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Clubhouse, l’ultimo grido dei social network

Riscaldate la voce. Clubhouse è l’ultimo social network basato esclusivamente sugli audio!

Un potenziale ibrido tra una chat vocale ed un podcast.

Nella nuova piattaforma, sviluppata da Paul Davison e Rohan Seth (ex dipendenti di Pinterest e Google), non c’è posto per commenti o messaggi scritti. Niente immagini e nessun video multimediale. Solo stanze sonore, le Room, in cui le persone potranno virtualmente riunirsi per discutere e chiacchierare di qualsiasi tematica. Dall’attualità al gossip, dai temi sociali alle nuove uscite musicali.

Come funziona?

Per scaricare Clubhouse, bisogna avere almeno 18 anni di età e possedere un iPhone.

L’applicazione per Android, infatti, è ancora in via di progettazione.

Una volta scaricata sotto forma di applicazione iOS, sarà inoltre necessario ricevere l’invito da parte di chi faccia già parte della Clubhouse’s community.

Accettato l’invito, potremo liberamente accedere alla piattaforma esplorando le diverse stanze virtuali già esistenti, create dai contatti.

Questa prima sezione non è casuale ma curata direttamente in base ai nostri interessi, indicati in seguito alla fase di iscrizione, riguardo una  serie di categorie predefinite, così da ottenere suggerimenti funzionali e mirati.

Entrati in una Room, ci si unisce al pubblico in qualità di ascoltatore con il microfono disattivato, con la possibilità di intervenire tramite l’icona “alzare la mano”, così come già avviene in altre piattaforme come  Zoom, Teams e Meet.

I moderatori ed amministratori della stanza, invece, possono intervenire a loro piacimento in qualsiasi momento ed invitare altri utenti alla conversazione.

I pro e i contro di Clubhouse

Oltre che a favorire la più naturale aggregazione tra persone, Clubhouse, a differenza dei più famosi social network come Facebook o Instagram, ha degli indiscutibili pregi soprattutto per ciò che concerne la tutela della privacy: nulla può essere registrato, scaricato o condiviso. L’unico contenuto fruibile sono le tracce audio, senza la creazione di alcun archivio relativo ai contenuti.

Certamente, il vero valore aggiunto è la presenza della voce, protagonista indiscussa del nuovo social, che consente di avere una rappresentazione più reale ed autentica degli iscritti.

Ma ha anche dei difetti. Innanzitutto, il fatto che l’applicazione al momento, come già accennato prima, preveda dei limiti mediante accesso con invito. Tali limitazioni, come giustificato dai creatori, sono dettate momentaneamente da ragioni legate alla gestione del carico. Il servizio, infatti, che ha già raggiunto 2 milioni di iscritti, sta ricevendo moltissime richieste di iscrizione grazie all’ importante risonanza da parte di alcuni utenti famosi. Da ultimo, Elon Musk, il patron di Tesla e Space X, che ha dato appuntamento ai suoi numerosi followers sulla piattaforma per potersi confrontare con loro sulle più svariate tematiche e curiosità.

La lingua ufficiale di Clubhouse è l’inglese, impostazioni comprese, il che potrebbe comportare alcune difficoltà a livello comunicativo.

Inoltre, nonostante la buona qualità dell’audio, non sempre si riesce a coprire i rumori in sottofondo e non è sempre facile capire chi stia parlando, soprattutto all’interno di una stanza con molti partecipanti.

Con i suoi pro e i suoi contro, Clubhouse resta di sicuro una valida alternativa ai tanti altri già noti social network, incrementando le occasioni di incontro e di ritrovo.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.