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Referendum sulla cannabis inammissibile, ecco perchè la Consulta lo ha bocciato

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis.

Lo ha detto in conferenza stampa il presidente Giuliano Amato. La Corte costituzionale ha bocciato anche il referendum sulla responsabilità civile diretta dei magistrati , dichiarando l’inammissibilità del quesito. Si terrà invece il referendum che ha l’obiettivo di riconoscere nei consigli giudiziari il diritto di voto degli avvocati sulle valutazioni di professionalità dei magistrati.

Perchè la Corte costituzionale ha bocciato il referendum sulla cannabis

“Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali”, ha detto Amato in una conferenza stampa, spiegando la bocciatura del quesito.

“E’ incredibile questa decisione della corte costituzionale dopo che il referendum è stato sottoscritto da 600mila cittadini. dDopo la decisione sull’eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum. La corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell’uovo”, così Riccardo Magi, deputato e presidente di Più Europa, davanti alla Consulta.

Quali sono i referendum ammessi

Sono altri 4 i referendum ammessi dalla Corte costituzionale in materia di giustizia. Riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati e l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del CSM. “I suddetti quesiti – si spiega nella nota- sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”.

Esulta il leader della Lega, Matteo Salvini: “Primi quattro referendum sulla giustizia dichiarati ammissibili e presto sottoposti a voto popolare: vittoria!”, scrive su Twitter.

Fratelli d’Italia appoggerà solo due dei quattro quesiti dei referendum sulla giustizia ammessi dalla Corte costituzionale, ossia quello sulle separazione delle carriere e quello sull’elezione del Csm. A dirlo all’Ansa è il deputato Andrea Delmastro, responsabile nazionale Giustizia per il partito. Del resto, fin dalla raccolta firme a luglio, FdI decise di sostenere parte dei referendum promossi da Lega e Radicali (4 su sei), avendo dubbi sui limiti agli abusi della custodia cautelare e sull’abolizione della legge Severino (gli stessi giudicati oggi ammissibili dalla Consulta).

La alta Corte ieri ha intanto dichiarato inammissibile il quesito proposto sull’eutanasia poiché “non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana”. Delusione dell’ Associazione Coscioni. “Proseguiremo con altri strumenti”, dice Marco Cappato che aggiunge: “Il giudice Amato è una personalità molto politica e questa è una decisione politica”.

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