proprio relativo diritto…
    QUASI TUTTI GLI ALTRI lamentano scarsita di comunicazioni ed altissimi costi… certo qualcuno dopo parecchi anni dovrebbe spiegarmi perche un fuori corso che non accede a lezioni e non aggiorna bibliografie, ma gode solo del diritto di avere una commissione ogni tanto per sostenere gli esami, finisce per pagare moltissimo di piu rispetto a chi l’ ateneo almeno potenzialmente se lo gode tutto? chiaro che su questo sarei d’ accordo… ma alla fine il problema piu grosso da valutare, se c’ e, DEVE ESSERE LA DIDATTICA E SOLO LA DIDATTICA: i testi si trovano online, le dispense si ottengono per e-mail, iscrizioni ed informazioni si fanno attraverso il portale ED E QUELLA L’ UNICA FONTE ORAMAI UFFICIALE… la VERA universita e solo la didattica… e se gli studenti si lamentano dei tetti, magari avranno tetti nuovi qualche anno dopo, ma parecchi libri nuovi in meno in biblioteca o le aule senza lim…

  25. ROSARIO

    MARIA ANNA DI GIOVANNI,
    devi verbalizzare le materie? tu? posso sapere, per capire, se in UNIPA sei studente o dipendente?

  26. Studente

    Mi dispiace essere controtendenza ma per me non vale tutto quello appena citato, sono uno studente di ing chimica del primo anno e mi ritengo soddisfatto del percorso alla fine di questo primo anno… L’unica pecca forse la mancanza di condizionatori in aula affollate, per quanto riguarda i professori ad eccezione di uno per il quale la mancanza di esperienza essendo molto giovane,ha creato qualche problema lungo il percorso.. Per il resto professori molto preparati r molto bravi nel spiegare e trasmettere il contenuto dello studio, molto severi alcuni, molto simpatici altri, ma tutti con grande professionalità. Tutti molto disponibili alcuni anche al di fuori di orari normalmente professionali.
    Mi ritengo più che soddisfatto di ciò che riguarda la mia facoltà, forse andrebbe rivisto il settore riguardante segreteria

  27. ROSARIO

    OPS… mi scappava il maiuscoletto… scusate… ma sempre bello vedere che UNIPA piace ancora…

  28. Roberto

    Nulla cambia, sono stato studente presso la Facoltà di Ingegneria dal 1997 al 2007 e dottorando dal 2008 al 2011. Ho avuto il privilegio di poter vedere entrambe le parti della barricata. La situazione è anche peggiore di quella descritta. Senza bisogno di affondare ulteriormente il coltello nella piaga, per rispetto di me stesso e del tempo che vi ho investito, mi sento di dire che questa situazione non durerà ancora per molto. Necessariamente, in un futuro non troppo lontano, si andrà verso l’abolizione del valore legale del titolo di studio ed il prestigio dell’Università frequentata nonchè le eventuali referenze dei Professori, faranno la differenza, anche per concorrere ad incarichi pubblici, come già la fanno nel privato. L’Ateneo di Palermo, se sopravviverà, dovrà comunque operare una drastica riduzione delle Facoltà, cominciando dalle più inutili e meno legate alle vocazioni socio-economiche del territorio, ad esempio i dipartimenti di indirizzo industriale ad Ingegneria ( a che servono se abbiamo poche vere industrie in Sicilia ?). A Palermo in particolare ed in Sicilia in generale, si studierà solo quello per cui il contesto territoriale potrà dare un valore aggiunto . Tutto il resto non è sostenibile, lo sanno anche molti Professori dell’UniPa, ma, come è ovvio, ammettendolo metterebbero in discussione il proprio ruolo. Se dovessi dare un consiglio al Rettore, gli suggerirei di fare un censimento dettagliato dei libri dati in prestito dalle biblioteche ai Professori, anche in pensione, e chederei una restuzione straordinaria dei testi in prestito da oltre uno o due anni. Per i libri che non dovessero rientrare si chieda un risarcimento. Sarebbe un bel gesto. Oltetutto metterebbe un freno alla “distrazione” dovuta all’impegno profuso nella “ricerca” che potrebbe creare grattacapi legali all’Amministrazione dell’Ateneo. Per quanto riguarda il collocamento dell’UniPa nella graduatoria nazionale credo che, almeno per quanto riguarda la Fac. di Ingegneria, se al posto dei Docenti Strutturati venissero messi, così, di punto in bianco, Ricercatori precari, Assegnisti e Dottorandi il risultato non sarebbe peggiore, anzi, forse potremmo avere anche delle sorprese. Chiudo con la risposta che il presidente di un’industria del gruppo Finmeccanica diede al Direttore di un Dipartimento UniPa che lo esortava a finanziare ricerche e borse di studio a Palermo : “Scusi, sinceramente quando vi sento parlare nei congressi non vi capisco, fate ricerca su problemi che la mia industria ha risolto da almeno vent’anni, ma perchè dovrei investire su di voi ?”

