5 Dicembre 2025

Clicca su un’inserzione fake su Facebook e si ritrova “arruolato” nell’Isis: nei guai un avvocato di Palermo

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epa07568741 (FILE) - The logo of the messaging application WhatsApp (C) is pictured on a smartphone screen in Taipei, Taiwan, 26 September 2017 (reissued 14 May 2019). Facebook's messenger service WhatsApp has been the target of hackers, with remotely installed surveillance software developed Israeli security firm NSO Group, according to media reports. EPA/RITCHIE B. TONGO

Ha cliccato su una inserzione fake su Facebook e nel giro di poche ore i suoi profili Instagram e Facebook sono stati trasformati in quelli di un finto terrorista islamico. È accaduto a un avvocato palermitano, Federico Nuzzo, che ha raccontato la sua sventura a Palermo Today.

“Uso spesso per lavoro i social – racconta Federico Nuzzo – e pochi giorni fa mi è comparsa nella news feed di Facebook una pubblicità per ottenere un coupon per inserzioni a fronte di un sondaggio di mercato. Clicco, mi porta prima in una pagina web molto simile per grafica al design di Google e poi sul Play store di Android per scaricare un’app verificata che si chiama Google coupon. Una volta aperta, faccio l’errore più grande: eseguire l’accesso a due fattori e da lì un hacker ha iniziato la devastazione dei miei profili”.

L’hacker gli ha sottratto l’identità e ha fatto sì che i suoi profili fossero segnalati da Facebook. “Non solo ha toccato il mio profilo personale – racconta ancora Nuzzo – ma anche quello business, con tutte le carte di credito associate, e il mio profilo Instagram. In poche ore l’hacker ha accettato la richiesta di amicizia di un complice, la ha nominato mio business manager e ha cambiato sia la mia foto profilo sia quella di copertina con un’immagine dell’Isis”.

Furto di profili social, nei guai un avvocato palermitano

“Questo stratagemma dell’hacker – aggiunge Nuzzo – ha fatto sì che la segnalazione del mio profilo venisse vagliata immediatamente. Sono rimasto ignaro di ciò che stava accadendo uno a quando mi ha scritto un amico chiedendomi perché avessi pubblicato quelle immagini sul mio account che ora risulta definitivamente compromesso. Ho presentato una denuncia alla polizia postale e ho scritto a Facebook, ho provato a comunicare con il responsabile della privacy del colosso americano per concludere ho scritto una Pec a Facebook Italia”. L’uomo ha raccontato la sua esperienza per mettere in guardia tutti gli utenti del social.

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