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I colleghi della studentessa No Pass al rettore: “Stanchi di suoi insulti e minacce”

Anche i colleghi di facoltà vanno contro Silvia, la ormai celebre studentessa no Green Pass che ha bloccato nelle scorse ore la lezione in aula della facoltà di Filosofia di Bologna. Dopo le parole della professoressa, anche i suoi coetanei hanno deciso di scrivere una lettera, indirizzata al rettore dell’ateneo, contro l’atteggiamento dell’universitaria.

“Noi siamo studentesse e studenti di filosofia. Siamo amanti del sapere in ogni sua declinazione, sfumatura, riflesso, colore. È proprio per questo che noi non potremmo mai negare il diritto di un’altra persona di esporre il proprio pensiero e di lottare per esso. Così come non oseremmo discriminare le convinzioni altrui. Tuttavia, è necessario manifestare le proprie idee in un modo legittimo affinché non si metta a rischio la salute degli altri e non vengano intaccati diritti altrui”.

I ragazzi smentiscono di aver “linciato” la collega dopo l’interruzione della lezione, come sostenuto da lei e da sua madre. “Si è creato uno scambio di pareri con toni, sì, caldi ed alterati che, però, la professoressa ha poi avuto cura di placare. Silvia sostiene con fermezza che un gruppo di studenti l’avrebbe poi aspettata fuori per picchiarla. Peccato che abbia omesso un particolare: quel giorno pioveva e l’unico posto per ripararsi, per chi fosse sprovvisto di ombrello, era proprio il cortile dell’università presso il quale, inevitabilmente, si è creata una folla. Come se non bastasse, uscendo dall’aula, è stata lei ad andare incontro al gruppo (a lei totalmente indifferente), istigandolo: “Cosa volete fare ora? Volete picchiarmi?”.


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I colleghi della studentessa No Pass scrivono al rettore

La stessa Silvia sarebbe in realtà autrice di insulti e minacce ai compagni. “Denuncia fantasiose minacce, ma minaccia un ragazzo del corso che condivide le sue stesse idee. Ma che ha deciso poi di dissociarsi dai mezzi con i quali vengono fatte valere”.

Gli studenti riportano testualmente il messaggio: “Alessandro, io capisco la tua volontà di allontanarti da una linea che non ti appartiene più, ma gradirei anche che, se proprio non riesci a fare a meno di essere un mezzo omuncolo, almeno non ti esprimi nei confronti di mia madre. Perché non me ne frega un ca**o, io sono tranquilla e pacifica, ma se non vuoi che la prossima volta che ti veda per strada ti tiri una testata che ti faccia saltare i denti ti consiglio di tenerti certe osservazioni. Dovresti aver capito per altro che non mi faccio nessun tipo di problema a farlo davvero. Una buona serata”. Il motivo? Il ragazzo in questione altro non ha fatto che condividere la notizia dell’intervista rilasciata dalla madre. Nulla di più”


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”