  29. marco

    Beh…anche se con discreto ritardo,dato che vige l’anonimato magari posso permettermi di fare una considerazione in piu oltre quelle gia scritte dagli altri colleghi delle varie facolta. Cosa pensereste voi se foste figli di vittima del racket e gli altri anni avete ricevuto un esonero per la legalitâ vostra e della vostra famiglia e improvvisamente,da un anno accademico all’altro vi ritrovate che per usufruire di quello stesso esonero non solo dovete essere vittime del racket ma anche avere un reddito che rientra in 8mila euro l’anno? Come se praticamente esistessero vittime del racket di serie B e lo stesso è valso per i figli di vittima della mafia, e tanti altri. se non rientri in un certo reddito ti attacchi al tram. Quindi non basta soltanto denunciare e se é il caso avere paura a camminare per strada per le eventuali ritorsioni,l’universitá ti dice “eh no,siccome quest’anno dobbiamo fare cassa,abbiamo trovato la nota che costringe a pagare 1000 euro tasse anche voi”.Mio padre é un piccolo imprenditore e ha denunciato. Tra le tante paure,processi ecc magari c era questo conforto,che l’universita in quanto ente statale ti premiasse per aver favorito la legalita,invece no,l’universita ci ha dato uno schiaffo.Prima eri vittima del racket ora lo sei di serie B. Quest’anno invece,forse dopo le mie segnalazioni alle societa antiracket, hanno alzato il limite fino a 20mila euro. Magari va un po meglio dell’anno scorso,ma tutti quanti rimaniamo vittime del racket,non valiamo meno degli altri che hanno un reddito y. Non fraintendete il mio commento,qua non si tratta di soldi delle tasse,ma avrei preferito non trovare quell’esonero piuttosto che trovarlo col vincolo del reddito. Certe cose non si toccano,meritiamo un po di rispetto. Non é da tutti avere le palle per fare cose del genere e dio solo sa cosa si passa,ma che l’universita ti chiude la porta in faccia perché discrimina in base al reddito e mio padre mi manda via per tenermi lontano da questa gente no cazzo,non lo tollero. Ah dimenticavo….c era anche un esonero mensa totale questa cosa delle vittime del racket,in teoria avrei dovuto pranzare e cenare gratis,mai fatto nulla di tutto cio,sapete perche? Perche a caltanissetta non esisteva una mensa. Insomma….un bel posto unipa in cui studiare.

  30. Giuseppe

    Sono stato studente di legge dal 1984 al 1988 ed, a quanto leggo, nulla è cambiato o, meglio, è cambiato tutto purchè tutto rimanesse cristallizzato com’era ai miei tempi: l’università dei baroni! Pensate che ho ricevuto la Pergamena solo dopo cinque anni di solleciti e solo dopo che è uscita la mia protesta sul Giornale di Sicilia. Se già temevo che i miei figli maturandi si potessero iscrivere all’Unipa, adesso questa idea mi atterrisce. Prometterò loro di tutto pur di dissuaderli.

  31. Indomabile

    L’università degli studi di Palermo é stata a tutti gli effetti, attualmente, l’esperienza peggiore della mia vita. Ho frequentato circa una decina di anni fa. Mi sono iscritta in questa Università perché appena diplomata in un ambito diverso da quello che ho scelto di affrontare in università e spinta dai miei genitori a non allontanarmi da casa (Non sono di Palermo, ma di una città vicina. Sono stata quindi comunque una studente fuori sede, ma volevo in realtà andare al nord. Per i miei sarebbe stata difficile la separazione e mi dicevano che ero troppo immatura per un’esperienza del genere e mi hanno spinto verso l’Università di Palermo).

