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AstraZeneca, lo scandalo delle dosi di vaccino nascoste ad Anagni

Sarebbero state trovate ben 29 milioni di dosi del vaccino anti-Covid AstraZeneca nascoste in uno stabilimento ad Anagni, in provincia di Frosinone. Lo ha rivelato La Stampa, . Stando alle dichiarazioni di AstraZeneca, si tratterebbe di dosi destinate ai Paesi europei e a quelli del cosiddetto programma Covax, in sostegno alle nazioni in via di sviluppo. In corso gli accertamenti.

La vicenda di Anagni

I carabinieri dei NAS, in seguito ad un’ispezione, hanno trovato 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca, quasi il doppio del numero di dosi finora consegnate ai Paesi dell’UE. Il ritrovamento nello stabilimento dell’azienda statunitense Catalent ad Anagni. Utilizzato per le operazioni di infialamento delle dosi prodotte in Europa.


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I sospetti

L’ispezione è stata direttamente richiesta dall’Unione Europea. Tutto è iniziato da una visita del Commissario Europeo, a capo della task force vaccini, in uno stabilimento olandese dove viene prodotto il vaccino AstraZeneca per l’Europa. L’impianto ha una comprovata capacità di produzione di circa 6 milioni di dosi. Tutt’oggi non ha ancora ricevuto l’autorizzazione da parte dell’EMA. Arrestando così la consegna delle dosi ai Paesi dell’UE. Ciò, però, non sembra valere per il Regno Unito. Che avrebbe invece importato proprio i vaccini prodotti nello stabilimento olandese, sfruttando la capacità produttiva dell’impianto europeo per la propria campagna vaccinale. È quindi sulla base di questi sospetti che è stata richiesta l’ispezione nello stabilimento italiano di Anagni.

La replica di AstraZeneca

La società anglo-svedese, che ha messo a punto il vaccino anti-Covid, dichiara di «voler chiarire le dichiarazioni inaccurate» sul caso. Afferma ancora che le dosi rinvenute nello stabilimento di Anagni siano destinate in parte ai Paesi dell’Unione Europea e in parte a quelli che aderiscono al COVAX, piano internazionale che ha come obiettivo l’accesso ai vaccini anti-Covid anche per i Paesi meno sviluppati. «È sbagliato parlare di “accumulo“, e se le dosi erano ferme nello stabilimento è solo perché attendevano il controllo di qualità», ha garantito la compagnia, evidenziando come la produzione del vaccino sia molto complessa ed accurata.

Draghi: «Due lotti partiti per il Belgio»

A far chiarezza sulla questione, è stato direttamente il Premier Mario Draghi. Il Presidente del Consiglio, ripercorrendo le tappe principali della vicenda, ha rassicurato la popolazione affermando che due lotti sono stati già spediti in Belgio, “dove c’è la casa madre”. Il Premier ha inoltre garantito una sorveglianza serrata e continua sui lotti rimanenti, sottolineando come l’Italia sia ferma nel rispetto degli accordi da parte delle multinazionali dei vaccini.

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A proposito dell'autore

Laureata in Giurisprudenza a Palermo con una tesi di diritto penale, non ho mai abbandonato la mia passione per la scrittura. Curiosa ed ambiziosa, cerco di rinnovarmi continuamente.