Dopo il murale di Giovanni Falcone, nei pressi dell’Aula Bunker, arriva quello che ritrae il giudice, amico e collega, Paolo Borsellino. L’opera, che verrà inaugurata il prossimo 19 luglio in occasione dell’anniversario dalla strage di Via D’Amelio, completa il progetto La porta di Giganti, per iniziativa della Fondazione Giovanni Falcone, realizzato dall’artista Andrea Buglisi.
Un altro sguardo, altri occhi veglieranno sulla città di Palermo: quelli di Paolo Borsellino. Il murale che riproduce il volto del giudice ucciso in via D’Amelio il 19 luglio del 1992, insieme agli agenti della scorta Eddie Walter Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli, è realizzato sulla superficie laterale di un palazzo di sei piani sito in via Sampolo, in prossimità dell’Aula bunker. Accanto, il murale che ritrae Giovanni Falcone, completato lo scorso 23 maggio.
“Questo è un omaggio alla famiglia di Paolo Borsellino e alla città di Palermo, un’opera che coinvolgerà altre parti del tessuto urbano in un progetto che vedrà opere in altri grandi centri colpiti dagli attentati di Cosa Nostra di trenta anni fa, per celebrare la vita, quella speciale capacità delle comunità resistenti di fiorire recise, anche attraverso l’arte contemporanea “, queste le parole dell’ideatore del progetto, Alessandro de Lisi. “L’augurio è che i volti di Giovanni e di Paolo ci indichino la strada“, conclude.
A commentare la nuova opera, anche Maria Falcone, sorella del magistrato assassinato e presidente della Fondazione Falcone, promotrice dell’iniziativa. “Con questo ritratto, la Fondazione intende manifestare tutta la sua gratitudine nei confronti di un uomo coraggioso, un uomo che conosceva il suo drammatico destino e non si è sottratto ad esso. Una figura che in qualche modo ricorda i protagonisti di certe tragedie greche, pronti al sacrificio nonostante fossero consapevoli della sorte a cui erano condannati. Paolo Borsellino, come mio fratello Giovanni, non si sentiva un eroe, era semplicemente un uomo dello Stato. Credeva nelle istituzioni, credeva nella giustizia e ha fatto il suo dovere fino in fondo”.
Tra le altre opere, ricordiamo l’installazione di Velasco Vitali dal titolo “Branco”: 54 cani a grandezza naturale, in ferro e lamiere, all’interno dell’Aula bunker in rappresentanza della fame di potere criminale e l’abuso della mafia sulla società. Fra le altre, anche la statua “L’attesa” realizzata dall’artista Peter Demetz: una giovane donna che rappresenta l’attesa di una città per la giustizia e, simbolicamente, il ritorno a casa di Giovanni Falcone e di sua moglie Francesca Morvillo. L’opera è stata collocata sotto l’Albero Falcone ed inagurata lo scorso 23 maggio, nel giorno dell’anniversario della Strage di Capaci.
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