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L’ex miss Ucraina Anastasiia Lenna imbraccia il mitra e si unisce all’esercito – FOTO

“Smontiamo la segnaletica su tutte le strade del Paese. Il nemico non conosce le zone e non sa orientarsi. Aiutiamoli ad andare all’inferno“. Mentre l’esercito combatte, si richiamano i riservisti e i volontari imbracciano i fucili, il resto degli ucraini trova forme di resistenza alternative. Sabotaggi, gesti simbolici, post sui social: contro l’invasore russo ci si inventa di tutto.

Non manca neppure chi si improvvisa combattente, preparando barricate in strada con sacchi di sabbia o passando le giornate a scavare trincee. E ad imbracciare le armi sono anche i vip, come l’ex miss Ucraina Anastasiia Lenna, che su Instagram ha postato immagini in tenuta militare con un fucile in mano. Un sostegno alle forze armate già manifestato in passato e probabilmente solo simbolico. Ma di fronte all’invasione, gli ucraini sono pronti a cogliere ogni segno di speranza e resistenza.

È così che si è diffuso l’appello ai cittadini dell’agenzia statale per la gestione della viabilità ad abbattere o manipolare i cartelli stradali per disorientare le forze di Mosca. E sempre dalle autorità è arrivato l’input per azioni di guerriglia, con tanto di tutorial su come preparare molotov da lanciare contro gli aggressori. Un invito subito raccolto dalla popolazione. A Dnipro, terza città più popolosa del Paese, le donne hanno iniziato a preparare i cocktail incendiari usando polistirolo e bottiglie di alcolici usate, mentre a Leopoli, nell’ovest più lontano dagli scontri, il birrificio Pravda ha fatto sapere di dedicarsi in questi giorni a questo “imbottigliamento molto speciale”.

Tanti sono anche i gesti di resistenza nonviolenta, ispirati ad antecedenti dal forte impatto simbolico. Quando sui social si è diffuso il video di un uomo disarmato sul ciglio di una strada che solo con il proprio corpo tentava di bloccare un convoglio di blindati russi, la mente è andata subito alla storica immagine di piazza Tienanmen. Una scena simile si è vista anche in altre occasioni, come a Bakhmach, 150 km a nord-est di Kiev, dove alcuni civili si sono inginocchiati davanti ai tank e hanno lanciato le proprie bici sotto i cingolati.

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