    La disorganizzazione era inverosimile tanto era elevata. Ricordo che per entrare in segreteria per le immatricolazioni era peggio dell’entrata di una discoteca. Una quantità immensa di gente tenuta fuori prima che aprissero i cancelli. Questa situazione ricordo bene di avere continuato a vederla anche quando la segreteria si era attrezzata degli “efficientissimi” nuovi sportelli e dei numeri per le file. Quindi non vi lascio immaginare quale fosse la situazione quando mi sono immatricolata io.

    I cani, soggiornanti a Ingegneria, confermo che c’erano ed erano molti quando io frequentavo l’ateneo.

    Ho avuto un quantitativo impressionante di materie da sostenere per una triennale. Non conosco nessuno dei miei colleghi che si sia laureato nei tre anni previsti. Ma ne conosco diversi che si sono traferiti all’estero dopo la triennale, trovandosi benissimo. Ne conosco inoltre molti che hanno abbandonato l’università per iscriversi in altri atenei. E ricordo di averli visti laureare alla magistrale mentre noi, pochi rimasti, eravamo ancora bloccati alla triennale. Gli appelli erano insufficienti. Erano comunicati con troppo poco preavviso. I criteri per superarli erano difficilissimi. Ricordo chiaramente umiliazioni da parte dei professori, anche davanti ai colleghi universitari. Ricordo di aver perso un anno per ritardi da parte della segreteria. Le sessioni di Laurea credo siano tre. Non di piú. Ci sono atenei dove ci sono sessioni ogni mese. Ricordo di aver dovuto litogare molto spesso con i miei genitori perché mi dicevano che ero una lavativa e che non mi sarei mai laureata. Ricordo con affetto tre professori, di piu trenta che ne ho conosciuti, per il loro comportamento rispettoso per gli studenti. Ricordo con disprezzo i restanti quasi trenta. Ricordo professori preparati, nella maggior parte dei casi. Ma ricordo anche di avere avuto una materia , in cui non solo non sapevamo cosa fare allo scritto, ma anche di aver trovato online le slide proposte dal professore in aula, sotto la voce di un altro professore di un altro ateneo italiano. Chiaro che si trattasse di un esame affibbiato all’ennesimo ricercatore ochesoio di turno che non aveva intenzione di perdere piu di dieci minuti nello spiegarci la materia. Ricordo di non avere avuto quasi accesso ai laboratori, previsti probabilmente per legge, per il mio percorso di studio. Ricordo di avere avuto esami da sostenere per due materie di mezzo credito. Ricordo di avere avuto quasi sempre orali. Ricordo di aver desiderato di mollare molte volte e specialmente quando ero vicina alla meta. Ricordo di aver parlato con professionisti nel mio settore che ho conosciuto successivamente, laureati anche loro a Palermo, che dicevano di avere incubi in cui sognavano di dover sostenere esami all’università. Mi sto laureando alla magistrale e ho paura per il mio futuro lavorativo, essendo cosí tanto svantaggiata. Mi trasferirò probabilmente all’estero, terminati i miei studi. Nuovamente. Mi sono trovata meglio che in Italia, lavorativamente parlando, nonostante in Italia la qualità della vita sia migliore. Per ora. In generale. Forse ci sono in atto miglioramenti. Sinceramente non sono ancora convinta se restare valga la pena. Di sicuro, non consiglio a nessuno l’università di Palermo.

  32. Giovanni

    non ci si deve limitare a criticare ma concorrere con il proprio contributo a migliorare la qualita’ della didattica e della erogazione dei servizi partecipando attivamente.
    Nello Statuto dell’Universita’ sono riportate le procedure e gli Organi preposti che consentono allo studente e a chi vi opera di segnalare i disservizi e richiedere la adozione di condotte riparatorie volte a rimuovere i disservizi lamentati.
    La conoscenza dello Statuto e’ fondamentale per lo studente e per chi a vario titolo opera nell’ambito dell’Universita’ ed e’ il riferimento normativo anche di fronte alle Autorita’ che possono richiamarsi ad esso ed intervenire nel caso di inerzia alla risoluzione delle criticita’ segnalate.
    L’Universita’ Statale di Palermo e’ patrimonio di noi tutti e abbiamo il dovere di vigilare e concorrere affinche’ sia un luogo democratico, aperto a tutti, con la didattica e i servizi soddisfacenti.

