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Professori di Stanford e Harvard contro il Lockdown: “È il più grande fiasco della storia medica”

Il lockdown è un grande fiasco? Ma come, abbiamo fatto sacrifici enormi negli ultimi 14 mesi. Ci hanno detto che erano necessari per sopravvivere, che altrimenti avremmo rischiato quasi l’estinzione della specie. E quindi, ubbidendo alle regole, stati nazionali, grandi potenze mondiali, piccole comunità, hanno rispettato le regole che la comunità medica ha consigliato loro.

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Il più grande fiasco della salute pubblica della storia

Adesso la dichiarazione shock. Per due autorevoli epidemiologi la strategia del lockdown avrebbe causato il «più grande fiasco della salute pubblica della storia». Lo hanno recentemente anche scritto in un articolo redatto un articolo per il quotidiano britannico The Telegraph.

Si tratta di Martin Kulldorff, professore di medicina all’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo. E di Jay Bhattacharya, professore alla Stanford University Medical School nonché medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politica sanitaria pubblica.

Lockdown è stato inutile

I professori hanno affermato che il lockdown non solo è stato inutile per contenere l’epidemia, ma ha anche provocato gravissimi danni per tutta la società. 

«Un anno fa non c’erano prove che i blocchi avrebbero protetto le persone anziane ad alto rischio. Ora le prove ci sono. Non l’hanno fatto. Con così tante morti per Covid, è ovvio che le strategie di blocco non siano riuscite a proteggere gli anziani».

Inoltre, gli epidemiologi ritengono che la quarantena abbia causato danni di vario tipo nei confronti di persone di ogni età. 

La quarantena ha fatto solo danni

La didattica a distanza, ad esempio, avrebbe danneggiato «non solo l’istruzione dei bambini ma anche la loro salute fisica e mentale», mentre la salute pubblica sarebbe peggiorata a causa dei «mancati screening e trattamenti per il cancro e del peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari». Ma, secondo gli epidemiologi, molti di questi danni si svilupperanno nel tempo e «dovremo conviverci – e dovremo morire a causa loro – per molti anni a venire».

Dopodiché, i professori hanno sottolineato che alcuni scienziati, politici e giornalisti hanno giustificato il fatto che tali misure non abbiano funzionato affermando che le persone non abbiano rispettato sufficientemente le regole, ma «incolpare il pubblico è sbagliato», in quanto «mai nella storia dell’umanità la popolazione si è sacrificata così tanto per ottemperare ai mandati di sanità pubblica». Inoltre hanno aggiunto che, come dimostrato dai fatti, il ragionamento secondo il quale «più restrizioni portino automaticamente a meno morti», sostenuto dai «pro-lockdown», mostri «un’incredibile ignoranza dell’epidemiologia di base delle malattie infettive».

La Dichiarazione di Great Barrington

Dunque, per tutti questi motivi, già ad inizio ottobre gli epidemiologi scrissero la Dichiarazione di Great Barrington. Un documento nel quale venne descritto un modo di operare differente per contenere la pandemia così da «evitare il ripetersi del disastro primaverile».

Il metodo indicato fu chiamato «Protezione Focalizzata» e si basò sul fatto che l’incidenza della mortalità da Covid fosse «più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani» e che con l’aumento dell’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, sarebbe poi diminuito.

In tal senso, gli scienziati ritennero che «l’approccio più umano, in grado di bilanciare i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge», fosse quello di permettere alle persone meno vulnerabili di «vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale», così da proteggere in maniera migliore i soggetti più a rischio.

Tali indicazioni, però, non furono prese in considerazione e dopo qualche settimana fu reimposto il lockdown e ciò produsse un «raddoppiamento dei precedenti fallimenti ed una mancata protezione degli anziani».

Beh, che dire. First reaction shock. Non si sa più a chi credere. Ognuno dice la sua. I virologi dicono cose diverse tra loro. I cittadini si ergono e virologi. I governanti sono più confusi che persuasi. In questo clima di caos generale, che dire: speriamo di cavarcela senza troppi danni ulteriori rispetto a quelli avuti fino ad oggi.

In questo caos di voci e opinio, vorrei dirvi anche io la mia ma non sono un virologo ne un tuttologo. Quindi mi astengo. E mi limito a raccontare. Mentre sogno il mio prossimo viaggio e uno spritz al tramonto con i miei amicin e la musica in spottofondo.

“Sono Martina, ho 18 anni, ma da un anno e mezzo non sono più nulla…”

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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.