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E se le macchine diventassero più brave di noi a imparare dagli errori? Gli sviluppi del machine-learning

Si parla da qualche anno di machine-learning e intelligenze artificiali. Tecnologie che migliorano giorno dopo giorno e che stanno facendo passi da gigante. Gli ultimi anni in particolare sono stati caratterizzati da innovazione e nuove forme di tecnologie che si evolvono sempre più velocemente, tant’è che risulta quasi impossibile tenersi al passo.

Cerchiamo di comprendere, almeno a grandi linee, il funzionamento del machine-learning e il suo utilizzo nel campo.

Il machine-learning: funzionamento e applicazioni

Per machine learning (o apprendimento automatico) si intende sostanzialmente la capacità di un computer, o una macchina in generale, di poter apprendere dalle esperienze precedenti in modo automatico. Ciò significa adattare le risposte in maniera autonoma in base alle diverse situazioni che si pongono in essere. Ciò avviene senza che i dispositivi siano stati preventivamente programmati.

Definizione di machine-learning

Il primo a coniarne il termine fu Arthur Lee Samuel nel ’59, che successivamente ha avuto diverse definizioni. In parole povere, un computer apprende nel momento in cui le sue prestazioni migliorano subito dopo aver svolto un compito, a prescindere dal compimento di un’azione giusta o errata.

Il machine-learning funziona esattamente come gli esseri umani: nel momento in cui si sbaglia si apprende qualcosa di nuovo; nel momento in cui si svolge un compito in maniera corretta, si cercherà di seguire gli stessi passaggi cercando di fare sempre meglio.

Usi possibili del machine-learning

Partendo da questi presupposti, sono facilmente individuabili gli svariati usi possibili del machine-learning. Innanzitutto i motori di ricerca, che mostrano liste sempre più personalizzate in base agli argomenti che cerchiamo più frequentemente ad esempio. I filtri anti-spam che prevengono in modo sempre più preciso frodi e attività di phishing. Ma anche la ricerca in campo medico, in cui il machine-learning aiuta a prevedere la diffusione eventuali pandemie e di tumori. Ancora: riconoscimento vocale, guida autonoma, identificazione di scrittura, volti e oggetti in movimento sono altre applicazioni del machine-learning che fanno ormai parte della nostra vita quotidiana.

Gli studi di Vineyard e Wagner

Il project leader dei Sandia National Laboratories, Craig Vineyard, ha appena fatto spedire ben 50 milioni di neuroni artificiali da Portland, più precisamente dalla famosa azienda produttrice di chip per computer, Intel. I neuroni saranno assemblati per creare una tecnologia del tutto nuova, chiamata neuromorfica.

Questa nuova tecnologia ricrea in tutto e per tutto il cervello umano, soprattutto per quanto riguarda il passaggio di informazioni. I suoi componenti, al passaggio di informazioni o comandi, pulseranno quando sarà assorbita carica a sufficienza da produrre una vera e propria scarica elettrica, proprio come i neuroni del nostro cervello.

Il collega, nonché manager delle tecnologie di computing emergenti, John Wagner, ha affermato che questo enorme computer a base di neuroni artificiali aiuterà a comprendere come l’utilizzo di più neuroni all’interno di processori che utilizzano il machine-learning possa far emergere nuove abilità, proprio come avviene in natura.

Si sono già raggiunti traguardi importanti con il machine-learning, ma gli esperti confermano che siamo soltanto all’inizio di uno sviluppo che porterà tale tecnologia ad espandersi in campi più complessi, come le analisi operative e d’intelligence e il telerilevamento (Remote Sensing).

Possibili sviluppi futuri

Le compagnie che stanno collaborando in questa ricerca sono Intel e Sandia. Il loro obiettivo è quello di esplorare gli effetti in larga scala dello sviluppo dell’intelligenza artificale, rispettivamente nel campo commerciale e nel settore difensivo nazionale.

Si prevedono risultati davvero interessanti, come ad esempio la creazione di nuovi computer a tecnologia neuromorfica, decisamente più leggeri dal punto di vista strutturale e, ovviamente, più veloci e scattanti.

Personalmente penso che il machine learning sia qualcosa che può davvero migliorare il nostro modo di vivere, e che è ancora tutto da scoprire. Basti pensare che nonostante il termine sia stato coniato nel ’56, gli utilizzi veri e propri di questa tecnologia si stanno riscontrando soltanto da una decina di anni a questa parte e soprattutto negli ultimi 5. Si sono creati sistemi che non pensavamo neanche lontanamente di poter sviluppare e che appartenevano soltanto ai film di fantascienza. Penso sia un settore che può portare riscontri molto positivi anche in ambito lavorativo, dalla creazione di nuovi posti di lavoro allo sviluppo di nuovi sistemi e dispostivi di sicurezza come è accaduto di recente, ad esempio, con le telecamere di videosorveglianza a riconoscimenti facciale, che hanno riscontrato un vero e proprio boom di vendite negli ultimi mesi.

Il rovescio della medaglia è sempre dietro l’angolo. Ma questo poi dipende dall’abilità dell’uomo di fare buon uso delle sue stesse scoperte ed evoluzioni.

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