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Falcone e le scottanti rivelazioni della Boccassini: “Uno sfregio alla memoria di Giovanni e Francesca”

Hanno fatto discutere le ultime dichiarazioni di Ilda Boccassini su Giovanni Falcone, affidate alla sua nuova autobiografia: “La stanza numero 30. Cronache di una vita”. Il libro racconta la sua lunga carriera da magistrato, i colleghi che non meritano il suo rispetto, e di Giovanni Falcone scrive: “Me ne innamorai”.

Ero innamorata della sua anima, della sua passione…“. Così scrive Ilda Boccassini, oggi 72enne magistrato in pensione. Nel suo libro, racconta di un “sentimento alto e profondo“, tra bagni al mare all’Addaura e viaggi in aereo.

L’incontro con Giovanni Falcone

I due si conobbero negli anni Ottanta in merito all’inchiesta dell’inchiesta “Duomo Connection”, nella quale lavorarono insieme per dimostrare le infiltrazioni di Cosa Nostra nel capoluogo lombardo. “Me ne innamorai” sentenzia la Boccassini, con la schiettezza che l’ha sempre contraddistinta.

Boccassini: “Che notte quella…”


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Ilda Boccassini racconta anche di un viaggio fatto in Argentina, nel giugno del ‘91, per interrogare il boss Gaetano Fidanzati, ad ascoltare le canzoni di Gianna Nannini per tutta la durata del volo. “Alcune canzoni mi facevano pensare alla nostra storia e le ascoltai più volte, per ore, stringendomi a lui“, scrive nel suo libro.Rimanemmo abbracciati per ore, direi tutta la notte, parlando, ascoltando Gianna Nannini e dedicandoci di tanto in tanto ad alcuni dettagli dell’interrogatorio e ai possibili sviluppi dell’indagine. Che notte…

Nessun accenno a Francesca Morvillo

A distanza di tre decenni dalla morte del giudice, Ilda Boccassini si chiede: “Cosa avrebbe riservato il destino a me e Giovanni, se non fosse morto così precocemente?“. Nella sua autobiografia, nessun accenno viene fatto alla moglie di Falcone, Francesca Morvillo, nonché sua compagna fino alla tragica fine. Per lei, solo un vago riferimento: “Sapevo di non poter condividere con lui un cinema o una gita in barca, pur desiderandolo, ma non ero gelosa della sua sfera privata, né poteva vacillare la mia”.

Le critiche

Ciò che stupisce nella rivelazioni intimistiche della Boccassini non è soltanto il fatto che queste non possano ricevere alcuna smentita da parte del diretto interessato, ma l’oltraggioso riferimento alla memoria dei due giudici uccidi dalla mafia, uniti fino alla fine dei loro giorni. Molti ritengono che la Boccassini abbia perso un’occasione per tacere, altri ancora che si sia inventata tutto per guadagnare qualche vendita in più. Dove stia la verità, non è dato saperlo. Ma per fortuna i libri, a differenza delle sentenze, possono essere criticati.

Falcone era un uomo libero: commemoriamolo, ma senza ipocrisie

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.