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Il vaccino anti-Covid e il rischio varianti, se risulterà inefficace andrà rimpiazzato

E se il vaccino anti-Covid dovesse risultare inefficace alle varianti? È lo scenario ipotizzato dall’Ema che stima in alcuni mesi l’eventuale tempo di attesa per poterli materialmente rimpiazzare. Si tratta dello “scenario peggiore”, ha precisato Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell’Agenzia Europea dei Medicinali.

Come noto, sono già diverse le varianti del virus in circolazione: inglese (diffusa già in 60 Paesi), sudafricana, brasiliana e un nuovo ceppo trovato in California. “Difficile capire esattamente che cosa possa succedere – ha aggiunto Cavaleri -. Fermo restando che il vaccino potrebbe comunque funzionare in modo sostanziale contro tutte queste varianti, non si può escludere che in futuro possa risultare efficace contro alcune e non contro altre”. 

Caos vaccino anti-Covid, i ritardi della Pfizer

Intanto l’Avvocatura generale dello Stato è già al lavoro per valutare, su mandato del governo, i diversi profili di responsabilità di Pfizer in caso di inadempienza sulle consegne del vaccino e le possibili azioni legali contro la casa farmaceutica. La somministrazione della prima dose è stata quindi sospesa in diverse strutture, comprese le campagne vaccinali in alcuni ospedali e Rsa. Il colosso statunitense avrebbe garantito il recupero del gap entro il 15 febbraio, ma l’ultimo carico settimanale delle dosi ha visto una diminuzione del 29% delle dosi.

Alla sera del mercoledì, sono state 1.250.903 le somministrazioni complessive di vaccino in Italia. Lo si legge nel report del Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Oltre 740mila dei vaccinati sono operatori sanitari vaccinati, 403.298 sono addetti al personale non sanitario e oltre 7mila sono over 80. Tra Pfizer e Moderna, sono 1.558.635 le dosi consegnate all’Italia: 9.160 persone hanno ricevuto sia la prima sia la seconda dose di vaccino.

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