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Tutti i bonus per chi lavora a partita IVA da chiedere entro fine 2023

Diversi sono i bonus e contributi a fondo perduto a favore di coloro che lavorano a partita IVA nel corso del 2023. Ecco di quali si tratta.

Proprio quest’ultimo, purtroppo, si rivela essere spesso fonte di problemi, perché particolarmente basso. In tale ambito, fortunatamente, giunge in aiuto il governo che mette a disposizione tutta una serie di bonus, come quelli a favore dei lavoratori con partita Iva. Ecco le agevolazioni che quest’ultimi potranno richiedere entro la fine del 2023.

Tutti i bonus per chi lavora a partita IVA da chiedere entro fine 2023

I bonus per i titolari di partita introdotti dall’Inps

L’Inps, nel corso degli ultimi due anni, ha introdotto alcuni bonus riservati ai lavoratori autonomi ed ai liberi professionisti in possesso di una Partita Iva. Entrando un po’ di più nello specifico, stiamo parlando di questi tre sostegni:

  • Iscro, ossia l’indennità straordinaria di continuità reddituale operativa;
  • bonus contro il caro vita, ossia un’indennità una tantum;
  • indennità contro il caro energia.

Non rientrerebbe propriamente tra le indennità previste per quanti siano in possesso della Partita Iva, ma tra le misure previste vi è anche il reddito di cittadinanza. Ma a questo punto è necessario analizzare uno per uno tutti i bonus previsti e scoprire come richiederli.

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Come funziona l’Iscro per le Partite Iva

Iniziamo con un bonus di particolare importanza: l’Iscro. Meglio conosciuta come Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa, è stata senza dubbio la prima misura varata per aiutare i titolari di Partita Iva a fronteggiare la crisi economica innescata dal Covid-19.

Sostanzialmente è possibile affermare che, se i lavoratori dipendenti avevano la possibilità di percepire la cassa integrazione, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi sono spesso rimasti senza lavoro e senza denaro. Ma soprattutto senza un aiuto economico.

Ad introdurre l’Iscro per il triennio 2021-2023 è stata la Legge di Bilancio 2021. Questa misura è, a tutti gli effetti, una cassa integrazione per quanti siano in possesso di una Partita Iva, indipendentemente dal codice Ateco.

L’Inps provvede ad erogare il sostegno per una durata massima di sei mesi. L’importo erogato nel 2023 è compreso tra 200 e 800 euro, e per quest’anno aumenta leggermente la soglia massima di reddito dei cittadini che possono beneficiarne, arrivando a 8.972,04 euro per l’anno scorso. (Circolare n.INPS 14 del 3 febbraio 2023).

La domanda può essere presentata attraverso il sito dell’Inps. Tuttavia si può accedere a questa misura una sola volta nel periodo 2021-2023.

Per poter richiedere il sussidio è necessario rispettare alcuni requisiti: per esempio la Partita Iva deve essere aperta da almeno quattro anni. Ma vediamo nello specifico tutti i requisiti.

Chi può richiedere l’Iscro

L’Iscro, come abbiamo anticipato, è stato inserito nella Legge di Bilancio 2021 ed è stato successivamente confermato nell’ultima Manovra. La misura prevede un sostegno economico, della durata di sei mesi, per i liberi professionisti ed i lavoratori autonomi per il biennio 2022-2023. Per poterlo ottenere è necessario essere in possesso di alcuni requisiti ben precisi:

  • essere in regola con versamenti della contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • nel momento in cui si presenta la domanda, la partita IVA deve essere attiva da almeno quattro anni, per l’attività che permette l’iscrizione alla gestione previdenziale in corso;
  • non si deve essere titolari di eventuali trattamenti pensionistici diretti, ma soprattutto non si deve essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non essere destinatari del reddito di cittadinanza;
  • aver ricavato un reddito derivato dal lavoro autonomo, in riferimento all’anno precedente alla domanda, minore del 50% rispetto ai redditi derivati dal lavoro autonomo dei tre anni precedenti;
  • aver dichiarato un reddito da lavoro autonomo, nell’anno precedente, inferiore a 8.972,04 euro.

Bonus 200 euro per le Partite Iva

Altro aiuto molto importante, che arriva direttamente dall’Inps, è l’indennità contro il caro vita. Stiamo parlando, sostanzialmente, del bonus 200 euro per le Partite Iva, inserito nel primo Decreto Aiuti dello scorso 17 maggio 2022.

È un sostegno economico che viene corrisposto direttamente ai liberi professionisti ed ai lavoratori autonomi, che abbiano un reddito inferiore a 35.000 euro. Ricordiamo che il sostegno è esteso anche a lavoratori dipendenti, pensionati e disoccupati.

Questa misura per le Partite Iva ha subito numerosi ritardi. I diretti interessati hanno potuto iniziare ad inoltrare le richieste solo e soltanto dal 26 settembre 2022. Sostanzialmente è prevista l’erogazione di un contributo pari a 200 euro una tantum per ogni lavoratore con la Partita Iva, corrisposto in ordine cronologico di presentazione della domanda.

