Questa foto di 150 anni fa sembra normale, ma nasconde un dettaglio macabro | Il retroscena è agghiacciante
Una semplice fotografia dell’Ottocento nasconde un dettaglio inquietante che in pochi riescono a notare. Scopri il retroscena macabro che ha scioccato il web.

Una fotografia risalente a circa 150 anni fa sta facendo il giro del web per un dettaglio sconcertante che ha lasciato molti utenti senza parole. Dietro l’apparenza di un normale scatto d’epoca, si cela una pratica macabra e quasi dimenticata, oggi considerata inquietante, ma che un tempo era piuttosto comune.
Antiche tradizioni dimenticate: cosa non ci raccontano i libri di storia
Chi ama la storia del passato sa bene che molti aspetti della vita quotidiana di una volta non vengono riportati nei libri. Usi, costumi e credenze popolari erano spesso tramandati oralmente e vivevano attraverso gesti e riti, oggi considerati impensabili.
Uno di questi riguarda proprio la nascita della fotografia e il modo in cui veniva utilizzata nella società dell’Ottocento.
L’evoluzione del ricordo: dai ritratti alla fotografia… dei defunti
Prima dell’avvento della fotografia, ci si affidava ai ritratti dipinti a mano per conservare il ricordo di una persona. Con l’arrivo delle prime fotocamere, però, immortalare un momento diventò possibile anche per chi poteva permettersi il lusso di uno scatto – all’epoca costosissimo.
Ecco perché spesso la prima e unica fotografia di un individuo veniva realizzata dopo la sua morte. Sì, hai capito bene: stiamo parlando della fotografia post-mortem, un’usanza diffusa nel XIX secolo per commemorare i defunti.
Il dettaglio inquietante: sguardi senza vita in un’immagine d’epoca
La fotografia che sta spopolando online ritrae un gruppo di bambini dall’aria seria e composta. Ma se si osservano attentamente gli sguardi… qualcosa non torna. Alcuni di loro sembrano privi di vita.
Ed è proprio così: nello scatto sono presenti bambini deceduti, vestiti a festa e truccati per sembrare ancora in vita. Un espediente tanto macabro quanto diffuso in quel periodo storico.
Fotografie post-mortem: una pratica diffusa e sorprendentemente organizzata
All’epoca esistevano fotografi specializzati in questo tipo di ritratti. Il loro compito era quello di posizionare i corpi dei defunti in modo naturale, spesso utilizzando macchinari appositi per tenerli in piedi o seduti. In alcuni casi, le pupille venivano disegnate direttamente sulle palpebre per dare un’illusione di vitalità allo sguardo.
Bambini vivi accanto a fratelli morti: una realtà sconvolgente
Uno degli aspetti più scioccanti? I familiari venivano coinvolti nello scatto, spesso fratelli o sorelle dei bambini defunti, costretti a posare accanto al cadavere per ore. In tempi in cui la mortalità infantile era altissima, soprattutto a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie, questa diventava spesso l’unica fotografia di famiglia.
Un’usanza macabra che oggi fa rabbrividire
Ciò che oggi appare raccapricciante e inquietante, un tempo era visto come un gesto d’amore e memoria. La fotografia post-mortem rappresentava l’unico modo per conservare un ricordo visivo di chi era scomparso troppo presto.
Quella foto di 150 anni fa continua a far parlare di sé perché ci ricorda quanto siano cambiate le nostre percezioni della morte e del lutto. Ma anche perché ci fa riflettere su quanto l’uomo, in ogni epoca, abbia cercato in tutti i modi di fermare il tempo per non dimenticare.