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Sicilia, Faraoni: Stop Precari Covid: serve un concorso per entrare nella pubblica amministrazione”

Il Covid non è più uno sconosciuto. La gestione della pandemia va riportata nella dimensione della normalità”. La manager dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, spiega le ragioni che l’hanno portata a decretare la chiusura ,a partire da sabato, dell’hub della Fiera del Mediterraneo, simbolo della lotta al Covid, e il licenziamento di una parte dei precari assunti per l’emergenza, proprio nel momento in cui l’epidemia torna a prendere la rincorsa.

L’Asp ha prorogato gli amministrativi, ma ha mandato a casa psicologi, biologi tamponatori e vaccinatori interinali. Perché?

“Ho solo applicato la normativa. Per i ruoli tecnici, professionali e amministrativi reclutati tramite click day, l’Ars ha previsto la proroga per due mesi, nei limiti del tetto di spesa per il personale. Abbiamo solo ridotto l’orario di servizio da 15 a 12 ore settimanali. Per i sanitari abbiamo rispettato la disponibilità della dotazione organica e il piano dei fabbisogni, come previsto da un atto di indirizzo dell’assessorato”.

Psicologi, biologi e vaccinatori non servono più?

“Abbiamo prorogato 13 psicoterapeuti e 21 biologi a tempo determinato reclutati con una selezione, ma non potevamo confermare psicologi non specializzati o biologi oltre le disponibilità della dotazione organica. Lo stesso vale per i vaccinatori delle agenzie interinali. Questo meccanismo era stato adottato per affrontare una situazione straordinaria. Queste persone hanno dato un grandissimo contributo nelle fasi più critiche, giustamente remunerato, ma per entrare nella pubblica amministrazione nei ruoli dirigenziali serve la specializzazione e una selezione pubblica”.

Visto l’aumento dei contagi, non le sembra prematuro cambiare modello?

“Era quasi inevitabile un aumento dei casi nel periodo festivo, ma oggi il virus trova molte barriere. C’è una maggiore capacità di risposta nei soggetti vaccinati e gli antivirali sono un’arma che utilizziamo per i più fragili. Prima li somministrava solo l’unità di continuità assistenziale (Uca) Pronto intervento con sede alla Fiera, ora li somministrano tutte le Uca distrettuali. Abbiamo diversificato l’offerta e reso il sistema più capillare. Stiamo, inoltre, proseguendo con le iniziative itineranti nei quartieri e nella provincia. Il 5 gennaio siamo stati a Brancaccio”.

Avete rimesso in piedi in 24 ore l’hub Fiera, smantellato il 31 dicembre, e nel giro di due settimane decidete di chiuderlo. Non c’è il rischio di disorientare i cittadini?

“Abbiamo voluto garantire una continuità iniziale, per evitare disservizi. Il mantenimento della Fiera dopo la fine del mandato del commissario Covid era solo temporaneo, in attesa che entrasse a regime la rete dei quattro centri vaccinali e dei tre drive-in allestiti in città. La Fiera non è una struttura sanitaria. È stata utile in un momento di emergenza, ma il contrasto alla pandemia va ricondotto nelle strutture istituzionali”.

Costa denuncia che il modello di prossimità della Fiera sia stato abbandonato. È così?

“Abbiamo inaugurato noi nel maggio del 2021 la medicina di prossimità, andando in tutti i comuni per eseguire screening e vaccinazioni, grazie all’abnegazione dei dipendenti che non hanno mai guardato l’orologio. La Fiera ha somministrato 900 mila vaccini a Palermo, l’Asp un milione e mezzo in tutta la provincia, isole minori comprese, con meno personale precario e con il contributo dei dipendenti e dei medici di medicina generale. La gente che vive nei comuni più difficili da raggiungere si è sentita protetta, tutelata e amata. Abbiamo trasferito questo modello anche ad altre attività, recuperando gli screening oncologici saltati nella prima fase dell’emergenza”.

Quanta è costata la pandemia?

“Da marzo 2020 a settembre 2022 l’Asp ha sostenuto una spesa extra di 245 milioni di euro. L’hub Fiera in 21 mesi è costato all’azienda 67 milioni, mediamente 3,5 al mese. Ora è tempo di ricondurre le attività nella dimensione ordinaria e rendere sostenibile il sistema. Abbiamo sperimentato una sanità che non aspetta il paziente, ma gli va incontro. Un sistema che, quando entrerà a regime, ridurrà le liste d’attesa e decongestionerà i pronto soccorso”.

Intervista a Repubblica Palermo

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