  33. Mario

    Sento la necessità di condividere la mia esperienza, anche per liberarmi di almeno un po’ di quello che avrei da dire, e che vorrei potere dire mettendoci la faccia.
    La mia esperienza riguarda la facoltà di medicina, o “scuola”, come gli fa piacere chiamarsi adesso. Da dove cominciare?
    Aule vecchie e del tutto inadeguate al volume di studenti di una tra le facoltà di medicina più numerose in Italia.
    Assenza totale di laboratori, tirocini obbligatori ai fini dell’esame non fatti partire dall’università e letteralmente organizzati dagli studenti.
    Tirocini suddetti che si trasformano in ore perse a ciondolare per i corridoi dell’ospedale anzichè assomigliare anche vagamente a qualcosa che abbia a che fare con la medicina.
    Ma adesso veniamo al clou: i professori.
    Gente che non ha la minima consapevolezza di avere il delicato compito di formare medici che un giorno dovrebbero essere chiamati a curare e salvare altri esseri umani: professori con “conoscenze” vaghe, a volte tanto da sembrare inesistenti, senza la minima idea di come si trasmetta la conoscenza, argomenti trattati in modo sconclusionato, senza nè capo nè coda, a volte su stessa ammissione del professore che sostiene che non sia possibile una trattazione organica, lezioni consistenti nella ripetizione continua dell’introduzione della lezione stessa con parole sempre diverse per mancanza di conoscenza ulteriore, oppure lezioni che sono la semplice e pedissequa lettura delle slide, e in generale lezioni che non sembrano altro che il frutto di ciò che al professore passa per la testa in quel determinato istante. Al povero studente che abbia voglia di imparare non rimane altro che immergersi nel libro, spesso di centinaia o migliaia di pagine, e spesso anche insufficiente, il che comporta la necessaria consultazione di vari testi, con enorme dispendio di tempo e praticamente impossibilità di laurearsi in tempo (non credo sia un caso se una percentuale ridottissima di studenti si laurea in corso); esami che assomigliano più che altro a una lotteria, dove lo studio non assicura non tanto il voto, ma nemmeno la promozione stessa, ogni professore ha il proprio modo in cui vuole sentirsi parlare degli argomenti, ma non avendoli trattati come si deve a lezione diventa quasi più importante vedere altri esami e fare tesoro delle sventura altrui, vedere gente che fare scena muta a una domanda e prendere trenta e lode, sedersi all’esame e sentirsi degli stupidi perchè dopo mesi di studio l’esposizione non piace al professore e non capisci nemmeno bene come ma ti ritrovi a essere mandato…
    potrei continuare all’infinito…
    il tutto esita in un allungamento abnorme del tempo per laurearsi, ma soprattutto nella odiosa sensazione di non padroneggiare mai nessuna materia, nemmeno dopo averla data, e di essere carente nella preparazione, il che è davvero scoraggiante per chi è entrato in questa facoltà con l’ingenua certezza che sarebbe stato preparato per essere un bravo medico…
    non ha alcun valore uscire con centodieci e lode, per la mia esperienza chi ci è riuscito è bravo più nel attrarre a se le simpatie del professore all’esame che nell’essersi costruito una solida base di conoscenze con lo studio…
    questo è solo un piccolo sfogo di, ripeto ancora una volta, è entrato nella facoltà di medicina con il solo scopo di studiare al meglio per acquisire le conoscenze necessarie per diventare un buon medico, e che si è visto risucchiare in una realtà completamente diversa, dove conta solo la capacità di barcamenarsi tra le quotidiane difficoltà…

