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ESCLUSIVA. Il racconto di Totò Cuffaro. La mia battaglia contro l’orco cattivo del covid

Totò Cuffaro ha sconfitto il covid! Nel giorno della speranza, il giorno in cui il vaccino fa il suo ingresso nelle vene e nei cuori dei cittadini europei, vi raccontiamo una storia a lieto fine. Perché sono quelle che ci piacciono di più.

E’ la storia del Presidente Cuffaro, Totò, per i tanti amici che gli vogliono bene. 

La notizia del suo rientro a casa l’aveva data lui stesso ieri, attraverso i suoi profili social. “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico…Sono io. Non era scontato che ci fossi…”.

La notizia era stata accolta con grande gioia da tutti quelli che in questi giorni avevano seguito con grande preoccupazione le notizie sul suo stato di salute. Dopo le sue tante vicissitudini Totò Cuffaro aveva dovuto affrontare anche questa. 

Sapevo che nei giorni di degenza non aveva, giustamente, con se il cellulare. Migliaia di persone lo avevano cercato prima, durante e dopo la sua battaglia contro il covid-19. Avevo preferito non disturbarlo, per non intasare il suo cellulare anche con i miei messaggi. Ma stamattina ho voluto scrivergli, per dirgli quanto ero felice di sapere che lui fosse a casa e per chiedergli come si sentiva. 

Dopo una decina di minuti dal mio messaggio arriva la sua chiamata. Rispondo al cellulare quasi incredula e con la voce rotta dall’emozione. “Pia, come stai?”. Mi viene da piangere ma mi strappa una risata la sua domanda. Perché dopo tutto quello che ha passato si preoccupa di sapere come sto io. Il solito Totò insomma. La nostra chiacchierata diventa intensa e lui mi regala un racconto impressionante della sua battaglia, la più difficile che abbia mai combattuto. E adesso, con il suo benestare, voglio raccontarla anche a tutti voi.

Ho combattuto una battaglia contro un orco, una bestia. Questo è il covid 19. Un virus maledetto che si insinua dentro di te e ti toglie il respiro, le forze, in alcuni casi anche la vita” Sono queste le prime parole che mi dice Totò quando parliamo dei giorni in ospedale.

Non bisogna sottovalutarlo quest’orco cattivo, perché può prenderti quando meno te lo aspetti”. Rimango quasi in silenzio mentre ascolto le sue parole. La voce non è quella squillante di sempre, ma io ci sento dentro tutta la forza e la tenacia di questo uomo, che ho conosciuto quando ero piccolina. 

Gli dico “Anche questa battaglia l’hai vinta. Anche questa volta sei rinato.”

A questo punto lui mi confessa che questa è stata la battaglia più brutta che si è trovato a combattere nella sua vita. “Credimi – mi dice- il carcere in confronto è stata una passeggiata. Son stati anni difficili anche quelli è vero, ma infondo sapevo che sarebbe finita, aiutavo gli altri, stavo fisicamente bene. Con il covid è stata la prima volta in cui davvero ho avuto paura di morire. Ho avuto paura di non rivedere più la mia famiglia, mia moglie, i miei figli. Ho avuto paura di non vedere più la luce del sole

La voce adesso è rotta dall’emozione. E anche io in verità non riesco a trattenere le lacrime. Mi vengono in mente i momenti più belli della nostra amicizia, i ricordi di quando lui era l’uomo più potente della sicilia, del movimento giovanile di cui facevo parte, delle tante battaglie portate avanti insieme. 

E penso che la grandezza degli uomini sta nel loro mostrare le emozioni e le fragilità, senza provarne vergogna. Con una dignità e una semplicità che smuove le montagne, e sconfigge i virus.

“Com’è stato? Cosa hai provato in quei momenti? Eri cosciente?” Gli chiedo. 

