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Coronavirus. Studente Palermitano bloccato: “E’ solo, ha paura”

L‘ansia di una giovane palermitana per il fratello, studente fuori sede bloccato in Emilia Romagna, su Palermotoday. Rivolgendosi a Musumeci”Aiutate mio fratello a tornare”

La Lettera

Sono Roberta Mosca, una giovane donna siciliana, residente a Palermo. Le scrivo per sottoporre alla sua attenzione la condizione in cui si trova attualmente mio fratello Flavio, un ragazzo di soli 24 anni, residente anch’egli a Palermo, che al momento vive a Imola in provincia di Bologna.

La storia di mio fratello è sicuramente comune a quella di migliaia di giovani siciliani che, per motivi di studio o lavoro, sono stati costretti a emigrare al Nord, ragazzi che hanno riempito un paio di valigie di vestiti, sogni e speranze e hanno lasciato la propria terra. Mio fratello, nello specifico, studia all’Università di Bologna e sta seguendo, da circa un anno e mezzo, il corso di laurea magistrale in Tecnico della prevenzione con sede a Imola.

Si trova attualmente bloccato in Emilia Romagna, chiuso in casa da quasi un mese. Mi chiederà come mai non sia sceso prima come hanno fatto tanti altri giovani e lavoratori. Quando circa un mese fa abbiamo iniziato a vedere quello che stava accadendo in certe aree del Nord Italia, ha preferito rimanere là pensando, forse ingenuamente (un po’ come tutti), che la situazione si sarebbe risolta in tempi brevi e che l’epidemia sarebbe stata circoscritta alle sole zone rosse del lodigiano.

Con il passare dei giorni e con l’evolversi delle vicende abbiamo pensato, vedendo anche le immagini delle stazioni prese d’assalto, che fosse più sicuro per lui rimanere chiuso in casa là a Imola piuttosto che prendere treni, pullman o aerei affollati e saturi, in cui il rischio di contagio sarebbe stato elevato se non addirittura inevitabile. La scorsa settimana stavamo valutando l’idea di farlo partire affittando un’automobile da Imola fino a Palermo, ma oltre al costo sicuramente elevato, può ben capire come un viaggio di oltre 14 ore sia davvero pesante da affrontare per un giovane ragazzo da solo. La paura e l’incertezza hanno preso il sopravvento per alcuni giorni così, quando finalmente aveva deciso di partire, abbiamo sentito il Presidente Conte dire che avrebbe emanato un ulteriore decreto, impedendo il rientro nel proprio comune di residenza.

Io e i miei genitori facciamo appello alla sua sensibilità e le chiediamo di permettere a mio fratello, così come ai giovani bloccati al Nord, soli, spaventati e scoraggiati, di rientrare in Sicilia qualora lo volessero. La preghiamo di autorizzarlo affinché possa rientrare in sicurezza a Palermo, prendendo il mezzo che riterremo più opportuno; di autorizzarlo ad attraversare lo stretto di Messina, in modo da non rischiare di rimanere bloccato per giorni a Villa San Giovanni, come sta accadendo a tanti in questi ultimi giorni.

Le chiediamo di permettergli di tornare a casa, di fare la quarantena nella propria città in un appartamento separato dal nostro o in un hotel da voi predisposto se lo riterrete più opportuno, così da poter poi affrontare nelle settimane seguenti questa drammatica situazione insieme alla propria famiglia.

Il senso di sconforto, paura e angoscia che in questi giorni attanaglia tutti noi, può ben capire quanto sia amplificato in questi ragazzi soli e lontani da casa. Non permetta che il panico prenda il posto della sensibilità. Siamo purtroppo tutti consapevoli che i tempi per poter uscire fuori da questa pandemia non saranno brevi.

Aiuti mio fratello a tornare a casa, ci aiuti. Con la speranza che ogni cosa si possa risolvere per  il meglio. Certa di un suo riscontro. Le porgo i miei più cordiali saluti e la ringrazio per il lavoro svolto finora e per quello che farete nelle prossime settimane.

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