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Per ogni mese di lockdown il Sud Italia ha perso 10 miliardi di euro

Sembra molto profonda la ferita economica provacata dal virus in Italia, soprattutto nel Sud. Lì dove già, prima del virus e dei problemi legati ai lockdown, era difficile trovare un’occupazione stabile. Se le problematiche sanitarie sono visibili e tangibili immediatamente, quelle economiche si riflettono e si rifletteranno in un futuro prossimo sui cittadini.

Secondo le stime specifiche dell’ultimo rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) il Meridione economicamente ha avuto un calo di circa il -8,2%. Per fare un paragone si potrebbe dire che ogni mese di lockdown da Roma in giù è costato circa 10 miliardi di perdita. Risorse economiche perse che potrebbero portare ad un picco negativo assoluto, mai visto in Italia. Addirittura peggiore di quello del 2008 e del 2014, anni ricordati per la profonda crisi economica nel Paese.

I troppi lavoratori in nero nel Sud Italia

Al Sud l’occupazione è calata di circa il 4,5%, tre volte tanto la concetrazione occupazionale del Centro-Nord. Per fare un bilancio su persone: circa 300mila occupati meridionali in meno. Un numero spaventoso che dovrebbe mettere in allarme le istituzioni che operano in quei territori. Il numero di perdita di occupati è riccolegato al grosso numero di persone che lavorano in nero (tanti) e che non hanno avuto la possibilità e il diritto di farsi aiutare e sostenere dallo Stato. Un dato, proposto dall’agenzia di stampa Agi qualche mese fa, sostiene che al Sud 1.253.000 persone sono occupate in maniera irregolare e in nero. Numero che equivale al 38% su scala nazionale (3,3 milioni).

Per Svimez sarà pure difficile e dura la ripresa. Il Mezzogiorno crescerà solo di un+1,2%, a fronte di un +4,5% del Centro-Nord e del Centro. In pratica le manovre di ripresa e ripartenza delle istituzioni potrebbero non incidere sulla ripresa in quelle zone del paese dove già era difficile trovare un’occupazione.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”