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“Discovery Partnerships with Academia” diventa il motore per lo sviluppo della ricerca medica a Palermo

L’innovazione nasce dalle idee. Potrebbe essere questo il motto dell’accordo che vede alleate per la ricerca l’Università di Palermo e Gsk, il principale gruppo farmaceutico in Italia per presenza industriale e numero di occupati.

L’iniziativa è stata presentata in occasione del convegno La ricerca collaborativa, partnership tra accademia e impresa, nella Sala delle Capriate dello Steri.

L’evento, a cui hanno partecipato tra gli altri il rettore dell’Università Fabrizio Micari, Daniele Finocchiaro, presidente e Amministratore delegato di Gsk, Girolamo Cirrincione, prorettore alla Ricerca Unipa e Giuseppe Recchia, direttore medico e scientifico Gsk, rappresenta il calcio d’inizio di una collaborazione che si annuncia fruttuosa e che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci sulla base dell’intuizione dei ricercatori siciliani.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del percorso di condivisione che GSK porta avanti con le università, i centri ospedalieri e le charities di tutto il mondo per lo sviluppo di una ricerca collaborativa che si pone come modello ottimale per lo sviluppo rapido di nuovi principi attivi e per lo studio di meccanismi d’azione originali.

«Questo accordo rappresenta una concreta e straordinaria occasione per il nostro Ateneo e per il nostro territorio – commenta il Rettore dell’Università di Palermo, profess0r Fabrizio Micari – I nostri ricercatori sono una una risorsa di eccellenza che in questa joint-venture trovano una condizione ideale. È significativo che la prima azienda farmaceutica italiana per presenza industriale abbia scelto UniPa per investire sullo sviluppo dei farmaci del futuro. Di questa ‘chiamata’ dei nostri scienziati più innovativi non posso che esserne orgoglioso come Rettore e come siciliano. La nostra isola ne avrà un grande ritorno».

Gsk oggi in Italia fattura 1,6 miliardi di euro: è presente nel nostro Paese a Siena del 1904 e a Verona dal 1932 ed ha tre siti produttivi oltre ad un centro ricerche per i vaccini a Siena che dà lavoro a quasi 600 scienziati. Gsk è inoltre impegnata in numerose attività di ricerca collaborativa con il mondo universitario e i principali centri di ricerca pubblici e privati.

Il Discovery Partnership with Academia (DPAC) rientra in questa tipologia di ricerca collaborativa ed è un programma internazionale di GSK per la scoperta precoce di farmaci lanciato nel 2010 con l’obiettivo di integrare in maniera ottimale la creatività, la profonda conoscenza delle basi biologiche delle malattie e la capacità scientifica dell’università con le risorse e l’esperienza dell’industria farmaceutica nello sviluppo dei medicinali, in modo da ottimizzare il passaggio dalla ricerca alla disponibilità dei nuovi farmaci per i pazienti.

«Una grande industria farmaceutica ha come obiettivo fondamentale la ricerca: noi abbiamo scelto di puntare sulla “Open Innovation”, certi che le grandi sfide possono essere vinte condividendo informazioni e competenze con l’accademia, gli ospedali più avanzati, le charities e per questo oggi GSK sostiene in Italia circa 25 studi condotti in 400 centri pubblici universitari e non, oltre a 180 studi clinici che ci vedono collaborare direttamente con più di 1600 centri nel nostro Paese – afferma Daniele Finocchiaro, Presidente e Amministratore delegato di Gsk Italia – La dimostrazione pratica di questo approccio viene dalla messa a punto della prima terapia genica al mondo per l’Ada-Scid (una rara malattia infantile che rende i bambini estremamente sensibili anche alle infezioni più banali, tanto da costringerli a vivere in una bolla) che nei giorni scorsi è stata autorizzata in Europa e in Italia e che nasce dalla collaborazione tra Fondazione Telethon, Ospedale San Raffaele di Milano e Gsk. La mia speranza per il futuro è che proprio all’Università di Palermo, la mia città, grazie all’intuizione dei ricercatori che vi operano e le competenze degli esperti di Gsk possano nascere e svilupparsi linee di ricerca collaborativa in grado di risolvere gravi malattie che oggi non hanno cure efficaci».

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