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Conte: “Non disperdere i sacrifici. Il Covid non è vinto”

“L’Italia che sta faticosamente uscendo dalla pandemia dovrà essere una comunità rigenerata: il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti”.

Lo dice il premier Giuseppe Conte ad Assisi, in occasione delle celebrazioni della festa di San Francesco.

Il presidente del Consiglio è arrivato ad Assisi per partecipare alle celebrazioni per san Francesco. Con lui, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.


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Il premier è subito entrato nella Basilica Superiore di San Francesco assistere alla celebrazione.  

“Questo nostro mondo è in balia delle onde della globalizzazione selvaggia e dei nazionalismi irrazionali. Se vogliamo preparare il futuro, occorre anche guardare lontano”

E’ uno dei passaggi dell’omelia che il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, ha pronunciato durante la messa per la festa di San Francesco dalla Basilica Superiore.


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Ricordando che le Marche sono la regione che quest’anno ha donato l’olio per la lampada votiva, il francescano si è soffermato sull’ “operosità” della regione, “capace di proporre ancora oggi un eccellente modello economico-imprenditoriale fortemente radicato nel territorio e volano di socialità”.

“Quello marchigiano può essere un modello per l’Italia che vuole rinascere – ha detto Gambetti -, ma non sarà sufficiente, come gli stessi cittadini delle Marche sperimentano nei loro territori.

Viviamo infatti in una comunità globale. Siamo tutti su una barca che potrà restare a galla con alcuni accorgimenti, ma che è ancora senza un timone e non sa dove andare”.

“Ieri – ha ricordato ancora il Custode – Papa Francesco ha firmato sulla Tomba del Poverello la sua terza enciclica: ‘Fratelli tutti’. Un dono immenso che addita la linea di orizzonte, l’approdo sicuro e felice per l’umanità.


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La fraternità è l’humus esistenziale che, come il grembo di una madre, custodisce, nutre ed orienta la nascita. Pensare l’economia e l’ecologia, i rapporti internazionali e quelli interni, le leggi e l’educazione, l’infosfera e il digitale, l’impresa e il commercio, la sanità e lo sport… nell’orizzonte dell’umanesimo fraterno è la sfida di oggi per il domani ed è uno spartiacque.

Non c’è più spazio – ha sottolineato Gambetti – per forme di compromesso nel tempo della comunità globale: o con i fratelli o contro i fratelli”. “Come il Papa ci insegna, noi guardiamo con gli occhi di Francesco d’Assisi – ha concluso il Custode – all’umano rivelato e compiuto in Cristo, vero fratello di tutti, amore totale e ‘infinitivo’ per ciascuno; e vogliamo una società fraterna, nella quale il primato è riservato alla cura dell’altro, al dono reciproco e allo sviluppo intelligente”, ha concluso il custode. (ansa)


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