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“Donne ingravidate per sperimentare i vaccini sui feti”, l’omelia choc di un prete

“Gli ingredienti dei vaccini sono tirati fuori da parti organiche di feti vivi abortiti, ceduti e venduti ad aziende, fra cui anche AstraZeneca“. Sono le sconvolgenti parole pronunciate da don Paolo Pasolini, sacerdote della parrocchia di san Rocco di Cesena, che durante l’omelia, ripresa dalla videocamera di un cellulare da un fedele, ha dichiarato che “esistono aziende statali o private, non delle cosche mafiose, che pagano delle donne povere per lasciarsi ingravidare”.

“Al quarto o quinto mese asportano loro il feto vivo, a cui vengono tolti fegato, cuore e polmoni, perché non si può utilizzare un corpo morto. E non lo tengono nascosto – ha aggiunto il sacerdote -. Non ci rendiamo conto che dentro tutta questa macchina retorica del bene comune, in realtà, c’è dietro un mondo mostruoso, dove la vita degli altri è la nostra vita”. Don Pasolini, all’esordio della predica aveva anche detto che le persone, da 14 mesi, stanno imparando a non morire “con il si salvi chi può”, citando addirittura il detto latino “mors tua, vita mea”.

La folle omelia di un prete sui vaccini

Dopo la diffusione del video, il sindaco Enzo Lattuca ha duramente commentato l’omelia del sacerdote: “Le sue non sono opinioni ma fatti infondati, detti in un contesto in cui, chi ha avuto l’opportunità di seguirlo rischia di farsi un’idea del tutto fuorviante e contraria allo spirito, condiviso da tutte le istituzioni, comprese quelle religiose, che stanno cercando di spingere per la massima adesione alla campagna vaccinale”. Per il primo cittadino, la gravità del messaggio del religioso è risultata particolarmente dannosa soprattutto per il periodo delicato che il Paese attraversa.


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“In un momento del genere, fare campagna anti-vaccino è da irresponsabili. Don Paolo, oltre a essere oltraggioso nei confronti di chi, di mestiere, produce vaccini, ha espresso concetti farneticanti, perché dire che le donne vengono ingravidate per poi utilizzare gli organi dei feti vivi è una cosa al limite del linguaggio violento, che genera un quadro di terrore totalmente infondato“. Il sindaco ha anche spiegato di aver preso atto della nota della Diocesi romagnola, che fa riferimento alle indicazioni che la Chiesa cattolica ha dato, attraverso i suoi organi, come l’adesione alla campagna vaccinale, “a prescindere dalle modalità di sperimentazione che vengono utilizzate per la loro produzione”, che, comunque, come ha ricordato Lattuca “non sono quelli che ha rappresentato il sacerdote nella sua omelia”.

E ai suoi concittadini presenti in chiesa, Lattuca ha suggerito di approfondire i metodi di sperimentazione e produzione delle fiale “da fonti più autorevoli”. Il sindaco, comunque, si è detto tranquillo, perché la popolazione cesenate sta rispondendo positivamente alla campagna vaccinale. “Credo che queste parole non abbiano trovato particolare riscontro – conclude – Mi dicono che le inoculazioni stanno proseguendo senza passi indietro”.

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