  34. Giovanni

    la facolta’ di Medicina e Chirurgia di Palermo ha un passato autorevole e di elevato spessore didattico e culturale.
    Professori come il prof. Nesci, Pasqualino, Schirosa, Scoppa, Rubino, Turchetti, Strano, Bompiani, Benigno, Tosti e altri con la loro produzione scientifica ed editoriale e con il loro esempio ed insegnamento costituivano riferimento e guida per noi studenti di medicina che seguivamo le lezioni sicuri da apprendere da professori che facevano “Scuola di riferimento per medici e studenti”
    Cosa e’ accaduto?
    leggendo lo Statuto dell’Universita’ si scopre che le finalita’ istituzionali della facolta’ di Medicina e Chirurgia sono svolte mediante l’Azienda Ospedaliera Universitaria Paolo Giaccone!
    si e’ aziendalizzata la facolta’!
    questo comporta che tutte le problematiche aziendali inevitabilmente si riverberano sulla Facolta’ di Medicina e Chirurgia.
    il D.L. 517/1999 fonte che regola i rapporti universita’ regione non riporta assolutamente l’aziendalizzazione della facolta’ di Medicina e Chirurgia.
    infatti l’aziendalizzazione della facolta’ e’ una modalita’ assurda ed incompatibile con il ruolo dell’Universita’ consigliata da qualche “esperto” che dell’Universita’ non conosce né la finalita’ ne il pregio né l’essenza di motore della Repubblica.
    Ricordo un episodio che ti fara’ comprendere l’assurdita del contesto creato in cui sei costretto ad operare.
    Il prof Bompiani doveva spiegare la semeiotica del torace a uno studente visitando un ammalato.
    Non e’ stato possibile spiegare la semeiotica del torace allo studente perché il paziente per esigenze aziendali doveva essere dimesso!
    ci siamo guardati entrambi disgustati e sconcertati.
    questo ti fa capire l’assurdita’ del contesto creato : l’AZIENDALIZZAZIONE DI UNA FACOLTA’ UNIVERSITARIA.

  35. Giovanni

    Errata corrige: la frase ” il D.L. 517/1999 che regola i rapporti universita’ regione deve essere sostituita con ” il D.L. 517/1999 che regola la costituzione delle aziende Ospedaliere Universitarie dove e’ ubicata la facolta’ di medicina”.

  36. FERRARA ROSARIO

    PER GLI STUDENTI DI MEDICINA… lo stesso stato che nel 1933 ha “creato” il sistema unico di istruzione superiore ha chiuso nel 1861 la SCUOLA MEDICA SALERNITANA, un gioiellino costruito dalla mia famiglia nel nono secolo… la medicina si impara dai medici, non dai burocrati! si impara di piu dal buon senso e dall’ affiancamento che non da una abilitazione firmata da un capo dello stato magari non-medico!

  37. Vincenzo

    sono un laureato V.O. di Ingegneria, per l’esattezza di ingegneria chimica. ho letto tanti commenti negativi, talvolta condivisibili. talvolta no (quella sui dipartimenti industriali di ingegneria è una stupidaggine).

    la didattica era scadente anche ai miei tempi, di 29 esami i corsi che è valso la pena seguire sono stati un terzo circa. eravamo in pratica autodidatti. gli esami erano impegnativi, diventavano difficili quando il docente non era chiaro su come si sarebbero svolti, ed allora il margine random sull’esito cresceva.anche tanto. di questi ce ne stava quasi uno per corso che decideva che il suo esame doveva essere uno scoglio serio
    posso dire che quello che so per il lavoro l’ho quasi imparato da zero.
    La facoltà era sporca, anzi sudicia, nelle aule triangolo e nel corpo centrale, il dipcm era pulito devo dire. I cani randagi c’erano veramente, me li ricordo.
    Poi era come se tutti quelli che ci lavorassero dal bidello all’amministrativa fossero li per renderti la vita difficile. anche il barista cafone del bar.
    soprattutto, dovevi avere amici anche per avere i libri in prestito. ci stavano anche tante raccomandazioni, questo l’ho capito e saputo dopo.
    Vera la storia dei libri delle biblioteche negli studi dei professori. indecente
    in ogni caso le statistiche del sole24h sono faziose, perché questi mali, sebbene in forma minore, esistono anche in altri atenei. e i parametri usati sono penalizzanti per una università di un’isola in depressione economica da sempre (numero studenti che trovano lavoro nell’area (questa è da ridere), numero di studenti che viene da altre città, da altri stati…siamo periferia)
    Ed è anche vero che gli studenti non saranno mai contenti, però
    Poi ho scoperto una cosa però. per questa sorta di selezione darwiniana, confrontandomi con laureati italiani e francesi ho capito che non ero meno preparato di loro, anzi. ma perchè avevo studiato da solo, per andare avanti

