Nel 2018, i rifiuti organici raccolti in modo differenziato sono stati 7,1 milioni di tonnellate. Si tratta di quantità in continua crescita. Infatti dagli 86 kg per abitante del 2013 si è passati ai 117 del 2018, grazie all’estensione delle raccolte differenziate.
La distribuzione sul territorio però non è omogenea. Tra le più virtuose, ci sono Emilia Romagna (174 kg/ab), Marche (159 kg/ab), Toscana (138 kg/ab), Veneto (153 kg/ab), Sardegna (142 kg/ab), Umbria (139 kg/ab), Friuli-Venezia Giulia (137 kg/ab) e Lombardia (125 kg/ab).
Tra i comuni con più di 200 mila abitanti, le città di Firenze, Venezia, Padova e Milano hanno un grado di intercettazione del rifiuto organico superiore ai 100 kg/ab.
La diversa performance è influenzata da diversi fattori, che vanno dall’efficienza della raccolta differenziata e dalle diverse modalità di raccolta, alle abitudini alimentari, le caratteristiche geo-morfologiche dei territori, la densità abitativa e la presenza e l’incidenza dei flussi turistici o di pendolari che influenzano la quantità e qualità del rifiuto organico prodotto e raccolto.
Secondo un’analisi dei ricercatori Donato Berardi e Nicolò Valle, per colmare il divario sarebbe necessario che le autorità competenti ponessero delle condizioni sulla qualità del servizio. Tramite strumenti tariffari in grado di incentivare e aiutare la realizzazione di impianti in quelle zone del paese dove vi sono evidenti carenze. E, più a lungo termine, creare anche lì le condizioni per lo sviluppo di un mercato.
Servono, cioè, interventi per difendere la concorrenza nei territori dove l’offerta di impianti è soddisfacente, sostenendo solo le iniziative realmente in grado di assicurare benefici ambientali e costi inferiori.
Contemporaneamente, vanno scoraggiate le iniziative che non assicurano costi competitivi e benefici ambientali significativi.
La classifica riportata dimostra un’Italia, ancora, a due velocità. Infatti vede in testa la Regione dell’Emilia Romagna. Mentre non può dirsi che goda di ottima posizione la Sicilia. Tra le ultime Regioni per la raccolta dell’organico, infatti quelle del sud Italia (fatta eccezione per la Liguria).
Dobbiamo però sottolineare che i dati più recenti lasciano sperare in una crescita delle percentuali di differenziata in Sicilia.
I dati in crescita, seppur lenti e poco costanti, possono rappresentare un punto di partenza importante per tracciare la giusta strada verso standard ottimali e virtuosi.
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