Attualmente c’è ancora chi sta ricevendo il bonus, e secondo la Legge di Bilancio 2023 al momento viene estesa anche ai professionisti privi di Partita Iva, come gli specializzandi. Le domande sono aperte fino alla fine del mese di aprile per questa categoria di beneficiari.

Bonus 150 euro per le Partite Iva

Un’altra misura importante per i titolari di Partita Iva è il bonus 150 euro. Questo contributo potrebbe essere definito come il proseguimento minore di quello contenuto all’interno del Decreto Legge n. 50. I diretti interessati: la misura è già stata approvata all’interno del Decreto Aiuti ter.

I requisiti per accedere all’indennizzo contro il caro energia sono pressoché gli stessi del bonus 200 euro. È necessario avere una Partita Iva attiva prima del 18 maggio 2022. Attenzione, però, il requisito reddituale è più basso. Bisogna rimanere infatti sotto i 20.000 euro.

Questo sostegno viene erogato in aggiunta a color che hanno già ricevuto il bonus da 200 euro, o a coloro che ne possono beneficiare, tramite richiesta diretta all’INPS o in modo automatico. Anche i professionisti senza partita Iva vengono inclusi nel bonus, con domande aperte fino al 30 aprile 2023.

Come chiedere il reddito di cittadinanza con la Partita Iva

Il reddito di cittadinanza non è un incentivo pensato direttamente per i lavoratori con Partita Iva, ma non c’è nulla che vieti loro di attivare e percepire il reddito di cittadinanza. Per richiederlo un professionista deve rispettare i seguenti requisiti:

  • avere l’Isee inferiore a 9.360 euro;
  • essere un cittadino italiano, Ue o extra Ue con un permesso di soggiorno valido;
  • il patrimonio immobiliare deve essere inferiore a 30.000 euro;
  • patrimonio finanziario inferiore a 6.000 euro, che sarà incrementato in funzione dei membri che fanno parte della famiglia;
  • reddito familiare di 6.000 euro, incrementato a 9.360 euro se in affitto.

Ricordiamo che anche questa misura nel 2023 è cambiata a seguito della Legge di Bilancio: si scende a 7 mesi di durata del sostegno, ad esclusione di alcune eccezioni. Inoltre mantengono questo reddito coloro che si impegnano in un corso di formazione di sei mesi volto all’inserimento lavorativo. Dal 2024 questa misura invece potrebbe scomparire.

Contributi a fondo perduto per le Partite Iva

Per le partite Iva vengono confermati anche per il 2023 alcuni importanti contributi a fondo perduto, erogati sulla base di appositi incentivi, bandi e iniziative dello Stato. In particolare, vanno segnalati:

  • Oltre nuove imprese a tasso zero: si tratta di un incentivo promosso da Invitalia per le imprese costituite da giovani, da 18 a 35 anni, oppure da donne di tutte le età. L’incentivo è garantito per promuovere l’imprenditorialità di queste categorie. Si parla di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto per investimenti fino a 3 milioni di euro, con copertura fino al 90% delle spese ammissibili;
  • Resto al Sud: questo incentivo è rivolto al Mezzogiorno del paese, le isole e le zone sismiche del Centro Italia. L’incentivo è dedicato a chi ha da 18 a 55 anni, per finanziare fino al 100% delle spese per specifici interventi, come la ristrutturazione degli immobili, per macchinari o per l’ambito tecnologico;
  • Cultura Crea 2.0: l’incentivo sostiene lo sviluppo di imprese e iniziative no profit nel settore turistico-culturale, per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Per le imprese poi vengono disposti particolari sgravi contributivi per l’assunzione di lavoratori che rientrano nelle categorie ad oggi svantaggiate, come giovani e donne.

Crediti di imposta per le imprese

Anche per il 2023 sono confermati alcuni crediti di imposta per le imprese, come sostegno contro i rincari delle bollette di energia e gas. Il Decreto Bollette ha infatti istituito alcune misure di aiuto ulteriore dedicate sia alle famiglie che alle imprese.

Fino al 30 giugno 2023 le imprese potranno infatti accedere ai crediti di imposta già precedentemente applicati, del 40% e del 45%. Per potervi accedere vale sempre la stessa regola: è necessario aver riscontrato un aumento del 30% in più nei primi tre mesi 2023 rispetto allo stesso periodo 2019.

Viene confermata anche l’Iva ridotta al 5% per il gas e specifici incentivi per le imprese agricole per la produzione di energia tramite impianti fotovoltaici.

Partita Iva e bonus – Domande frequenti

Quali sono i bonus più importanti che si possono richiedere con la Partita Iva nel 2023?

Tra le misure più utili che lavoratori autonomi e liberi professionisti possono chiedere ci sono:
l’Iscro, l’indennità contro il caro energia e quella per il caro vita.

Professionisti e lavoratori autonomi possono richiedere anche il reddito di cittadinanza?

La misura non è stata pensata appositamente per i titolari di Partita Iva. Ma nulla vieta loro di richiederla, se sono in possesso dei requisiti per ottenerla.

Quando si può chiedere il bonus 200 euro per le Partite Iva?

Dallo scorso 26 settembre i diretti interessati con Partita Iva lo possono richiedere. Attualmente molti stanno ricevendo ancora questo sostegno.

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