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Paradosso, le donne più brave all’Università: ma pagate il 20% in meno degli uomini

Donne più motivate e intraprendenti nello studio, uomini più occupati e pagati sul fronte del lavoro. È quanto emerge dal rapporto ‘Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali’ realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

Le donne costituiscono quasi il 60% dei laureati in Italia e registrano performance migliori sia in termini di regolarità negli studi che di votazione finale (concludono gli studi in corso il 60,2% delle donne, rispetto al 55,7% degli uomini). Il voto medio di laurea è in media, rispettivamente, pari a 103,9 contro 102,1/110).

Eppure gli uomini sono più valorizzati sul mercato del lavoro, guadagnano il 20% in più. Inoltre occupano professioni di più alto livello. La pandemia, poi, ha ulteriormente ampliato le differenze di genere, soprattutto in termini di tasso di occupazione. E a cinque anni dal titolo, in presenza di figli, il divario di genere si amplifica ulteriormente.


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Donne più brave negli studi: ma pagate il 20% in meno degli uomini

Il Rapporto AlmaLaurea evidenzia che le donne dimostrano migliori performance pre-universitarie e provengono più di frequente da percorsi liceali. Prendono parte più degli uomini alle esperienze di tirocinio curriculare, ma anche alle esperienze di lavoro durante gli anni universitari e di studio all’estero.

Questo non basta ad appianare le differenze di genere nel mercato del lavoro. Il tasso di occupazione dei laureati di primo livello, a cinque anni dal titolo, è dell’86,0% per le donne e del 92,4% per gli uomini, tra quelli di secondo livello dell’ 85,2% per le donne contro il 91,2% per gli uomini.

 E la pandemia ha tendenzialmente ampliato le differenze. Inoltre, a cinque anni dal titolo, in presenza di figli il divario cresce ulteriormente. Gli uomini risultano avvantaggiati per il lavoro autonomo, dipendente e a tempo indeterminato. Le donne hanno una maggiore incidenza di contratti non standard, principalmente a tempo determinato, anche perché occupate, più degli uomini, nel settore pubblico in diversi ambiti, in cui i tempi di stabilizzazione sono più lunghi.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”