Sicilia. Il ponte sullo Stretto di Messina, sebbene mai costruito, è un progetto da sempre nella testa dell’uomo.
Addirittura avrebbe più anni di Cristo. Non è un’idea della destra o della sinistra, ma di chi alla fine ha fatto solo promesse, senza mai mantenerle per problemi burocratici, ambientali, territoriali o etici.
In questi giorni a causa del Recovery Fund, fondo ideato per risollevare l’Europa dalla crisi pandemica, si è parlato di nuovo di un possibile progetto di collegamento tra Calabria e Sicilia. Con probabilità sarà un altro castello di sabbia distrutto dalle onde del mare.
In origine furono i Romani nel 256 a.c. ad avere questa idea, che ciclicamente si presenta nella storia. Plinio il Vecchio, scrittore latino, la narra. I Romani costruirono un ponte di barche poco stabile sullo Stretto per trasportare degli elefanti.
Anche i Lombardi hanno pensato al ponte. Nell’800 fu il re dei Longobardi, Carlo Magno, a proporre un possibile progetto, che fallì a causa degli irregolari fondali marini dell’odierna Messina.
Facendo un grande salto, nel 1840, prima dell’Unita d’Italia, Ferdinando II avrebbe voluto costruire un ponte. Chiamò i più grandi ingegneri e architetti del Regno delle due Sicilie, ma fallì il progetto perché i soldi mancavano e l’Unita era vicina. Da lì a poco Ferdinando sarebbe al massimo diventato regnante di casa sua.
Nel 1876 il Ministro Zanardelli propose un’idea per collegare il territorio italiano. Nel 1908 ci fu il catastrofico terremoto a Messina. Da lì il progetto è scemato. Nel dopoguerra ci furono solo poche proposte. A riportare in auge l’idea di struttura di collegamento tra Calabria e Sicilia è stato l’uomo delle promesse: Silvio Berlusconi.
Nel 2001 il leader di Forza Italia lo promise a gran voce in campagna elettorale. Peccato che dopo 5 anni di gare di appalto, il progetto finì in mano a Cosa Nostra.
L’idea passò dalle stanze ingegneristiche alle aule di tribunale. L’altro a promettere di nuovo la grande struttura fu Matteo Renzi, nel 2016, con 100.000 posti di lavoro annessi. In pratica tutti i cittadini messinesi avrebbero lavorato per il ponte, come gli abitanti della Lapponia per i regali di Babbo Natale.
Recentemente Giuseppe Conte ha annunciato che valuterà “senza pregiudizi” il progetto di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina con i fondi europei. Resta un forse, date le tante problematiche strutturali e ambientali.
Il tutto, con probabilità storica, sfumerà come il vino col soffritto.
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