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Coronavirus, Oms: “Riemerge in Paesi che avevano soppresso i contagi”

Alcuni Paesi che avevano soppresso con successo i contagi stanno assistendo a una ripresa dei casi mentre riaprono le loro società ed economie.

La dichiarazione del Direttore generale dell’OMS Ghebreyesus

Tutti i Paesi si trovano ad affrontare un delicato equilibrio, tra la protezione della propria popolazione e la riduzione al minimo del danno sociale ed economico”.

Così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.

“Più di 8,8 milioni di casi sono stati segnalati a oggi all’Oms – ha ricordato – e oltre 465.000 persone hanno perso la vita. Alcuni Paesi continuano a registrare un rapido aumento di casi e morti. Sembra che quasi ogni giorno raggiungiamo un nuovo e cupo record. Ieri sono stati segnalati all’Oms oltre 183.000 nuovi casi di Covid-19, il più alto numero finora in un solo giorno“.

Michael Ryan: “La sfida costante è tenere il più basso possibile i contagi”

“Se l’Africa sarà il prossimo epicentro della pandemia? Spero proprio di no, perché i sistemi sanitari sono più deboli e, anche se la popolazione ha un’età media più bassa, molti sono vulnerabili. La sfida costante è tenere il più basso possibile i contagi” ha evidenziato Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità.

In Africa – ha spiegato – la situazione è mista, è un grande continente e in alcune aree vediamo un aumento di casi anche del 50%, altre aree sono molti stabili, ma in generale i casi sono in aumento, in Sudafrica per esempio.

Ma non abbiamo visto ancora un largo aumento del numero di morti: l’Africa sta evitando quella larga proporzione di morte che ha caratterizzato la situazione in altri Paesi del mondo”.

“Sicuramente c’è una chiara sotto-diagnosi causata dalla scarsa capacità di testare – ha proseguito – in alcuni Paesi c’è pressione negli ospedali, dipende dai contesti; le città più grandi sono più colpite”.

Maria Van Kerkhove: “Virus non ha cambiato comportamento”

 Sul comportamento del virus è intervenuta Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). “Abbiamo virologi e scienziati in tutto il mondo che stanno studiando Sars-Cov2, ci sono circa 49.000 sequenze genetiche depositate e monitoriamo continuamente se ci sono cambiamenti nel virus, e se questi abbiano un impatto su come si comporta. Finora non abbiamo ancora visto” una situazione del genere, “ma c’è un gruppo al lavoro costantemente” ha spiegato.

“Questo virus è letale – ha ribadito l’esperta – quando infetta può uccidere e va trattato seriamente”. “In nessun ceppo di quelli depositati – ha aggiunto Michael Ryan – abbiamo visto grosse differenze nella letalità, nell’impatto clinico, nelle vie di trasmissione o nell’efficacia di diagnosi o di sviluppo di un vaccino.

La maggioranza delle mutazioni non gli ha conferito più potenza o meno. In riferimento alle osservazioni ‘real world’ non abbiamo notato nessuna significativa modifica del comportamento del virus in termini di trasmissibilità, impatto clinico, capacità diagnostica.

Però monitoriamo costantemente la situazione e c’è un pool di virologi e genetisti al lavoro”.

Riguardo agli animali, “gli studi in corso stanno cercando di capire quali siano gli animali suscettibili al nuovo coronavirus: cani, gatti, maiali, visoni. Ma il contagio avviene primariamente da uomo a uomo” ha detto Maria Van Kerkhove.

“Stiamo seguendo il focolaio” nei mattatoi tedeschi “così come altri cluster in impianti di trasformazione alimentare, per sapere perché accadono e capire come fermarli – ha poi aggiunto – Non voglio speculare troppo perché si sta ancora studiando, stiamo lavorando con una serie di Paesi per consolidare le conoscenze su questi focolai. A questo virus piacciono i posti chiusi e dobbiamo assicurarci di prevenire” situazioni come queste, ha concluso. (adkronos)

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