Neolaureati, Chi guadagna più soldi dopo la laurea? I lavori e i Paesi dove si percepisce uno stipendio più alto
Dove si guadagna di più dopo la laurea, ecco i lavori e i Paesi con i migliori stipendi per i neolaureati.
Quali sono i comparti che offrono le retribuzioni più alte a chi ha appena ottenuto il titolo universitario, sia in Italia che nel resto d’Europa? A rispondere è il nuovo rapporto 2024 dell’Osservatorio sul Capitale Umano di Mercer, società internazionale di consulenza e ricerca specializzata nel mercato del lavoro globale.
I settori più redditizi per i giovani laureati in Italia
Nel panorama italiano, i neolaureati che ottengono i compensi più elevati operano prevalentemente nei settori delle scienze della vita e dell’energia. In media, un giovane impiegato in ambito life science percepisce uno stipendio annuo lordo di circa 33.000 euro, mentre chi lavora nell’energia si attesta intorno ai 32.167 euro.
Anche il settore dei beni di consumo, il manifatturiero e quello tecnologico si difendono bene, con retribuzioni che si aggirano sui 30.000 euro annui. In fondo alla classifica troviamo invece i servizi non finanziari, dove il guadagno medio scende a circa 28.000 euro.
Questi numeri emergono dall’indagine di Mercer, i cui dati sono stati rilanciati da Sky Tg24.
Europa: dove i laureati guadagnano di più
Sul fronte europeo, il podio degli stipendi per i neolaureati vede al primo posto la Svizzera, con una media superiore agli 86.000 euro lordi all’anno. Subito dopo troviamo la Germania con 53.300 euro (+2,1% rispetto al 2021) e l’Austria, che si attesta sui 51.100 euro (+10,5% negli ultimi tre anni). Bene anche il Belgio, dove si raggiungono i 47.000 euro (+5,5%).
All’estremo opposto si posiziona la Polonia, con una retribuzione di poco più di 16.600 euro per i giovani laureati. Seguono la Spagna (28.500 euro) e l’Italia, che si colloca in una fascia intermedia con 30.558 euro annui.
Laureati vs diplomati: chi guadagna di più?
Secondo lo studio Mercer, in diversi Paesi la laurea rappresenta un importante vantaggio economico, traducendosi in stipendi più alti rispetto a quelli dei diplomati. L’indagine Eurostat “Structure of Earnings Survey” conferma questa tendenza, ponendo la Romania in cima alla classifica: qui un laureato guadagna oltre il 114% in più rispetto a un diplomato.
In Italia, questo “premio di laurea” è del 30%, un dato inferiore alla media europea (48%) ma comunque più alto rispetto a Paesi come Svezia (24%), Malta (29%) e Danimarca (29%).
Giovani e lavoro: oltre lo stipendio
Marco Valerio Morelli, amministratore delegato di Mercer Italia, ha commentato a Il Sole 24 Ore – come riportato da Sky Tg24 – che i salari giovanili nel nostro Paese restano tra i più bassi in Europa, con aumenti limitati, contribuendo così al fenomeno della fuga dei cervelli.
Secondo Morelli, ci troviamo di fronte a uno scenario bloccato, che frena non solo la crescita economica ma anche la capacità del sistema produttivo italiano di competere e innovare. Un miglioramento delle retribuzioni, magari sostenuto da un alleggerimento del cuneo fiscale, sarebbe fondamentale per trattenere i giovani talenti.
Tuttavia, i soldi non bastano. I giovani della Generazione Z desiderano molto di più: opportunità di crescita, formazione continua e ambienti di lavoro flessibili e stimolanti. Vogliono lavorare per aziende affidabili, che rappresentino valori condivisi e abbiano un impatto positivo sulla società.
Morelli sottolinea che le imprese devono ripensare radicalmente la loro offerta: la Gen Z rappresenterà quasi il 30% della forza lavoro entro il 2030, e per attrarre questa nuova generazione serve una proposta completa, fatta di trasparenza, benessere e possibilità di sviluppo personale.