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Covid e smart working: il diritto alla disconnessione

Da quando la pandemia ci ha obbligati a ripensare il mondo del lavoro, costringendo molte aziende a fare uso dell’ormai noto metodo dello smart working, sono tanti i vantaggi e anche svantaggi che emergono da questa nuova forma di lavoro agile.

All’inizio si pensava fosse un metodo passeggero, da attuare solo in un periodo di tempo limitato, ma ad oggi, visto il prolungarsi delle restrizioni, sono molti a lavorare da casa e molte aziende stanno addirittura valutando l’ipotesi di utilizzare questo metodo anche una volta finita la situazione d’emergenza epidemiologica.

Non è tutto oro ciò che luccica!

Ma come in tutte le cose nuove, ci sono gli aspetti positivi e con essi anche quelli negativi.

Infatti, se in un primo momento lo smart working sembrava essere la modalità lavorativa ideale, grazie alla quale sembrava possibile gestire al meglio famiglia, tempo libero e amicizie, pian piano ne sono venuti fuori anche i primi limiti: la connessione e il nostro essere vulnerabili, per esempio.

Chiamate su chiamate, video, call, riunioni su teams e lavori condivisi… tutto bellissimo, ma se hai una connessione lenta? Se quel giorno inaspettatamente i tecnici fanno dei lavori vicino casa tua e salta la connessione? È il tuo turno di parola e non riescono a sentirti?


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La disconnessione: da limite a diritto!

Troppi incidenti che non dipendono da noi, ma che purtroppo ci limitano nel nostro lavoro.

È per questo che, nel dicembre del 2020, il Comitato per l’Occupazione dell’UE ha richiesto alla Commissione Europea di formulare una legge che sancisca a livello comunitario il “diritto alla disconnessione” dal lavoro. 

In Francia addirittura la legge esiste già dal 2016.

«Il diritto alla disconnessione è sacrosanto, non siamo robot», ha sottolineato infatti Nicolas Schmidt, commissario europeo per il lavoro.

Chissà se la pandemia ci condurrà nella conquista di questo strano diritto, che ad oggi però sembra una conquista, vista la situazione di emergenza che non cessa di sottoporci a nuovi modelli di vita e di lavoro da adottare.

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