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Green Pass, attenzione alle truffe online: ecco perchè non dovete mostrare il QR Code sui social media

Nuove frizioni tra gli Stati membri alla vigilia dell’entrata in vigore del green pass Covid Ue fissata per il 1 luglio. La decisione della Germania di vietare in toto l’ingresso alle persone provenienti dal Portogallo, considerato un Paese dove la variante Delta è dominante, non è andata giù a Bruxelles, che non la vede “in linea” con quanto stabilito insieme agli stessi Stati membri nei mesi scorsi.

Il malcontento è stato espresso nero su bianco in una missiva diretta a tutte le capitali, siglata dai commissari Didier Reynders, Thierry Breton e Stella Kyriakides. Urgente la richiesta: coordinare il prima possibile, preferibilmente entro giovedì, tutte le misure per gli spostamenti sul territorio europeo (dalle classificazioni sulle zone ad alta incidenza per le quali sarebbero previste quarantene, all’obbligo di test per i minori) garantendo la libertà di viaggiare senza più ostacoli e limitazioni a chi è guarito dal Covid oppure ha completato il ciclo vaccinale.

Intanto preoccupano gli attacchi al QR Code contenuto nel Green Pass. Arriva dopo il monito del Garante Privacy di non esibire sui social media il Green Pass che contiene informazioni personali che possono essere usate per attacchi mirati e furti d’identità. Mentre proprio ieri la Polizia Postale ha segnalato la circolazione di falsi messaggi WhatsApp che invitano a scaricare falsi Green pass inserendo i propri dati.

Oggi i QR Code riescono a trasmettere velocemente una serie di informazioni e vengono impiegati nei contesti più vari: in bar e ristoranti per i menu, per l’accesso a eventi e luoghi pubblici, per la prenotazione di visite mediche, per ritirare prescrizioni, per la fatturazione elettronica, per le transazioni in Bitcoin, per sostituire i biglietti cartacei e per ultimo lo stesso Green Pass.

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