Università, ecco le lauree che fanno guadagnare di più: I Lavori più pagati sono questi
L’University Report 2025 rivela i corsi di laurea e le università che fanno guadagnare di più, ecco dove conviene studiare in Italia.

In un mercato del lavoro sempre più selettivo, scegliere il corso di laurea giusto può cambiare radicalmente il futuro economico di un giovane. Lo conferma l’University Report 2025 dell’Osservatorio JobPricing, che analizza oltre 550.000 osservazioni retributive per stabilire quali titoli di studio assicurano i migliori ritorni economici. Il verdetto è chiaro: le lauree STEM, in particolare Ingegneria, restano l’investimento più redditizio.
Ingegneria in vetta: stipendi più alti già da neolaureati
Chi si laurea in Ingegneria chimica o dei materiali può contare su uno stipendio medio di 36.275 euro annui già tra i 25 e i 34 anni. Seguono le lauree in Ingegneria nucleare, meccanica, gestionale e informatica, tutte oltre i 35.000 euro. Anche Scienze economiche e Matematica si confermano ottime scelte per chi punta a un’entrata stabile e competitiva.
Nel tempo, il divario si amplia: a 55 anni, un laureato STEM può guadagnare anche il 76% in più rispetto a chi ha scelto un percorso umanistico.
Le facoltà umanistiche: tra passione e retribuzioni più basse
All’estremo opposto si collocano le discipline umanistiche, che registrano i salari più bassi del panorama universitario. I laureati in Storia, Filosofia, Lettere e Lingue guadagnano mediamente tra i 30.000 e i 31.000 euro l’anno, con uno scarto che può superare i 5.000 euro rispetto alla media.
Questo divario riflette un mercato del lavoro più incerto, spesso legato alla Pubblica Amministrazione o a settori culturali che offrono prospettive di carriera meno immediate.
Nord-Sud: il divario territoriale pesa anche sugli stipendi
La geografia universitaria incide ancora profondamente sul reddito. Chi si laurea in un ateneo del Nord Italia guadagna in media l’8% in più rispetto a chi ha studiato al Sud, e il 4% in più rispetto a chi ha frequentato un’università del Centro.
Il Nord, con una maggiore concentrazione di aziende innovative e investimenti privati, offre un ecosistema favorevole per l’occupazione giovanile.
I migliori atenei: Bocconi e Politecnici in pole position
I Politecnici registrano una retribuzione media del 14% superiore alla media nazionale, mentre l’Università Bocconi di Milano si conferma la più redditizia: i suoi laureati percepiscono in media il 23% in più e recuperano l’investimento universitario in 12,2 anni.
Tra le sorprese positive, spiccano anche alcuni atenei del Sud come Napoli Federico II e L’Aquila, che garantiscono stipendi superiori del 9% rispetto alla media nazionale.
Investire sull’università conviene, ma servono dai 12 ai 19 anni per rientrare dei costi
Il rientro dell’investimento universitario richiede in media tra i 12 e i 19 anni, considerando tasse, libri, materiali e il mancato reddito durante gli studi. Per gli studenti fuori sede, il tempo si allunga di altri 2-4 anni, in base alla città e al costo della vita.
Curiosamente, chi parte con stipendi più bassi può vedere una crescita salariale più consistente nel tempo, arrivando a raddoppiare il proprio reddito in carriera.
Il ruolo fa la differenza: dirigenti e impiegati non crescono allo stesso modo
Non basta la laurea: il livello di inquadramento incide fortemente sullo stipendio. Alla Bocconi, il 18% dei laureati raggiunge ruoli dirigenziali, seguiti da Luiss e da università pubbliche come Genova e La Sapienza. In molti atenei, però, l’80% dei laureati resta inquadrato come impiegato, con prospettive di crescita più lente.
Il futuro è tecnico: cresce la domanda di profili Stem
Secondo le proiezioni Excelsior, nei prossimi anni quasi il 65% della forza lavoro nella Pubblica Amministrazione sarà costituita da professioni tecniche altamente specializzate, mentre nel settore privato la quota sarà del 34,2%. Una trasformazione alimentata dalla digitalizzazione e dall’avanzata dell’intelligenza artificiale, che renderà sempre più marginali i profili a bassa qualifica.
Università sì, ma con strategia
L’istruzione universitaria continua a rappresentare un investimento fondamentale, ma oggi più che mai è necessario scegliere con consapevolezza. Il titolo, l’ateneo e la zona geografica influenzano profondamente il rendimento economico. In un Paese dove solo 3 giovani su 10 arrivano alla laurea, orientare meglio le scelte formative può aiutare a colmare il gap con l’Europa e offrire carriere più solide e sostenibili.