Mi è passata tutta la vita davanti. Ho visto la morte con gli occhi. Ho davvero pensato di non farcela. Con il casco respiravo, ma è stata una fatica. Era una situazione drammatica. Nei momenti di lucidità, quando sentivo le voci dei medici che parlavano in sottofondo, l’unica cosa che facevo era pregare. Appena mi rendevo conto di essere cosciente iniziavo a pregare la Madonna e il Signore. Perché volevo con tutte le mie forze farcela. Volevo tornare dalla mia famiglia.”

Quando ero incosciente vedevo spesso i miei genitori. Non capivo se erano li per portarmi con se o per confortarmi e non farmi sentire solo. Vedevo mia madre e mio padre con il loro sorriso, caldo e accudente. E capivo che mi trovavo in bilico tra la vita e la morte. Che stavo combattendo la battaglia più difficile della mia vita”.

Nei momenti di incoscienza ho anche visto accanto a me un caro amico che non c’è più, che è morto qualche anno fa proprio mentre era in rianimazione. Probabilmente la mia mente avrà fatto delle associazioni tra il mondo reale e quello onirico. Ma lo vedevo che mi spingeva verso l’alto, verso la luce, verso l’uscita da questo tunnel”.

L’emozione è grande mentre mi racconta del suo viaggio nella malattia. Ma è l’emozione di un uomo che ce l’ha fatta, che adesso può guardare al futuro, dopo aver conosciuto la paura della morte.

Come ti sei trovato in ospedale? Come sono stati i medici che ti hanno curato?

“In ospedale ho vissuto momenti difficili. Posso dirti che ho avuto accanto tanti angeli senza volto. Li vedevo tutti intorno a me, li sentivo parlare, ma non riuscivo a scorgere i loro volti. Tutti coperti dai dispositivi di protezione. Ma per me sono stati tutti degli angeli. Voglio ringraziarli uno ad uno per quello he hanno fatto per me. E per tutti i malati covid. Dobbiamo essere davvero grati ai nostri medici. Sono degli eroi”

 “Siamo stati molto in pena per te- gli dico-. E abbiamo pregato anche noi da qui.” “Lo so- risponde lui- e ho potuto sentire tutto l’amore e l’affetto delle tante persone che mi vogliono bene e che mi sono state vicine con le loro preghiere e con il loro pensiero”.

Adesso è il momento del riposo e della riabilitazione. Dopo questa intensa chiacchierata sento la sua voce più stanca, e capisco che è il momento di lasciarlo riposare. 

Mi congedo da lui dicendogli che racconterò la sua storia, perché possa essere un monito per tutti e un messaggio di speranza per chi sta combattendo ancora contro questo orco cattivo. Prima di chiudere la telefonata gli chiedo che messaggio vuole lanciare a tutti quelli che leggeranno questa storia.

Siate cauti! Proteggetevi, non prendete sottogamba questo virus. Perché è un virus che non guarda in faccia nessuno e può colpirti quando meno te lo aspetti. Come è successo a me. L’unica arma che abbiamo è la precauzione e l’attenzione. Per proteggere noi e i nostri cari”.

Una storia di speranza, nel giorno della speranza, nel giorno delle prime vaccinazioni in Italia. Una storia che ci deve far riflettere sulla vita, sul covid, sulle restrizioni che abbiamo dovuto sopportare. Una storia che speriamo possa essere l’augurio di guarigione per tutti coloro che oggi ancora stanno combattendo contro questo terribile virus.

Grazie Totò per la tua testimonianza!


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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.

2 Risposte

  1. Andrea

    Poteva riferiere al suo MITO (risulta chiaro dall’articolo che sia così) che anche la mafia fa mancare il respiro a milioni di Siciliani da anni. Inoltre, così come i medici salvano le persone dal Covid i politici dovrebbero salvarci dal malaffare… ma sappiamo invece com’è andata a finire

  2. Calogero Alaimo

    Andrea penso che sia inopportuno il suo commento nei confronti di una professionista come la Dott.ssa M.Pia Scancarello e pure inopportuno parlare riferendosi ad un uomo lasciato solo da un sistema bacato..e ricordi ha pagato…..e ancora non scagli pietre o li scagli se non ha mai peccato.