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Omicidio Roberta Siragusa, la 17enne non sarebbe stata strangolata: “Sono emerse gravi lesioni”

Roberta Siragusa, la 17enne uccisa tra il 23 e il 24 gennaio a Caccamo, nel Palermitano, non sarebbe morta strangolata. E’ quanto emerge dall’autopsia eseguita ieri all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Messina dal professore Alessio Asmundo, nominato dal gip di Termini Imerese, Angela Lo Piparo.

Non è chiaro quale sia, a questo punto, la causa della morte. “Dobbiamo attendere l’esito di tutti gli accertamenti – ha detto Manfredi Rubino il consulente nominato dagli avvocati che assistono la famiglia della ragazza -. Dall’esame autoptico sono emerse gravi ustioni a livello del tronco, del viso e degli arti superiori e una parte degli arti inferiori. La lingua protrusa può presentarsi nei casi di strangolamento, ma non è il caso in specie”.

Omicidio Roberta Siragusa, esequie officiate da Corrado Lorefice

All’esame autoptico ha partecipato anche l’avvocato Giuseppe Canzone, uno dei legali della famiglia Siragusa. “Ho assistito con lo spirito con cui si assiste all’autopsia di una ragazza di quell’età che ha trovato una morte così tragica e che, come ha scritto il gip nell’ordinanza, ha un corpo dilaniato. Siamo molto provati per quello che abbiamo visto”. Per l’omicidio della 17enne, al momento l’unico indagato, è il fidanzato Pietro Morreale, 19 anni, al quale il gip ha applicato la custodia cautelare in carcere. Intanto domani a Caccamo saranno celebrati i funerali. A officiare le esequie sarà l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.

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