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Estate, gli imprenditori: “I giovani preferiscono il reddito di cittadinanza al lavoro”

Anche nell’estate 2021 si presenta la polemica dei giovani che rifiutano determinate funzioni lavorative. A comunicare il dato varie figure politiche ed economiche. Molti imprenditori hanno infatti reclamato il fatto che i giovani preferiscano il reddito, portato in auge dal M5S, rispetto alla paga offerta da alcuni durante l’estate.

Cercasi pizzaioli, chef, lavapiatti, baristi, camerieri. Ma anche beach boys, aiuto cucina, preferibilmente specializzati”. Sono queste le posizioni che più emergono tra annunci sparsi in tutta l’Italia, paese che ormai, anche per l’abbassamento dei contagi, prova a ripartire con la stagione più calda.

Perché però i giovani certe volte rifiutano queste prestazioni lavorative? Si alternano due principali modi di vedere il problema. Il primo è quello del racconto che i giovani non vogliono sudare e sbracciarsi, per quella paga promessa. Questa tipologia di racconto è molto frequente tra coloro che si tende a nominare boomer e che spesso utilizzano come espressione costante: “Quando ero giovane io…”.


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“I giovani preferiscono il reddito alla nostra paga”

La seconda tesi, invece, evidenzia il fatto che anche prima del Covid e del reddito di cittadinanza, molte offerte di lavoro erano fuori dai canoni imposti da un paese sviluppato ed europeo come l’Italia. Sui social da anni si dimostrano contratti che vedono il raddoppiamento o il triplicamento delle ore lavorative rispetto a quanto trascritto. E senza tutele in ambito di sicurezza o malattia.

Un dibattito che di certo è forte e che non si placherà. Al momento su Linkedin, social per eccellenza legato al mondo del lavoro, emergono molte offerte lavorative in merito alla stagione balneare, complice sicuramente il fatto che le prenotazioni hanno visto una crescita esponenziale. Sarà solo la fine della stagione balneare a dimostrare come davvero i giovani hanno percepito le proposte di lavoro.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”