    • FERRARA ROSARIO

      VORREI FARE TRE CONSIDERAZIONI…
      – appare dal tuo commento che l’ autodidattismo sia di per se l’ opposto della didattica istituzionalizzata… FALSO! lo statuto dell’ ateneo, all’ articolo 8, parla chiaramente di una comunita educante volta all’ eccellenza del sapere… in quanto comunita, TUTTI siamo risorse, compreso lo stesso studente! se si affronta un cammino formativo in un contesto in cui si arriva da adulti [18 anni] maturi [come da titolo di accesso], si suppone che non si vada a fruire di un servizio ma si vada a gestire delle risorse… in tutte le guide dello studente dagli anni ottanta in poi ci sta scritto che “LO STUDENTE E L’ UNICO RESPONSABILE” del proprio percorso formativo e didattico… non tocca ai prof insegnare cio che sanno, ma tocca a te chiedere cio che ti serve… questa cosa era molto chiara nel v. o. in cui una buona parte degli ambiti disciplinari erano “a scelta dello studente”, ed in cui si potevano mutuare due insegnamenti da altri corsi di laurea o addirittura da altre facolta… questa cosa viene chiarita meglio in un mio intervento precedente, su questa stessa pagina, che trovi al link
      https://www.younipa.it/2014/06/24/classifica-de-il-sole-24-ore-unipa-penultima-ma-e-davvero-cosi/14186/#comment-62256
      – certo, semmai, risulta ridicolo che vi siano problemi strutturali proprio nella facolta di ingegneria… appare evidente che una facolta nata su basi progettuali dovrebbe auto-risolversi i problemi strutturali… solo che ad “INGEGNERIA” fanno oramai progettare di tutto, dai percorsi umani alla forma di una molecola, dai rapporti sociali alla casa di montagna… e forse nessuno sa come si progetta un’ aula universitaria e come la si manutiene… ad una tua collega, tempo fa, consigliavo di “adottare” i locali che frequentava e di fare come tesi di laurea un progetto di ristrutturazione degli stessi…
      – il confronto con gli altri atenei, comunque, forse dovrebbe essere piu serio… SCREMIAMO TUTTO, DESTRUTTURIAMO TUTTO, e facciamo la classifica per area geografica degli studenti… se uno studente con ottime basi proveniente dalla sicilia va a iscriversi alla bocconi, per quale motivo deve essere contato a favore di bologna e non di palermo? qui i primi a affossare in nostro ateneo sono gli studenti che vanno fuori, e, spesso, contro di loro dovremmo attuare una guerra culturale, non accordi di rete! peraltro in molti corsi di laurea la scelta geografica non e irrilevante!! prova a trovare cattedre di diritto statutario a torino… prova a trovare cattedre di malattie epidemiologiche correlate all’ immigrazione a milano… prova a trovare un centro per il restauro ad amsterdam… non mettiamo in mezzo solo l’ italia, ma applichiamo fino in fondo il processo di bologna considerando anche gli altri atenei dell’ unione… resta il fatto che un avvocato, un notaio, un magistrato NON LAUREATI IN SICILIA, NON POTREBBERO NEANCHE LAVORARCI!

  38. gabriele

    io ho studiato ingegneria chimica e alla mia facoltà darei non 10 ma 12, lavoro al nord e sono più preparato della media dei miei colleghi dei politecnici. Se penso a cosa passa la mia ragazza ad economia mi viene solo da sperare che arrestino i suoi professori, non si presentano agli esami senza comunicarlo; a volte non aprono direttamente gli appelli. Se un compito va male non te lo fanno rivedere, non ti dicono le correzioni, moltissimi insegnanti di pessima qualità; quest anno uno è stato arrestato. Piuttosto che fare iscrivere un parente ad economia a palermo gli consiglierei vivamente di cominciare a lavorare col diploma.